Blog di Marco Castellani

Giorno: 20 Maggio 2004

La prima fotografia di un pianeta fuori del sistema solare

una fotografia all'infrarosso di Hubble potrebbe aver ripreso per la prima volta nella storia dell'umanit? un pianeta fuori del nostro sistema solare

Uno scatto ripreso da Hubble potrebbe essere la prima fotografia di un mondo alieno.

Bench? siamo a conoscenza dell?esistenza di oltre 120 pianeti extraterrestri, non ne ? mai stato fotografato nessuno, almeno direttamente.

Il team di ricercatori dell?Universit? di Stato della Pennsylvania, che ha analizzato la foto di Hubble,ritengono che effettivamente la pallina azzurra cerchiata sia un pianeta.

Le osservazioni dei prossimi sei mesi confermeranno l?ipotesi. Il gruppo non ha dato indicazioni sulle coordinate esatte del misterioso pianeta per evitare che altri gruppi di astronomi possano rubare loro il primato della scoperta.

Se comunque si tratta di pianeta, si tratta di un corpo con una massa fra le dieci e le cento volte quella di Giove e dista circa 100 anni luce dalla Terra. L?orbita che percorre lungo la sua stella ? all?incirca quella di Plutone attorno al Sole a circa 4500 milioni di chilometri di distanza dalla stella.

La foto ? stata ripresa con una macchina sensibile alla radiazione infrarossa, dove ? migliore il contrasto con il cielo buio attorno.

Nature, maggio 2004

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Chandra apre nuove linee di ricerca sulla “energia oscura”

Esiste la cosiddetta “energia oscura”? E in caso, quali sono le sue proprieta’? Utilizzando immagini di ammassi di galassie, ottenute dall’osservatorio spaziale in banda X Chandra, gli astronomi hanno potuto sperimentare un nuovo, potente metodo per rilevare tale energia. I risultati sono assai interessanti, poiche’ forniscono indicazioni importanti anche sull’evoluzione futura dell’Universo…

“L’energia oscura e’ probabilmente il piu’ grosso mistero nella fisica”, ha detto Steve Allen dell’Istituto di Astronomia all’Universita’ di Cambridge, in Inghilterra, a capo di questo studio. “Come tale, risulta estremamente importante poter effettuare un test indipendente della sue esistenza e delle sue proprieta’”. (Ricordiamo ancora una volta che il termine “energia oscura” e’ una traduzione dall’inglese “dark energy”, ma sta a significare solamente una forma di energia della quale al momento attuale non si conoscono bene le caratteristiche).

Allen e colleghi hanno utilizzato Chandra per studiare 26 ammassi di galassie a distanze che variano tra uno e otto miliardi di anni luce. Tali dati in questo modo coprono un intervallo in tempo che arriva all’epoca durante la quale l’Universo subi’ un rallentamento nella sua espansione, prima di accelerare ancora a motivo (probabilmente) dell’effetto repulsivo dell’energia oscura.

“Misurando la distanza da questi ammassi di galassie, possiamo renderci conto in maniera diretta che l’Universo e’ in accelerazione”, ha detto Andy Fabian, co-autore di questo studio. I nuovi risultati di Chandra indicherebbero che l’energia oscura non cambia rapidamente con il tempo, ed anzi puo’ anche essere costante, in maniera consistente con la “costante cosmologica” introdotta a suo tempo da Albert Einstein.
Se cosi’ dovesse essere, ci possiamo attendere che l’Universo continui ad espandersi per sempre, cosicche’ in molti miliardi di anni, solo una piccolissima frazione delle galassie conosciute, sara’ ancora osservabile.

Nel caso di una energia oscura costante, dovrebbero essere evitati per l’Universo gli scenari evolutivi secondo i quali l’Universo, dopo una fase di massima espansione, dovrebbe iniziare a contrarsi, invertendo il moto reciproco di allontanamento delle galassie.

La capacita’ di Chandra di verificare gli scenari di energia oscura si appoggia sulla sua notevole abilita’ di effettuare osservazioni in banda X, ottimali per studiare il gas caldo negli ammassi di galassie. Da questi dati, il rapporto della massa del gas e della massa della materia oscura (quella parte della materia che non emette luce) all’interno di un gas puo’ facilmente essere determinato.
Il valore osservato della frazione del gas dipende dalla distanza presunta dell’ammasso di galassie, che a sua volta dipende dalla curvatura dello spazio e dalla quantita’ di energia oscura nell’Universo.

Tradotto & adattato da:


http://www.msfc.nasa.gov/news/news/releases/2004/04-144.html

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