Blog di Marco Castellani

Mese: Novembre 2006

Prima luce per Hinode…

Il “Solar Optical Telescope” (SOT) a bordo del vettore giapponese HINODE ha da poco aperto le sue “porte” e ha cominciato ad acquisire immagini…

Quella che vediamo è la immagine di “prima luce”, acquisita il 23 ottobre scorso. I “grumi” scuri sono “granuli solari”, masse di gas caldo che sale e scende sulla superficie della stella, un pò come succede in una pentola d’acqua che bolle… Ogni granulo è circa delle dimensione di un continente terrestre (!). SOT non ha problemi nel seguire tali dettagli, nonostante la sua grande distanza dal Sole!


Credit: Science@NASA



Press Release su “Science@NASA”

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Il buco nero supermassivo nell’ammasso MS0735.6+7421

L’ammasso di galassie è posto a circa 2.6 miliardi di anni luce da noi, nella costellazione del Camelopardo. Dati raccolti da diversi telescopi, a cui si è appena aggiunto Hubble, ci offrono una visione in tre bande diverse di questo interessante oggetto, che ospita al suo interno un buco nero… dal grande appetito!

Le tre viste diverse della regione sono state acquisite con Hubble nel febbraio di quest’anno, con Chandra nel novembre del 2003, e con il NRAO Very Large Array nell’ottobre del 2004. L’immagine di Hubble ci mostra dozzine di galassie, tenute insieme dalla mutua interazione gravitazionale.


Hubble and Chandra Image Credit: NASA, ESA, CXC, STScI, and B. McNamara (University of Waterloo)

Very Large Array Telescope Image Credit: NRAO, and L. Birzan and team (Ohio University)

Nel gennaio del 2005, gli astronomi hanno scoperto un buco nero supermassivo nella parte centrale, che sarebbe cause dei fenomeni energetici tra i più potenti mai osservati finora nell’intero universo. L’immagine VLA effettuata in banda radio, mostra getti di particelle di alta energia (in rosso), che provengono dalla zona ove si trova il buco nero. Tali getti spingono il gas caldo circostante, che emette raggi in banda X, fino a creare due cavità gigantesche nel gas stesso. Combinate, le immagini X e radio mostrano l’enorme appetito del grande buco nero, ed il profondo impatto che ha la sua presenza nella parte di universo intorno ad esso…



http://hubblesite.org/newscenter/archive/releases/2006/51/

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Quando l’evoluzione stellare si fa in 3D…

Utilizzando modelli stellari in tre dimensioni, alcuni scienziati sono riusciti ad ottenere risultati che aiutano a spiegare la quantità dell'isotopo elio 3 prodotta dalle stelle, e a riconcilarla con i valori predetti dal Big Bang…

Per molto tempo, gli scienziati che studiano l'evoluzione stellare (ovvero che indagano la “vita” delle stelle, dalla nascita da una nube di gas e polvere fino agli ultimi stadi come l'esplosione a supernova oppure il raffreddamento come nana) hanno ritenuto problematico il fatto per cui le stelle sembravano dover produrre – e successivamente riversare nello spazio – una grande quantità di elio 3 (isotopo “leggero” dell'elio) in quantità superiore a quanto ritenuto possibile dalle valutazioni delle abbondanze nell'universo, collegate a loro volta alle predizioni del modello del Big Bang.

I nuovi modelli, infatti, hanno messo in luce l'esistenza di una zona interna delle stelle – appena al di sopra del nucleo di elio – essenzialmente “deputata” alla combustione nucleare di elio 3, zona in precedenza ritenuta stabile. Poichè anche l'elio 3 presente negli strati più superficiali, viene richiamato in tale zona e quindi distrutto, tale modello riesce di fatto a rendere ragione delle abbondanze di tale elemento senza dover postulare meccanismi di distruzione “aggiuntivi” come fatto in passato (esempio, una forte rotazione stellare)…

http://www.llnl.gov/pao/news/news_releases/2006/NR-06-10-07.html

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Per Hubble, un nuovo inizio…!

Dopo più di un decennio di onorata carriera, nella quale la ricerca astronomica si è giovata di Hubble per fare degli incredibili passi in avanti verso la maggior comprensione dell’universo vicino e lontano, il telescopio spaziale sta per essere aggiornato con nuovi strumenti…

Il 31 ottobre infatti la NASA ha deciso di approfare una missione spaziale dedicata al ripristino e al miglioramento degli strumenti di bordo dell’osservatorio spaziale. Un “nuovo inizio” per Hubble che ci potrebbe portare ad ulteriori e più suggestive scoperte riguardo l’universo nel quale viviamo…!




“Non ci può essere una fine alla scienza che possiamo fare con una macchina come Hubble”
, ha detto David Southwood, Direttore scientifico di ESA, “Hubble è il nostra via per esplorare le nostre origini. Ognuno dovrebbe essere orgoglioso del fato che ci sia una parte di contributo europeo in esso, e che in qualche misura dunque noi tutti siamo parte del suo successo…”


http://www.spacetelescope.org/news/html/heic0618.html

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