Blog di Marco Castellani

Giorno: 26 Aprile 2007

Scoperto un pianeta simile alla Terra, nella “zona abitabile”!

Quello che gli astronomi hanno appena scoperto è il pianeta più simile alla Terra mai individuato al di fuori del Sistema Solare, un esopianeta (o pianeta extrasolare) il cui raggio è solamente il 50% più grande di quello terrestre, e capace di poter ospitare acqua allo stato liquido…!

Utilizzando il telescopio da 3.6 metri dell’ESO, un team di scienziati Svizzeri, Francesi e Portoghesi ha scoperto una “super-Terra”, la cui massa è circa cinque volte quella del nostro pianeta, che orbita intorno ad una stella “nana rossa”, già nota per l’evidenza della presenza di un pianeta con massa circa otto volte quella terrestre.

Questo esopianeta – ovvero pianeta orbitante attorno ad una stella che non è il nostro Sole – è il più piccolo mai individuato, e completa una intera orbita in circa 13 giorni. E’ 14 volte più vicino alla sua stella della distanza Terra-Sole. In ogni caso, poichè la sua stella “madre” è una nana rossa, Gliese 581, più piccola e più fredda del Sole, il pianeta si trova comunque nella cosiddetta “zona abitabile”, ovvero nella regione dove le temperature permettono la presenza di acqua allo stato liquido! Il nome del pianeta è Gliese 581 c.


Una elaborazione artistica del sistema planetario con la “super-Terra”

Credits: ESO website

“Abbiamo stimato che la temperatura media di questa super-Terra sia tra gli zero ed i quaranta gradi Celsius, e dunque l’acqua dovrebbe essere allo stato liquido”, spiega Stéphane Udry, primo autore dell’articolo che riporta la scoperta. “Inoltre, il suo raggio dovrebbe essere solo una volta e mezzo quello della Terra, e i modelli predicono che il pianeta dovrebbe essere roccioso – come la nostra Terra – od anche interamente coperto da oceani”, aggiunge.



ESO Press Release

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L’ambiente tumultuoso della Carina Nebula…

Uno dei panorami più estesi mai acquisito dagli strumenti a bordo del Telescopio Spaziale Hubble, è stato appena reso pubblico, per celebrare il diciassettesimo anniversario del lancio e della messa in opera dell’osservatorio spaziale. L’immagine mostra una regione ampia ben 50 anni luce, la tumultuosa regione centrale della Carina Nebula, dove una gran quantità di stelle massive nascono e muoiono a ritmi incredibili…

La nuova visione che ci restituisce Hubble mostra i processi di nascita di nuove stelle nella Carina Nebula ad un livello di dettaglio senza precedenti. La bizzarra struttura della nebulosa è modellata dall’azione dei venti e della radiazione ultravioletta emessa dalle stelle “giganti” che abitano in questo spazio tormentato e… scoppiettante.

La immensa nebuloa contiene almeno una dozzina di stelle molto brillanti, la cui massa è stata stimata essere almeno 50 o 100 volte quella del nostro Sole (e la cui vita è di appena pochi milioni di anni, se ricordiamo il fatto che le stelle piccole vivono più a lungo perchè consumano con più “calma” il loro carburante)



Il centro della Carina Nebula, visto da HST

Credit: NASA, ESA, N. Smith (University of California, Berkeley), and The Hubble Heritage Team (STScI/AURA)

I “fuochi d’artificio” nella nebulosa sono iniziati circa tre milioni di anni fa, quando la prima generazione di stelle si è formata dalla condensazione del gas nella zona, e si è “accesa” proprio nel mezzo di una immensa nube di freddo idrogeno molecolare. Da allora, la radiazione ed il gas caldo emesso dalle stelle al termine della loro evoluzione, hanno progressivamente modellato l’ambiente facendo sì che assumesse questi contorni così irregolari (e suggestivi!).



Press Release su Spacetelescope.org

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