Blog di Marco Castellani

Mese: Aprile 2006 Page 1 of 2

Spettacolari immagini della galassia M82

I dati provenienti da tre grandi osservatori NASA sono stati combinati per ottenere una visione “multibanda”, davvero spettacolare, della galassia M82, un tipetto piuttosto “turbolento”…

L’immagine e’ stata ottenuta combinando dati alle varie lunghezze d’onda: Hubble ha fornito i dati relativi alla banda ottica (in giallo-verde), che mostrano il disco di una galassia di dimensioni modeste, apparentemente “normale”.

Altre osservazioni Hubble, concepite per rilevare il gas caldo a 10.000 gradi Celsius (in arancione) rivelano invece un quadro assai più movimentato, mettendo in evidenza il fuoriuscire di materia dal nucleo della galassia. A questi si aggiungono i dati del telescopio spaziale Spitzer (in rosso) mostrano il gas freddo e la polvere, anch’essi in fase di “espulsione”.

Anche i dati della sonda Chandra concorrono a formare il quadro, rivelando, in banda X (in blu) che il gas e’ stato scaldato fino a temeperature di milioni di gradi, in seguito ai violenti fenomeni di espulsione.

Credit: X-ray: NASA/CXC/JHU/D.Strickland; Optical: NASA/ESA/STScI/AURA/The Hubble Heritage Team; IR: NASA/JPL-Caltech/Univ. of AZ/C. Engelbracht


Tutta la frenetica attività può essere ricondotta al centro della galassia, dove si stanno formando stelle ad un ritmo potremmo dire “forsennato”, circa 10 volte più alto di quello della nostra Galassia…

Chandra Press Release

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Eta Carinae: uno spettacolo incredibilmente.. complesso!

Per quanto la Nebula “Homunculus”, intorno alla stella di grande massa Eta Carinae, sia stata oggetto di intensi studi per molti anni, è sempre apparsa riluttante a svelare i suoi più riposti segreti…

Comunque, un importante capitolo nell’evoluzione più recente di questa stella dalle caratteristiche uniche, è stato appena rivelato, con l’ausilio del telescopio Gemini, e dello spettrografo ad alta risoluzione PHOENIX associato a questo.

In particolare, osservazioni spettroscopiche hanno permesso al ricercatore Nathan Smith (Università del Colorado) di ricostruire la geometria e la struttura del campo di velocità del gas in espansione attorno alla Nebula.

I risultati di tale indagine sono decisamente interessanti: l’analisi dello spettro ottenuto con PHOENIX mostra una struttura ben definita, che si espande a circa 500 chilometri al secondo. Uno strato spesso e più caldo di polveri, più interno alla struttura (“tracciato” dalle righe di emissione del ferro [Fe II]) risulta circondato da uno strato più freddo e più denso (tracciato dalle righe di emissione dell’idrogeno [H2]).

La cosa più interessante però viene dall’analisi della distribuzione della massa nelle varie direzioni, resa possibile dai nuovi dati: tale distribuzione indica che la sua forma è il risultato diretto di fuoriuscita esposiva di materiale dalla stella stessa, esplisione marcatamente asferica… Una ulteriore evidenza di quanto anche la storia relativamente recente (l’esplosione in oggetto dovrebbe risalire più o meno alla metà degli anni ’90) di tale suggestivo oggetto celeste sia marcatamente complessa ed inusuale.


GEMINI Press Release

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Venus Express è entra in orbita attorno al pianeta Venere!

Dal lancio, avvenuto il 9 novembre dello scorso anno, la sonda ha percorso ben 400 milioni di chilometri… Un successo “planetario” per la scienza europea!

La mattina dell’11 aprile, dopo 153 giorni di viaggio nel Sistema Solare, la sonda Venus Express è entra in orbita attorno al pianeta Venere; per la precisione, ha acceso il motore principale per effettuare le manovre che le hanno consentito di posizionarsi in orbita attorno a Venere: si trattava a questo punto di ridurre la velocità della sonda, per permettere la “cattura” della sonda stessa dal campo gravitazionale del pianeta. La manovra si è svolta con pieno successo.

Ci vorrà ora un altro mese perché la sonda progressivamente si sposti sull’orbita ritenuta ottimale per iniziare la sua missione scientifica, che consisterà principalmente in osservazioni della struttura della crosta del pianeta, a diverse profondità, nonché in analisi chimiche e dinamiche dell’atmosfera venusiana, per un periodo minimo di due giorni venusiani (pari a 486 giorni terrestri!)


ESA Press Release


Edizione Straordinaria ANSA

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Chandra osserva un sistema binario di buchi neri in formazione…

Un team internazionale di astrofisici ha recentemente individuato, da osservazioni condotte in banda X, un sistema binario in formazione composto da due buchi neri supermassivi…

I loro risultati saranno pubblicati in uno dei prossimi numeri di “Astronomy & Astrophysics”. L’immagine del sistema binario in formazione (visibile
a questo indirizzo
) è stata ottenuta tramite l’impiego del Chandra X-ray Observatory (NASA).

