Blog di Marco Castellani

Mese: Agosto 2007 Page 1 of 3

E domani si parte…

Ci siamo quasi… Domani si parte. Certo nei giorni scorsi sentivo con preoccupazione le notizie dai telegiornali: gli incendi che hanno devastato anche la zona intorno a Cefalù!

Dall’albergo mi dicono che la situazione è a posto. Allora, la giornata scorre a fare le piccole cose in vista della partenza: stampo il biglietto dell’aereo, il programma del congresso, i numeri di telefono… Chissà come saranno i posti, le persone, laggiù: non ci sono mai stato. Chissà che memorie riporterò a casa dal congresso. Simpaticissimo oggi Simone, mentre lo accompagnavo al centro estivo: non gradiva molto che me ne andassi, sia pur per pochi giorni, e – col candore tipico dei bambini – mi diceva “Ma devi proprio andare? Ma non puoi prenderti dei giorni di ferie e rimanere a casa…?” Beh anche se ho dovuto rispondere di no, sono cose che fanno piacere, ad un papà!

Devo ricordarmi assolutamente di portare il poster. Che buffo, mi preme in maniera particolare, per il fatto semplicissimo che è il mio primo lavoro svolto interamente da solo. Lavorare con altri è bellissimo, certamente. Ma per qualche motivo “esistenziale” (legato a varie contingenze lavorative e familiari e di “maturazione” personale), mi preme portare “in luce”, soprattutto in questo periodo, un lavoro fatto svolgendo e sviluppando una idea tutta mia, esporlo agli altri dopo averne tanto ragionato tra me e me… E se seguo i ricordi, poi, mi intenerisco, perchè ricordo uno degli ultimi giorni che parlavo con papà, e che lui mi chiedeva del progetto, e mi incoraggiava a continuare… e ora che il congresso è dedicato proprio a a lui, e io che mi porto una piccola cosuccia che lui apprezzava..

Beh mi fermo, cario mio diario, lo sai bene sennò che potrei riempire pagine! Ok i prossimi aggiornamenti, credo, al mio ritorno… un augurio di un morbido e sereno “rientro” (aspettando che l’autunno ci porti un poco di agognata frescura) per i miei affezionati lettori 😉


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La prima visione frontale del sistema di anelli di Urano!

Circa una volta ogni 42 anni, l’angolo tra Urano e la Terra risulta tale da garantire una visione frontale degli anelli del pianete.
Gli anelli sono stati scoperti nel 1977, ma questa è la prima opportunità per gli astronomi di osservare il pianeta senza l’interferenza
del materiale e della polvere degli anelli stessi.

Le osservazioni sono state condotte con NACO, uno degli strumenti con ottica adattiva installati al Very Large Telescope. Tramite l’ottica
adattiva, è possibile ottenere immagini praticamente esenti dagli effetti della turbolenza degli strati atmosferici, che “allargano” le immagini
puntiformi e rendono complessivamente “sfocata” l’inquadratura. L’effetto della correzione è tale che è come se si stesse osservando
dallo spazio con un telescopio di 8.2 m di diametro!

Le osservazioni sono state condotte anche con il Keck Telescope nelle Hawaii, con l’Hubble Space Telescope, ed anche al Palomar Observatory. L’utilizzo
di diversi strumenti garantisce la possibilità di acquisire la massima mole di informazioni nel breve tempo in cui il pianeta si presenta in tale
posizione così peculiare rispetto alla Terra.




Il sistema di Urano
Credits: ESO, NACO/VLT

Urano orbita attorno al Sole in circa 84 anni. Due volte durante un “anno uraniano”, gli anelli si trovano in posizione tale da apparire “di fronte” per un osservatore sulla Terra. Questa è appunto la prima volta che l’evento si verifica, dalla data scoperta degli anelli.



ESO Press Release

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Ancora su Sky in Google Earth…

Anche il sito di Hubble dà enfasi alla collaborazione con Google che ha portato all’interessantissimo ampliamento del programma Google Earth, che ora include, con la sezione “Sky”, anche una grande quantità di oggetti celesti…

“Immagina di percorrere i cieli dal tuo desktop, e poter ammirare tutte le spettacolari immagini del Telescopio Spaziale Hubble…. Con Sky in Google Earth puoi viaggiare attraverso le immensità del cielo notturno, effettuando delle visite alle 125 immagini più popolari di Hubble. Per quanto gli oggetti celesti siano lontani dalla Terra, li puoi raggiungere in pochi secondi con Sky in Google Earth”




Credit: NASA, ESA, Digitized Sky Survey Consortium, and the STScI-Google Partnership



(Dalla Press Release su spacetelescope.org
)

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Se Google Earth guarda in alto…

Un bel passo in avanti per il celeberrimo software Google Earth: ora si guarda anche… in alto!

Ho inserito un articolino nel blog “tecnologico” SegnaleRumore, al quale, per non ripetere pari pari, rimando gli interessati. Vale la pena di guardare gli screenshot sul blog di Google “Lat Long”, comunque, perchè mi paiono molto interessanti.

