Blog di Marco Castellani

Giorno: 24 Luglio 2007

Nuovo logo (e nome) per la missione Esperia…

L’Agenzia Spaziale Italiana e l’ESA hanno appena annunciato di aver scelto il nome per la missione di Paolo Nespoli sul volo dello Shuttle STS-120, che verrà lanciato in ottobre. E il logo è stato creato da Giugiaro…

Il nome deriva dal termine usato dagli antichi greci per indicare la penisola italiana. Il nome scelto vuole sottolineare che la missione di Paolo Nespoli sarà una grande dimostrazione di tecnologia italiana, con la consegna del Nodo 2 della Stazione Spaziale Internazionale, costruito in Italia; e come questa opportunità derivi dalla visione dell’ASI e dell’industria italiana, capaci di sviluppare e fornire alla NASA tre containers pressurizzati (i cosiddetti Multi Purpose Logistic Modules – MPLM) nell’ambito di un accordo bilaterale.

Come risultato dell’accordo, l’ASI ha ottenuto sei possibilità di volo sullo Shuttle. La stretta cooperazione tra ESA e ASI ha fatto sì che questa flight opportunity in particolare fosse affidata a Paolo Nespoli, un astronauta dello European Astronaut Corps. La prima di queste possibilità era stata affidata invece a Umberto Guidoni, che trascorse 10 giorni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale nell’aprile del 2000.

L’accordo tra ESA e ASI per la gestione congiunta di questa importante missione è stato firmato il 19 giugno 2007, in occasione del Salone Aerospaziale di Parigi a Le Bourget, dal presidente dell’ASI, il prof. Giovanni F. Bignami, e dal direttore dei programmi di Volo umano nello spazio, Microgravità ed Esplorazione, Daniel Sacotte.

In base a questo accordo l’ASI ha affidato la creazione del logo della missione al famoso designer Giorgetto Giugiaro e alla sua società Italdesign-Giugiaro S.p.A., per mezzo di un accordo di sponsorizzazione. Il logo vuole comunicare che la missione Esperia è tanto un passaggio chiave nel completamento della Stazione Spaziale, quanto un importante passo avanti nell’esplorazione dello spazio, in cui l’Italia e l’ASI stanno giocando un ruolo chiave in Europa e sulla scena internazionale.

“L’Italia è uno dei maggiori attori europei nel campo delle attività spaziali” ha dichiarato Simonetta di Pippo, Responsabile dell’Unità Osservazione dell’Universo dell’ASI. “Come suggerisce il suo nome, la missione Esperia è un esempio dell’impegno italiano a lungo termine per l’esplorazione spaziale, e della nostra visione e ambizione per il futuro. È anche un ulteriore esempio della capacità dell’industria italiana, su cui contiamo per confermare i nostri investimenti nei programmi spaziali Europei”.

La missione Esperia sarà il primo volo di Nespoli sullo Shuttle, e lo vedrà far parte di un equipaggio di sette persone. L’astronauta italiano avrà un ruolo fondamentale nell’installazione del Nodo 2 (costruito da Thales Alenia Space), e coordinerà le attività dall’interno dello Shuttle mentre i suoi compagni compiranno quattro “passeggiate spaziali” all’esterno. Dovrà inoltre condurre un programma congiunto ESA/ASI di esperimenti nel campo della fisiologia umana e della biologia, e collaborare alla gestione e manutenzione dei sistemi di controllo a bordo dell’orbiter.


Il logo di Esperia

“Il Nodo 2, primo nodo di costruzione europea a essere lanciato, è di cruciale importanza per il futuro della Stazione Spaziale” ha spiegato Daniel Sacotte. “Servirà come via di passaggio per il laboratorio Columbus dell’ESA, per il laboratorio statunitense Destiny e per quello giapponese Kibo, e come punto di aggancio per il Hll Transfer Vehicle giapponese. In più trasporterà un adattatore per l’attracco dello Space Shuttle e servirà come punto di aggancio per i MPLM. Scienziati e progettisti in tutto il mondo attendono con impazienza l’installazione del modulo”.

Una delle particolarità della missione Esperia è il coinvolgimento del Ministero per la Solidarietà Sociale. Per richiamare l’attenzione sul tema dell’eguaglianza di diritti e opportunità tra tutti i cittadini europei, durante il suo volo Paolo Nespoli porterà in orbita diverse patch del Ministero della Solidarietà Sociale.

(Press Release di ASI)



Disponibile anche la Press Release ESA

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Alla scoperta di Galaxy Zoo: ora le galassie si classificano… da casa!

Uno dei grandi problemi della moderna astronomia è che i dati si raccolgono in maniera molto più veloce del tempo necessario per analizzarli. Perchè dunque non pensare ad una “archittettura distribuita” che permetta a chi vuole di contribuire ad un pezzetto di ricerca, aiutando gli scienziati? C’e’ chi ci ha pensato, in effetti…

Chris Lintott è un astronomo britannico che, trovandosi davanti al problema di identificare migliaia, o centinaia di migliaia di galassie del progetto Sloan Digital Sky Survey, ha pensato di “aprire al pubblico” il suo laboratorio scientifico e permettere di farsi aiutare da ogni persona che ne abbia voglia, e che abbia a disposizione un computer connesso ad Internet.

Così è stato creato Galaxy Zoo. Come recita la main page il progetto, “sfrutta la potenza di Internet – e del tuo cervello – per classificare un milione di galassie. Prendendovi parte, non solo contribuirai alla ricerca scientifica, ma andrai a vedere parti di Universo che letteralmente nessuno ha mai visto prima e darai senso alla gloriosa varietà di galassie
disseminate nel cielo…”


La galassia NGC6070
Credits: Sloan Digital Sky Survey

L’altra idea portante del progetto,è che “Il cervello umano è molto più bravo a riconoscere delle configurazioni di quanto possa fare un computer.” Ogni programma per computer che divide le galassie in varie categorie può fare un lavoro dignitoso, ma inevitabilmente lascia fuori un bel po’ di galassie che per vari motivi non riescono a rientrare nelle categorie “standard” definite e riconoscibili dalle procedure automatiche.

Il bello è che così rimangono fuori proprio dei sistemi che per la loro peculiarità possono essere ben più interessanti di quelli catalogabili in maniera automatica! Per questo, niente di meglio dell’occhio umano: segnandosi nel sito, si passa una procedura (non troppo difficile) di addestramento, e poi si comincia il “lavoro vero” di classificare realmente galassie che (in pratica) nessuno ha ancora studiato. Il sito è ovviamente in Inglese, comunque il linguaggio adottato non risulta troppo complesso.

Il sito di Galaxy Zoo

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