Blog di Marco Castellani

Mese: Luglio 2007 Page 1 of 3

Piccola fragilità


Barca dende Abaxo
Inserito originariamente da chamicu

La mia piccola fragilità
che diventa una barca

e tu più non fuggi
ma sali ed insieme

partiamo

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Una strana “famiglia stellare”: un pianeta con quattro genitori…

Quante stelle ci vogliono per “far crescere” un pianeta? Nel nostro Sistema Solare, chiaramente ne basta una – il nostro Sole.
Nuove ricerche della sonda Spitzer però indicano che non è sempre così, anzi a volte i pianeti possono formarsi in un sistema
con ben quattro stelle!

Gli astronomi si sono giovati della visione “infrarossa” di Spitzer per studiare un disco in rotazione attorno ad una coppia
di stelle nel sistema quadruplo chiamato HD98800. Tali dischi di gas e polveri sono ritenuti determinanti per la formazione
dei pianeti. La cosa interessante è che la materia del disco, invece di presentarsi omogenea, mostra dei “buchi” che potrebbero
essere dovuti ad una interazione gravitazionale tra le quattro stelle del sistema. Un’altra spiegazione potrebbe anche
ricercarsi nel fatto che i pianeti in realtà sono già in fase di formazione, e nel corso della loro orbita, potremmo dire,
si “scavano” delle corsie entro il materiale del disco…




Una rappresentazione “artistica” del sistema HD98800

Credits: NASA/JPL-Caltech/T. Pyle (SSC-Caltech)

“I pianeti agiscono come aspirapolveri cosmici. Puliscono tutto lo “sporco” che trovano sul loro cammino intorno alla stella
centrale”,
spiega Elise Furlan, dell’Istituto di Astrobiologia della NASA presso l’Università della California, tra gli
autori di un lavoro accettato per la pubblicazione su “The Astrophysical Journal”.

HD98800 ha un’età approssimativa di 10 milionidi anni, e si trova a 15 anni luce da noi, nella costellazione TW Hydrae.



Spitzer Press Release



“I quattro soli di HD98800”
, APOD 30 luglio 2007

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Il batterista dei Queen avrà il dottorato in astronomia

Davvero non è mai troppo tardi per completare gli studi di astrofisica! Brian May, il “leggendario” chitarrista dei Queen, potrebbe confermarlo…

Difatti, dopo aver interrotto per 35 anni il suo iter di studio, in corrispondenza del sempre maggior successo dei Queen, il gruppo rock in cui Brian ricopre il ruolo di chitarrista, è ormai in procinto di discutere la tesi di dottorato in astrofisica “Radial Velocities in the Zodiacal Dust Cloud”. Da quanto si legge sui comunicati stampa, in questi anni comunque il suo interesse per l’astrofisica non è scemato, come testimonia ad esempio il fatto di essere coautore del libro “Bang! The Complete History of the Universe”, che è stato dato alle stampe l’anno scorso. Certo, quel che possiamo dire in questo caso, è che sarà certamente il dottorato più “benestante” che si possa trovare…


Yahoo! News



Slashdot Science

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Costi e benefici delle missioni su Marte…

Alla NASA tornano ad essere valutati progetti e proposte per una prossima missione sul pianeta Marte. Tuttavia, essendo i costi stimati dell’ordine di diversi miliardi di dollari, la cosa non è sensa controversie…

Il programma per una missione verso Marte è stato un argomento forte della Settima Conferenza Internazionale su Marte, che si è tenuta in america dal 9 al 13 luglio, persso il California Institute of Technology. Il meeting ha radunato insieme circa 500 tra i massimi esperti del pianeta rosso, per discutere l’importanza e la fattibilità di progetti correnti e futuri. Secondo quanto emerge circa gli orientamenti generali degli esperti, le cose vanno valutate con molta attenzione, perchè sebbene alti esponenti della NASA siano favorevoli ad una missione, il suo costo stimato è così alto che comunque non ne potrebbe essere condotta che una, per un arco di parecchi anni…


La notizia su Usatoday
(in inglese)

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XXI Century Challenges for Stellar Evolution

Altra mattinata passata tra mail e telefono, a fare le ultime correzioni. Ma finalmente sembra che abbiamo finito di preparare il programma, la lista degli speackers, l’elenco dei poster, il sito web, le iscrizioni: gioie e dolori dell’essere nel comitato organizzatore, che vuoi fà..

Beh ora mi rimane da preparare il MIO, di poster, in realtà. Poi tra un mesetto si va (e da quanto vedo su internet, il posto è bello assai !!)

……L’astronomia come mestiere, ha anche degli aspetti simpatici, no? 😉

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Messenger saluta il pianeta Venere…

Nei primi giorni del mese scorso, la sonda Messenger ha completato il suo secondo
ed ultimo “incontro ravvicinato” con Venere. Allontanandosi dal pianeta, Messenger
non ha trascurato però di documentare l’evento con una serie di immagini, visibili ora in un montaggio a filmino…

…Il film si potrebbe chiamare, con una facile battuta, “Arrivederci Venere”! A parte gli scherzi,
i fatti sono che la Wide Angle Camera ha catturato una sequenza di 50 immagini, dopo l’incontro
ravvicinato di Messenger con il pianeta Venere, del 5 giugno scorso. La sequenza di immagini parte
da una distanza della sonda dal pianeta di circa 37.000 chilometri, e termina quando la distanza
tra Messenger ed il pianeta è arrivata quasi a 90.000 chilometri. In un primo momento, veniva acquisita
una immagine ogni 20 minuti, poi Messenger ha allungato l’intervallo temporale ad una immagine ogni ora.