I due buchi neri erano già stati individuati in immagini acquisite in banda radio. Tuttavia, le nuove immagini in banda X forniscono una preziosa evidenza del fatto che questi due buchi neri sono effettivamente in procinto di formare un vero sistema binario; il che vuol dire che sono destinati ad essere gravitazionalmente legati, orbitando l’uno intorno all’altro.

I due buchi neri supermassivi sono dislocati nell’ammasso di galassie chiamato Abell 400. Grazie al notevole potere risolutivo di Chandra, il team che ha condotto la ricerca, è stato in grado di risolvere spazialmente i due buchi neri, al centro dell’ammasso di galassie, la cui separazione angolare risulta di appena 15 secondi d’arco…


Chandra Press Release

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E’ quasi identico al Sole, si chiama HD98618…

Gli astronomi della Australian National University hanno scoperto una stella assai simile al Sole, non troppo lontana da noi. Tale scoperta potrebbe gettare nuova luce anche sulla ricerca di pianeti simili alla Terra, ove potrebbero trovarsi condizioni favorevoli alla vita…

Si chiama HD98618 (ok, non troppo mnemonico, in realtà…!) e sembra praticamente identica al Sole per quanto riguarda l’età, la grandezza, la temperatura e la composizione chimica, secondo i ricercatori che hanno realizzato la scoperta.

A parere degli autori della scoperta, il fatto che tale “gemello del Sole” abbia non solo la stessa massa, ma sembra formatosi anche dagli stessa miscela di “ingradienti” della nostra Stella, lo rende di fatto equipaggiato (per così dire) come il nostro Sole per quanto riguarda
la possibilità di formare pianeti simili alla Terra

Va da sè che l’interesse è verso le possibiltà che si trovino ambienti favorevoli allo sviluppo di forma di vita… Ma c’e’ anche dell’altro, poiche’ “gemelli” del Sole rivestono anche una forte importanza per la calibrazione assoluta degli strumenti astronomici, oltre a poter fornire dati importanti per comprendere i fenomeni che avvengono sul Sole stesso. Inoltre, tali scoperte ci aiutano a capire se e in quale misura sia “unico” il Sole stesso ed il sistema planetario associato ad esso…


ANU Media Release

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Feed RSS di GruppoLocale.it

Convinto come sono della grande comodità dei “feed RSS”, ho pensato di facilitarne l’uso per il “nostro” piccolo sito…

…Ed ecco dunque il link (che compare anche in fondo alle pagine del sito) con il feed RSS e la possibilità di leggerlo tramite diversi “motori” (via web o attraverso vari programmi).
http://feeds.feedburner.com/gruppolocale

……Bene, magari fatemi sapere se effettivamente lo trovate uno strumento pratico (o se avete qualsiasi domanda collegata all’uso del feed RSS stesso) !

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Nubi di polvere nella Via Lattea…

A differenza di quella “domestica”, la polvere cosmica non è affatto un fastidio o una seccatura. Piuttosto, è una concentrazione di elementi che sono responsabili della formazione delle stelle, tanto nella nostra galassia come ovunque nell’Universo…

Nell’immagine che vedete qui sotto, questi addensamenti opachi di gase e polveri sono chiamati “globuli di Bok”, e assorbono luce dal centro della regione di formazione stellare chiamata NGC281. I globuli prendono la loro denominazione dall’astronomo Bart Bok, che ipotizzò la loro esistenza già negli anni ’40.

Per la precisione, Bok suppose che queste nubi molecolari giganti (dell’ordine di centinaia di anni luce di ampiezza!) possono essere “perturbate” e formare piccoli addensamenti dove la polvere ed il gas risultano fortemente concentrati.


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Credit: NASA, ESA, and The Hubble Heritage Team (STScI/AURA)
Acknowledgment: P. McCullough (STScI)

Tali regioni “addensate” diventano allora gravitazionalmente legate e cominciano ad accumulare polveri e gas a spese delle regioni circostanti. Se riescono a catturare abbastanza massa, acquisiscono allora la capacità di creare stelle al loro interno. Va detto comunque che non tutti i globuli di Bok riescono a formare stelle: alcuni sono destinati a dissiparsi prima di riuscire a collassare per formare le stelle. Questo è proprio quello che sta probabilmente accadendo ai globuli individuati dal Telescopio Spaziale Hubble nella regione in NGC 281…



Hubble Press Release

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I bizzarri vicini del Sole…

Scoperta una “nana bruna” molto fredda intorno ad una tra le stelle “vicine” del Sole (la 24° in ordine di distanza dalla nostra stella)…

Usando il telescopio VLT dell’ESO, un team internazionale di astronomi ha appena scoperto una “nana bruna”, appartenente al 24° sistema stellare in ordine di distanza dal nostro Sole. Le nane brune costituiscono una sorta di oggetti intermedi, a metà strada (per la loro massa) tra le stelle vere e proprie ed i grossi pianeti.

Questo oggetto è la terza nana bruna scoperta, in ordine di vicinanza alla Terra, ed anche una delle più fredde, avendo una temperatura caratteristica dell’ordine di 750 gradi Celsius.

Questa nana bruna orbita intorno ad una stella molto piccola, ad una distanza da essa pari a circa 4.5 volte la distanza che c’e’ tra il nostro pianeta ed il Sole. La sua massa è stimata tra le 9 e le 65 volte la massa di Giove…



ESO Press Release


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