Blog di Marco Castellani

Mese: Ottobre 2002 Page 1 of 3

Il contributo della nana Sagittario al nostro alone galattico

Un articolo di prossima uscita sulla rivista “The Astronomical Journal”, a firma di Michele Bellazzini, Francesco Ferraro (Oss. Astronomico di Bologna) e Rodrigo Ibata (Oss. Astronomico di Strasburgo, Francia) , mostra come le galassie nane del Gruppo Locale (ed in particolare Sagittario) abbiano avuto un ruolo importante nella “costruzione” dell’alone galattico.

E’ dalla fine degli anni ’70 che sta progressivamente acquisendo consensi, lo scenario secondo il quale l’accrescimento di satelliti (piccole galassie o parte di esse) avrebbe giocato un ruolo importante nella costituzione dell’alone della Via Lattea.

Prove del ruolo di “sistemi esterni” nella costituzione della nostra galassia sono state cercate sovente, negli ultimi anni. tramite l’analisi delle posizione e dei moti di gruppi di stelle nella Galassia e nelle zone circostanti, ma possiamo dire che nessuno dei numerosi studi e’ stato in grado di provare senza ambiguita’ la presenza di “strutture ordinate”, come striscie di stelle in movimento coerente, possibili residui di fenomeni di interazione tra la nostra Galassie e le diverse galassie nane immediatamente vicine ad essa.

Per portare chiarezza sulla questione, gli autori del presente lavoro si sono concentrati su un particolare campione, ovverosia la popolazione di ammassi globulari localizzati nell’alone esterno della Galassia, in una fascia di distanza che va da diecimila a quarantamila parsec dal centro galattico (ricordo che un parsec equivale a 3,3 anni luce).

Attraverso una approfondita indagine statistica, l’articolo in questione mostra come vi sia una chiara correlazione tra le velocita’ e le direzioni di questo gruppo di ammassi, e la traiettoria orbitale della galassia nana Sagittario, la piu’ vicina a noi tra tutte le galassie conosciute.

Tale indagine dimostra che, con alta confidenza statistica, almeno quattro ammassi, del campione in esame di 35 ammassi nella fascia di distanza presa in esame, non si possono essere formati nella Via Lattea, ma provengono invece dalla galassia Sagittario.

Campo stellare in direzione di Sagittario

(Credits: “Astronomy Picture of the day”)

I risultati di questo lavoro ci mostrano dunque come la nana Sagittario non sia stata un “contributore” importante solo per la costituzione della popolazione stellare di alone, ma abbia altresi’ svolto un ruolo fondamentale anche per la costituzione stessa del sistema di ammassi globulari della nostra Via Lattea.

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La sonda Integral acquisice i primi dati

Tutto bene per la sonda Integral, recentemente messa in orbita. I primi test fanno ben sperare per il futuro della missione…

La sonda, lanciata il 17 ottobre scorso, sembra in effetti in ottima salute. Tutti i test e le verifiche (stato delle batterie, precisione del puntamento, bonta’ delle comunicazione tra sonda e base a terra…), fase preliminare all’inizio dell’acquisizione dati scientifici veri e propri, hanno fornito risultati rassicuranti.

Gli scienziati stanno preparando Integral a ricevere i comandi che la posizioneranno sulla sua orbita definitiva, che va da 9000 a 15500 chilometri sopra la terra (vedi la figura, elaborazione artistica dell’ESA dell’orbita della sonda). Il tempo di vita della missione dovrebbe essere di circa due anni.

Credits: Adattato e tradotto dall’inglese da Spaceflightnow

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“Le Stelle” inaugura una galleria fotografica

La rivista Le Stelle, appena appena nata, inaugura sul suo sito web una galleria fotografica aperta a tutti gli appassionati indagatori del cielo…

Nella galleria verra’ presentata una selezione delle foto piu’ belle inviate dagli astrofili al sito della rivista. Gia’ in linea la selezione di novembre con belle immagini della Nebulosa di Andromenda, della Galassia nello Scultore, ed altro…





Immagine della Nebulosa di Andromeda

(dal sito della rivista)




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Alla prova le teorie alternative alla materia oscura

Immagini ottenuta da Chandra della galassia NGC 720 sembrano mettere duramente alla prova gli scenari alternativi alla materia oscura…

Una immagine di Chandra della galassia NGC 720 la mostra circondata da una specie di nuvola a forma ellissoidale, leggermente schiacciata, di gas ad alta temperatura, di orientazione differente da quella dell’immagine in banda ottica della galassia stessa.

Il punto interessante e’ che questo “schiacciamento” sembra agli astronomi troppo largo perche’ possa essere spiegato dalle teorie nelle quali le stelle ed il gas interstellare sono gli unici fattori a contribuire alla massa della galassia.

Secondo la teoria standard della gravita’, l’alone in raggi X visto da Chandra si spiegherebbe solo con un’addizionale “sorgente di gravita’”, ovvero, un alone di materia oscura, che sola potrebbe trattenere la gran quantita’ di gas caldo , impedendo il suo allontanamento dalla galassia. La massa necessaria a spiegare le osservazioni andrebbe da cinque a dieci volte la massa totale delle stelle che compongono la galassia.