Allontanandosi dal pianeta Venere…

Credits: MESSENGER website

Le immagini rappresentano certamente l’addio di Mercury al pianeta Venere, ma nello stesso tempo
“guardano” ormai al prossimo incontro importante della sonda, quello con Mercurio (obiettivo
principale delle missione), atteso per gennaio del prossimo
anno…

Il film si può vedere direttamente dal sito della missione: essendo di 3MB,
è consigliabile, potendo, usufruire di una connessione “veloce”, per avere uno scorrimento ottimale delle immagini.



MESSENGER Press Release

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Chandra investiga i Nuclei Galattici Attivi nelle galassie lontane

I dati della sonda Chandra mostrano, per la prima volta, che le galassie più distanti contengono più AGN di quelle più vecchie e vicine…

I due ammassi di galassie, conosciuti con le sigle CL 0542-4100 e CL 0848.6+4453, sono parte di un campione sfruttato per valutare la frazione di galassie contenenti al loro interno buchi neri in rapido accrescimento, conosciuti anche con il nome di nuclei galattici attici (o AGN, dalla terminologia inglese).

Nell’immagine Chandra di questi due ammassi, il rosso corrisponde a raggi X di bassa energia, il verde di energia intermedia, il blu indica i raggi X più energetici. In ognuno dei due campi, sono stati individuati ben cinque AGN (anche se uno di questi pare non sia membro dell’ammasso). Gran parte degli AGN sono sorgenti blu, come atteso, poiché è noto che tali oggetti sono capaci di produrre raggi X molto energetici.

La cosa interessante è che i dati mostrano, per la prima volta, che gli ammassi più distanti contengono assai più AGN rispetto a quelli più
vicini a noi (e più antichi). Difatti, i quattro ammassi di galassie nel campione “lontano”, inclusi i due mostrati in figura, sono istantanee
di quando l’Universo aveva poco più dell’ottanta per cento dell’età attuale: è stato valutato che gli ammassi più lontani contengono circa 20 volte più AGN rispetto a quelli meno distanti..

La ragione di questa differenza è radicata nella storia dell’Universo stesso: diversi miliardi di anni fa, le galassie contenevano assai più gas e polveri per la formazione stellare, e i buchi neri potevano “crescere” in maniera decisamente più rilevante di quanto accadeva in epoche più recenti, essenzialmente a motivo della grande quantità di “combustibile” presente.

La cosa è pienamente in accordo con il quadro teorico di evoluzione dell’Universo, come lo conosciamo ora, ed è comunque una rilevante conferma “sperimentale” delle previsioni della teoria.

Chandra Press Release

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Appartenenza o autonomia…

Ci ho già pensato, ma oggi mi torna chiaro, limpido alla coscienza…

In ogni istante, microscopico piccolissimo istante, la scelta profondissima che lo definisce per la mia esistenza (mia, ora non voglio dire di altri), è tra l’appartenenza (dipendenza) e l’autonomia (indipendenza)… la prima riconosce la fragilità ma la scioglie nella prospettiva di un Destino buono, di un quadro di riferimento, della presenza di una strada, consapevolezza che sta come sullo sfondo e stempera affanni e mitiga le delusioni, la seconda la avverto come una inclinazione (tendenza, sollecitazione) soprattutto moderna e – con tutte le scaltrezze che si possono ideare e le furbizie e le guittezze – ultimamente comporta una sorta di solitudine intima – il non.contatto o il contatto furbo, parziale, condizionale (cioè un altro non viene a leccare le mie ferite, non può perchè non glielo permetto – oppure un Altro), un senso di ristrettezza, di isolamento (anche in mezzo a tante persone che magari ti sorridono), di incompiutezza (anche magari nel successo professionale), di durezza delle cose…

In fondo l’innamoramento autentico cosa è se non la sconfitta clamorosa – almeno per un periodo – di quello che ho chiamato contatto furbo (regolato da me secondo rapporti di convenienza o di mercificante dare/avere), è una resa liberante dalla prospettiva di autocontrollo e autodeterminazione come posizione teorizzata della propria presenza nel mondo… ed in questo anche trova penso il suo fascino…

L’ appartenenza/dipendenza comporta anche la resa nella costruzione della maschera verso il mondo esterno, credo, o perlomeno un allentamento di questa costruzione… Dunque, esporre le proprie ferite, come condizione necessaria perchè siano risanate (mi vengono in mente i bei libri di Anselm Grun, che tante volte insistono su questo)… So bene che me lo dico terapeuticamente perchè la mia inclinazione è sempre stata di nascondere le mie debolezze… ma dirmelo, o meglio scrivermelo mi aiuta (sì sì mi conosco ormai… se scrivo quel che sento vero, diventa vero “due volte” per me).

Bene, forse non serve dirlo, ma questo è un post che stavo scrivendo per me stesso, che avverto più intimo di altri (tanto che pensavo di tenerlo privato, ma poi mi son detto perchè?), dunque non so se riesce comprensibile immediatamente per altri… 😉

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