L’ammasso delle Pleiadi, ben visibile anche ad occhio nudo, e’ noto agli appassionati indagatori del cielo per la caratteristica “nebulosita’” che circonda le stelle piu’ luminose, diffondendone la luce come la nebbia intorno ad un lampione. Osservazioni radio e infrarosse negli anni ’80 hanno rivelato come la nebulosita’ sia dovuta all’incontro delle stelle giovani e luminose con una nube interstellare, piuttosto che essere causata dalla presenza di residui della formazione stellare.Nuovi studi eseguiti al Kitt Peak National Observatory ora suggeriscono la possibilita’ che le Pleiadi stiano in realta’ incontrando due diverse nubi, non una!

…Cio’ darebbe luogo ad un evento piuttosto straordinario, e mai conosciuto in precedenza: una collisione a tre corpi nella enorme (e assai poco “popolata”) vastita’ degli spazi interstellari!
Questa nuova “visione” delle dinamiche in atto nell’ammasso delle Pleiadi proviene da spettri ad alta risoluzione ottenuti al telescopiodi 2.1 metri al Kitt Peak. La ricerca e’ condotta da Richard White dello Smith College a Northampton, che ha lavorato in collaborazione con studenti dello Smith College e dell’ Amherst College. A parere di White la presenza di una secoda nube che interagisce con la prima nube oltreche’ naturalmente con l’ammasso stesso, rende le Pleiadi un importantissimo “laboratorio naturale”.



M45, altresi’ detto NGC1432, raprpesenta una porzione dell’ammasso aperto delle Pleiadi, distante circa 410 anni luce da noi. L’intero ammasso occupa una regione grande circa 20 anni luce, e si ritiene che la sua eta’ si aggiri intorno ai 20 milioni d’anni

Credits immagine: NOAO/AURA/NSF

In ogni caso, va detto che il tempo scala tipico per questi fenomeni e’ di molte centinaia di migliaia d’anni, dunque potremo continuare ad ammirare le stupende foto delle Pleiadi per molto molto tempo ancora, prima che l’ammasso venga modificato in qualche misura dagli effetti della collisione con le nubi…!

Fonte della notizia:

NOAO press release

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