Una teoria alternativa a quella della materia oscura, detta MOND, che sta per “Modified Newtonian Dynamics”, e che pure nel corso degli anni ha riscosso diversi consensi tra gli astronomi, riesce sovente a spiegare le osservazioni senza necessita’ di postulare rilevanti quantita’ di materia oscura. Ma, almeno pare. non in questo caso.

La galassia NGC 720 come vista da Chandra (sinistra) ed in banda ottica (destra, dalla Digital Sky Survey). Crediti: Chandra website

Sembra infatti che MOND non possa spiegare le osservazioni di Chandra di NGC 720, le quali evidenziano come l’alone di materia oscura debba avere una conformazione differente da quello costituito dalle stelle e dal gas interstellare nella galassia. Ciò sembra rafforzare le evidenze che la materia oscura non sia solo un’artificio per sopperire ad una mancanza della teoria gravitazionale, ma sia davvero reale….

Adattato e tradotto dall’inglese dalla Press release del sito web di Chandra.

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Le Stelle – rivista di cultura astronomica

Una nuova rivista “di cultura astronomica” sta per arrivare nelle edicole. La rivista e’ fondata e diretta da Corrado Lamberti e Margherita Hack, nomi certamente ben conosciuti agli affezionati di riviste astronomiche…!

Dalla presentazione introduttiva nel sito della rivista:



Le Stelle ? la nuova rivista di divulgazione astronomica fondata e diretta da Margherita Hack e Corrado Lamberti. Uscir? con cadenza mensile, nella settimana precedente il mese di riferimento, per consentire la programmazione delle attivit? osservative.

Il lettore di riferimento, tuttavia, non ? solo l’osservatore amatoriale del cielo. Il pubblico a cui Le Stelle si rivolge ? l’uomo di cultura che non fissa confini per la propria curiosit?, che si pone le domande pi? profonde e che chiede alla scienza di fornirgli gli elementi per una risposta razionale. Lo stile divulgativo, coniugato con il rigore, offrir? al lettore uno strumento di formazione e al ricercatore di informazione qualificata.





Il primo numero dovrebbe essere in edicola il 25 ottobre. Da GruppoLocale, un “in bocca al lupo” alla nuova rivista!!

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Una esplosione di “Nova” prende di sorpresa gli astronomi!

Quando un sistema binario ? composto da una nana bianca e da una gigante rossa, pu? succedere che la prima risucchi parte della massa della seconda. Questo provoca delle esplosioni molto energetiche, che si ripetono. Sono le Novae. Recenti dati dal telescopio a raggi X XMM-Newton (ESA) mostrano una nova che si ? riaccesa solo dopo 3 anni dall’ultima esplosione. Secondo i modelli teorici un po’ troppo veloce…

Sappiamo bene che le esplosioni di Novae -a differenza della Supernovae non sono completamente distruttive: dopo un certo periodo di tempo dal “flash”, infatti, la stella ricomincia a brillare di nuovo. Quanto sia lungo pero” il periodo di “queiscienza” e’ il punto fondamentale, in questo caso: infatti, la stella in oggetto ha ricominciato a brillare dopo meno di tre anni, soprendente se si pensi al fatto che l’esplosione di Nova avrebbe rilasciato in pochi istanti una quantita’ di energia comparabile a quella emessa dal nostro Sole in circa centomila anni…



Immagine artistica di XMM davanti ad una stella in esplosione

Credits: ESA website


Dunque il tempo di circa 2.7 anni occorso alla nova V2487 Oph risulta decisamente piu’ breve di quanto gli astronomi avessero immaginato. I dati,acquisiti con il satellite XMM-Newton X-ray dell’ESA, sono tuttavia ancora in fase di analisi dettagliata.

Comprendere la natura delle stelle novae e’ essenziale per capire i dettagli dell’arricchimento chimico della Galassia, ovvero, in che modalita’ ed in che tempi la Galassia ha raggiunto la composizione chimica attuale. Infatti, sebbene le Novae non siano importanti come le supernovae nel grado di arricchimento chimico che forniscono all’ambiente stellare circostante, nondimeno hanno grande rilevanza perche’ sono capaci – attraverso le loro esplosioni e il conseguente rilascio di materiale – di fornire determinati elementi chimici che altri oggetti celesti non possono fornire.

Per ulteriori informazioni consultare: Spaceflightnow oppure ESA-Science

Credits: Alfonso Mantero, Marco Castellani

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E’ attivo l’indirizzo “www.gruppolocale.net” !

Ehi’ si’… alfine e’ nato il dominio “gruppolocale.net”…!

Da oggi infatti il sito si raggiunge comodamente con l’indirizzo

www.gruppolocale.net

Marco C. – marco@gruppolocale.net

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Lanciato con successo il satellite INTEGRAL!

L’ International Gamma-Ray Astrophysics Laboratory (INTEGRAL, in breve) e’ stato lanciato stamattina dalla base di Baikonur in Kazakhstan….

La sonda sara’ capace di rilevare fotoni gamma di alta energia da una gran quantita’ di sorgenti astronomiche differenti, quali supernovae, buchi neri, stelle di neutroni e “gamma-ray bursts”. La sonda sara’ posizionata su un’orbita marcatamente eccentrica, di periodo pari a 72 ore, e passera’ la maggior parte del tempo a quote superiori ai 40000 Km.

Altre info su PhysicsWeb

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