Come si collocherà il programma di fronte a software specifici come Celestia, Kstar etc…? Dalle immagini, comunque, sembra che Google abbia fatto le cose in grande…



Il post su SegnaleRumore

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E’ un telescopio italiano il nuovo strumento del chitarrista dei Queen

Brian May, il celebre chitarrista dei Queen, discuterà il 23 agosto prossimo la sua tesi di PhD in astrofisica. Per le sue ricerche si avvarrà anche dei dati raccolti al Telescopio Nazionale Galileo, il più grande telescopio italiano, presso il quale il musicista-astrofisico ha trascorso tre notti di osservazione.

“Dalla «Red Special», la mitica chitarra che si costruì insieme al padre, al TNG, il Telescopio Nazionale Galileo dell’INAF. Dopo averla abbandonata negli anni Settanta, Brian May, il celebre chitarrista dei Queen, ha deciso di riprendere in mano e di completare la sua tesi di PhD in astrofisica sulla polvere zodiacale, che discuterà il 23 agosto prossimo all’Imperial College di Londra. Ed è proprio per studiare le proprietà della polvere zodiacale che si è recato, nel luglio scorso, a La Palma (Isole Canarie). Dove, vicino alla cima di Roque de los Muchachos, ad una quota di 2360 metri, è situato il Telescopio Nazionale Galileo, il più grande telescopio interamente italiano, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Astrofisica…”



(Dalla notizia sul sito INAF)

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Aria di pioggia…


Sliver of Clouds
Inserito originariamente da Schlawi

Argh! Giornata di pioggia, tutt’altro che estiva… E proprio adesso che sto per andare in montagna per qualche giorno. Speriamo che il tempo si rimetta, almeno un poco. Sennò va a finire che dobbiamo pure accendere il camino (che si fa, polenta, salsiccie…. a farregosto??)

Certo mi devo portare appresso il computer con il lavoro da terminare per il congresso a fine mese (da contendere alla mia primogenita, che intende usarlo per portare avanti i suo racconti). Però almeno lo schema (e anche qualcosa di più) di questo contributo per il workshop è ormai già pronto, eppoi son certo che un cambio d’aria farà comunque bene.

Ai miei affezionati lettori, un sincero augurio di un buon Ferragosto, che siate in vacanza oppure no… ma dopotutto, a pensarci bene, non fa niente, si può star bene (eppur anche voler e volersi bene) lo stesso, non è così?

PS magari provo a postare con il telefonino… se non mi impiccio come l’altra volta 😉

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I resti di supernova G347.3-0.5 and RCW 86

Il sito di Chandra rilascia due belle immagini di resti di supernova, frutto di una
collaborazione tra Chandrae e XMM-Newton…

Ecco due interessanti immagini di resti di supernova, realizzate combinando dati del
telescopio in banda X Chandra (NASA) e di XMM-Newton (ESA). Per ognuna delle due immagini,
XMM-Newton ha catturato la vista con il campo più largo, mentre Chandra si è concentrato
sulle regioni di maggiore interesse per i ricercatori.

L’oggetto arancione nella parte destra è RCW 86, corrispondente ad una delle più antiche
supernovae mai scoperte. Gli storici infatti ritengono che l’esplosione della stella
coincida con le osservazioni condotte da astronomi cinesi e romani nell’anno 185. La visione
combinata di Chandra e XMM-Newton permette di scorgere gli anelli di resti di supernova in espansione, originati dalla detonazione stessa dell’oggetto stellare.




Le immagini dei due resti di supernova

Credits: Chandra: NASA/CXC/SAO/P.Slane et al.; XMM-Newton: ESA/RIKEN/J.Hiraga et al.; Chandra: NASA/CXC/Univ. of Utrecht/J.Vink et al.; XMM-Newton: ESA/Univ. of Utrecht/J.Vink et al.

L’altro oggetto prende il nome di G347.3-0.5, ed è stato anch’esso osservato da astronomi cinesi,
nell’anno 393. A quanto pare, l’esplosione della stella è risultata così brillante, che sembra
sia risultata visibile nel cielo addirittura per mesi, rivaleggiando in luminosità con il
pianeta Giove. La sorgente puntiforme nella parte più bassa è probabilmente la stella
di neutroni, originatasi dall’implosione delle parti più interne della supernova.



Chandra Press Release


Universe Today

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Stelle cadenti più visibili, grazie alla luna nuova…

Mancano pochi giorni al momento di massima visibilità del fenomeno noto come “stelle cadenti”, od anche “lacrime di San Lorenzo”….

E stavolta la visibilità dovrebbe essere davvero buona, visto che il nostro satellite sarà in fase di “luna nuova” e dunque il cielo sarà più buio, condizione ottimale per scorgere queste “stelle”, che in realtà stella non sono, ma polveri di corpi celesti. Un articolo su Avvenire fa il punto su ciò che si potrà vedere nei prossimi giorni (anzi.. notti!)


Così la cometa dà spettacolo
, di Franco Gabici.

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