Blog di Marco Castellani

Mese: Febbraio 2003

Accordo raggiunto per l’Atacama Large Millimeter Array

“Luce verde” per la costruzione del più potente radio telescopio del mondo…!

Il 25 febbraio, l’European Space Observatory (ESO) e la US National Science Foundation (NSF) hanno siglato un accordo che porter? alla costruzione del più grande e potente radiotelescopio al mondo, destinato ad operare a lunghezze d’onda millimetriche e sub-millimetriche.

Noto come Atacama Large Millimeter Array (ALMA) , la struttura, una volta terminata, comprenderà nientemeno che sessantaquattro antenne interconnesse, ognuna di 12 metri. Il sito prescelto è la zona di Chajnantor nella ragione di Atacama, nel Cile settentrionale.

Tra i fenomeni che ALMA sarà in grado di studiare con una accuratezza senza precedenti, possiamo annoverare:

  • Galassie molto giovani e distanti
  • Pianeti formatisi attorno a stelle giovani nella nostra galassia
  • La nascita di nuove stelle da nubi di gas e polveri
  • la chimica delle nubi interstellari

Ulteriori notizie alla press release sul sito ESO

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Dal National Geographic: a caccia di galassie lontane…!

Il National Geographic (edizione in lingua inglese) di febbraio apre con un articolo sulla ricerca di galassie lontane, pieno di foto davvero suggestive…

“Discovering the first galaxies” e’ l’articolo in questione che, come tradizione della rivista citata, e’ ovviamente assai ricco nell’apparato iconografico. Chi non ha modo di procurarsi la rivista cartacea (che dovrebbe essere reperibile nelle edicole più fornite), però, si può senza dubbio consolare con lo speciale disponibile sul web, nel sito della rivista…!


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L’arte pittorica dei filamenti di gas caldo…!

Filamenti di gas caldo compongono strutture assai suggestive nella galassia NGC 3079…

Immagini riprese da Chandra e Hubble, sovrapposte, mostrano filamenti di gas caldo (10.000 gradi) e caldissimo (milioni di gradi) che si sono fatti strada fra le polveri della galassia NGC 3079. Questi filamenti sono originati da quelli che vengono chiamati “superventi”, generati dai buchi neri nei nuclei galattici o da esplosioni di supernovae in serie.


Credit: Spaceflightnow/NASA/CXC/U.North Carolina/G.Cecil

Approfondimenti sul sito di Spaceflightnow

Credits: notizia a cura di Alfonso Mantero

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Dal programma Wmap stime accurate sull’eta’ dell’universo…

La NASA ha appena rilasciato delle immagini straordinariamente definite della distribuzione in temperatura del fondo cosmico di microonde, l’echo del Big Bang… le foto piu’ precise dell’universo “bambino” mai realizzate finora.

Alla NASA lo considerano uno dei risultati scientifici pi? importanti di questi ultimi anni. Le nuove immagini sono state “catturate” dagli scienziati utilizzando la sonda Wilkinson Microwave Anisotropy Probe (WMAP) nel corso di un programma osservativo durato un anno intero.


La definizione delle nuove immagini ? ben percepibile in questo confronto con le immagini analoghe della soda COBE dei primi anni ’90 (i cui dati hanno permesso comunque un formidabile progresso della cosmologia)… Le minime fluttuazioni di temperatura della radiazione del fondo di microonde sono mostrate in colori diversi. L’analisi di tali variazioni ? fondamentale per comprendere tempi e modalita’ della formazione delle galassie, e dell’evoluzione stessa dell’universo.

Credits: NASA / Goddard Space Flight Center

Le immagini sono importanti poiche’ il loro dettaglio permette di descrivere l’universo con un’accuratezza senza precedenti. Una delle pi? grosse sorprese portate da questi dati riguarda la prima generazione di stelle, che pare si siano “accese” dopo solo 200 milioni di anni dal Big Bang, assai prima di quanto molti ricercatori si sarebbero aspettati.

In aggiunta (per cos? dire…), l’analisi degli stessi dati fornirebbe un’indicazione piuttosto precisa dell’et? stessa dell’universo, pari a 13,7 miliardi di anni, con un’incertezza straordinariamente piccola, pari all’uno per cento.

Il team di WMAP inoltre ha determinato che i nuovi dati sono pienamente in accordo con la teoria del Big Bang, e dell’inflazione (la fase di rapidissima espansione accaduta, secondo la teoria, pochissimi istanti dopo il “grande scoppio”).

Approfondimenti:

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Quelle “lenti naturali” per osservare l’universo lontano

Può accadere che “lenti naturali” aiutino il telescopio spaziale Hubble a “vederci meglio”… in questo caso, succede indagando Abell 1689, uno dei più grossi ammassi di galassie conosciuti…

L’immagine qui sotto e’ stata ottenuta da Hubble con un tempo di esposizione di circa 13 ore, utilizzando la Advanced Camera for Surveys (ACS) recentemente installata a bordo del telescopio spaziale.



L’immagine HST di Abell 1689 (Credits: NASA/StSci/ESA)

La gravità originata dalla massa di milioni di stelle, più la materia oscura presente nell’ammasso, costituisce la citata lente naturale, che si estende nello spazio per ben due milioni di anni luce in larghezza. Deflettendo i raggi luminosi (analogamente a quanto accade per le lenti ordinarie) la lente gravitazionale esalta la radiazione luminosa proveniente da oggetti posti anche assai più lontano della lente stessa (la lente si interpone infatti tra l’osservatore e gli oggetti indagati): alcuni degli oggetti più lontani probabilmente sono situati alla rispettabile distanza di ben 13 milioni di anni luce (equivalenti circa ad un redshift pari a sei!).

Ulteriori informazioni ed imagini nella press release su Hubblesite newscenter

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In edicola “Le Stelle” di febbraio

Il quarto numero della rivista “Le Stelle” e’ in edicola…

Arriva il numero quattro della rivista “Le Stelle”, diretta da Corrado Lamberti e Margherita Hack.

Segnalo in questo numero un bell’articolo a firma di Laura Ferrarese intitolato “Dove sono finiti i quasar?” (all’affascinante argomento dei quasar e’ dedicato anche l’editoriale della rivista).

Molto interessante anche “Spie del cielo”, di Luciano Anselmo, la storia dei satelliti dedicati alla ricognizione fotografica della superficie terrestre.
Per chi si diletti di computer, inoltre, da leggere l’articolo di Bruno Moretti “Scienza vera per tutti con il calcolo distribuito” (il calcolo distribuito e’ quella strategia, potremmo dire, che usa le reti informatiche per recuperare risorse di calcolo, da dedicare spesso a grossi progetti, da molteplici computer localizzati in diverse parti del mondo – in astronomia l’esempio certamente piu’ famoso e’ il progetto “Seti@home”, per la ricerca di segnali radio artificiali provenienti da eventuali civilta’ extraterrestri) .

Come di consueto, ampio spazio hanno le “brevi” notizie astronomiche, nella sezione “Stelle Novae” (che si apre con un dettagliato resoconto dello stato operativo della sonda Orbital lanciata di recente dall’ESA).

…. buona lettura!

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La tragedia dello Shuttle

Sulla tragedia recente dello Shuttle (esploso sabato durante il rientro) anche l’immagine di Astronomical Picture of the Day di oggi, che giustamente e’ dedicata all’equipaggio scomparso durante l’incidente…

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