Individuato da Chandra un giovane ammasso stellare particolarmente “attivo” in banda X…

Ad una distanza di circa 6000 anni luce dalla terra, l’ammasso di stelle chiamato RCW 38 rappresenta una regione di formazione stellare abbastanza vicina a noi.
L’immagine qui riprodotta copre un’area di circa 5 anni luce di lato, e contiene migliaia di stelle giovani, molto calde, la cui epoca di formazione risale a meno di un milione di anni fa (non molto, considerando che le stelle possono vivere, a seconda della massa, anche diversi miliardi di anni).


Una immagine dell’ammasso RCW 38 (dal sito web di Chandra)

La sonda Chandra e’ riuscita a rilevare radiazione in banda X dagli strati superiori dell’atmosfera di 190 di queste stelle. Oltre all’emissione X dei singoli oggetti dell’ammasso, poi, le immagini fornite dalla sonda Chandra rivelano la presenza di un alone diffuso di raggi X che circonda l’ammasso di stelle. Tale alone potrebbe essere prodotto da stelle in fase di esplosione a supernovae, oppure creato in forti campi magnetici, presenti attorno a stelle di neutroni o a buchi neri. Tuttavia, nessuno di tali peculiari oggetti e’ stato rilevato all’interno dell’ammasso, e da qui la curiosita’ degli astronomi nel comprendere l’origine di tale alone in banda X.

Una possibile spiegazione potrebbe ricercarsi nella presenza di una supernova non rilevata all’interno dell’ammasso. Sebbene evidenze dirette della supernova possono essere “svanite” migliaia di anni fa, un’onda d’urto oppure una stella di neutroni in rotazione rapida potrebbe agire in concomitanza con particelle “evaporate” dalle stelle giovani per produrre elettroni di alta energia. Tali elettroni, accelerati dentro il campo magnetico, potrebbero essere i responsabili della produzione di radiazione in banda X.

Indipendentemente dall’origine degli elettroni di alta energia, va sottolineato che la loro presenza potrebbe alterare in qualche misura le abbondanze chimiche dei dischi che potrebbero formare pianeti attorno ad alcune stelle dell’ammasso, assumendo dunque un ruolo non trascurabile nella composizione chimica dei pianeti stessi (fenomeni simili potrebbero essere avvenuti anche ad una certa epoca nella formazione del nostro sistema solare, il che spiegherebbe la presenza di alcuni particolari elementi, quali l’Alluminio 26)…

Credits: articolo tradotto ed adattato dalla press release apparsa sul sito web di Chandra.

Loading