Blog di Marco Castellani

Giorno: 25 Luglio 2007

Appartenenza o autonomia…

Ci ho già pensato, ma oggi mi torna chiaro, limpido alla coscienza…

In ogni istante, microscopico piccolissimo istante, la scelta profondissima che lo definisce per la mia esistenza (mia, ora non voglio dire di altri), è tra l’appartenenza (dipendenza) e l’autonomia (indipendenza)… la prima riconosce la fragilità ma la scioglie nella prospettiva di un Destino buono, di un quadro di riferimento, della presenza di una strada, consapevolezza che sta come sullo sfondo e stempera affanni e mitiga le delusioni, la seconda la avverto come una inclinazione (tendenza, sollecitazione) soprattutto moderna e – con tutte le scaltrezze che si possono ideare e le furbizie e le guittezze – ultimamente comporta una sorta di solitudine intima – il non.contatto o il contatto furbo, parziale, condizionale (cioè un altro non viene a leccare le mie ferite, non può perchè non glielo permetto – oppure un Altro), un senso di ristrettezza, di isolamento (anche in mezzo a tante persone che magari ti sorridono), di incompiutezza (anche magari nel successo professionale), di durezza delle cose…

In fondo l’innamoramento autentico cosa è se non la sconfitta clamorosa – almeno per un periodo – di quello che ho chiamato contatto furbo (regolato da me secondo rapporti di convenienza o di mercificante dare/avere), è una resa liberante dalla prospettiva di autocontrollo e autodeterminazione come posizione teorizzata della propria presenza nel mondo… ed in questo anche trova penso il suo fascino…

L’ appartenenza/dipendenza comporta anche la resa nella costruzione della maschera verso il mondo esterno, credo, o perlomeno un allentamento di questa costruzione… Dunque, esporre le proprie ferite, come condizione necessaria perchè siano risanate (mi vengono in mente i bei libri di Anselm Grun, che tante volte insistono su questo)… So bene che me lo dico terapeuticamente perchè la mia inclinazione è sempre stata di nascondere le mie debolezze… ma dirmelo, o meglio scrivermelo mi aiuta (sì sì mi conosco ormai… se scrivo quel che sento vero, diventa vero “due volte” per me).

Bene, forse non serve dirlo, ma questo è un post che stavo scrivendo per me stesso, che avverto più intimo di altri (tanto che pensavo di tenerlo privato, ma poi mi son detto perchè?), dunque non so se riesce comprensibile immediatamente per altri… 😉

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La sessantesima luna di Saturno… e’ ancora una notizia?

Un interessante commento su Sky and Telescope pone la questione della rilevanza e dell’interesse di alcune notizie astronomiche, nel quadro dell’enorme flusso di informazioni che ormai ci provengono dalle ricerca nello spazio.

E’ ancora una notizia, la scoperta di una nuova luna di Saturno? E più in generale, quando si arriva al punto che le scoperte non sono più notizie? Fino a poco tempo fa, ad esempio, la scoperta di ogni singolo pianeta extrasolare era davvero una scoperta nel senso che faceva davvero notizia, portava un carico di suggestione nell’immaginario collettivo, abituati come eravamo a pensare ad altri pianeti simili alla Terra solo come scenario di romanzi di fantascienza…

Ma ora che il numero di pianeti extrasolari è arrivato a quota 256 – e plausibilmente aumenterà ancora – ha senso riportare con enfasi il dettaglio di ogni nuovo pianeta trovato?E le lune di Saturno? Ben sessanta ne sono state individuate finora
ma sapremmo dire quante lune di pianeti conosciamo ?

Dunque potrebbe sembrare che alcune scoperte poi scivolano nella ricerca più ordinaria (anche se importante) e perdono forse di impatto per il pubblico più vasto… che ne pensate? La quesione mi sembra interessante, perchè tocca diversi temi interconnessi come scienza, obiettivi della ricerca, divulgazione, importanza dei risultati… Lasciate un commento o intervenite nel forum, per dire la vostra!



Articolo di Sky and Telescope

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