Osservazioni condotte da un team “internazionale” di astronomi (di fatto, pero’, quasi tutti italiani), con lo spettrometro UVES del telescopio VLT dell’ESO, sembrano capaci di gettare uno sguardo nuovo sulle fasi piu’ antiche nella storia della nostra galassia, la Via Lattea…

Le prime misurazioni mai condotte del contenuto di berillio in due stelle nell’ ammasso globulare NGC6397, rese ora possibili grazie ai progressi piu’ recenti della tecnologia astronomica,
ha reso possibile investigare la prime fasi di vita della Galassia, ovvero il periodo che intercorre tra la formazione della prima generazione di stelle nella Via Lattea e la formazione degli ammassi globulari, che sappiamo essere tra i piu’ antichi agglomerati stellari nell’intero Universo.

Tale intervallo di tempo e’ stato ora stimato a circa 200-300 milioni di anni. L’eta’ delle stelle in NGC6397, determinata grazie ai modelli evolutivi stellari, e’ pari a circa 13,4 miliardi di anni (con una incertezza stimata a circa 800 milioni di anni): sommando i due intervalli temporali, l’eta’ della Via Lattea risulta ora pari a 13,6 miliardi di anni (con la medesima incertezza di 800 milioni d’anni).

La miglior stima attuale dell’eta’ dell’Universo, come dedotta da misure delle anisotropie del fondo cosmico a microoonde, e’ pari a circa 13,7 miliardi di anni. Le nuove osservazioni dunque indicano che la prima generazione di stelle nella Via Lattea si sarebbe formata appena dopo le fase, lunga circa 200 milioni d’anni, della cosiddetta “epoca oscura” seguita al big-bang, durante la quale non era ancora possibile – per le condizioni fisico-chimiche della materia in tale fase – la formazione di stelle…

Il team di astronomi che ha condotto tale ricerca
e’ composto da Luca Pasquini (ESO), Piercarlo Bonifacio (INAF-Osservatorio di Trieste), Sofia Randich e Daniele Galli (INAF-Osservatorio di Arcetri, Firenze, Italy), e Raffaele G. Gratton (INAF-Osservatorio di Padova, Italy) .


http://www.eso.org/outreach/press-rel/pr-2004/pr-20-04.html

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