Il papà , tornando dal lavoro : “Agnese, ma ti hanno detto a scuola che eri vestita molto bene, oggi?”
La bimba (seria): “No ma… mi sono piaciuta tanto!“. 😉
Il papà , tornando dal lavoro : “Agnese, ma ti hanno detto a scuola che eri vestita molto bene, oggi?”
La bimba (seria): “No ma… mi sono piaciuta tanto!“. 😉
Un team di astronomi è riuscito, utilizzando il Very Large Telescope dell’ESO, a rintracciare in un singolo passaggio, ben dodici galassie mai individuate prima…
Il metodo di ricerca adottato è ingegnoso, e si basa su una tecnica che può rappresentare un grosso passo in avanti nel settore specifico della “caccia” delle galassie.
In particolare, gli astronomi hanno utilizzato i quasar come “segnale” per individuare queste galassie: i quasar infatti sono oggetti molto distanti di grande luminosità , che possono essere usati per rivelare la eventuale presenza di galassie che possono trovarsi tra noi e il quasar stesso. La presenza di una galassia nella linea di vista del quasar è infatti segnalata da un “buco” nello spettro del quaasar, causato dall’assorbimento della luce ad una specifica lunghezza d’onda.
Le “nuove” galassie appena individuate
Credits: SINFONI/VLT
Il team di astronomi ha dunque pensato di usare un catalogo di quasar molto esteso, per cercare espressamente i quasar con “buchi” nello spettro. Il passaggio successivo è stato quello di concentrarsi nella ricerca di galassie nelle zone di cielo intorno ai quasar selezionati… la ricerca si è potuta spingere fino ad oggetti molto lontani, grazie al VLT, la cui luce è stata emessa quando l’Universo aveva appena sei miliardi di anni, all’incirca la metà dell’età attuale…
Powered by WordPress & Theme by Anders Norén
Apri un sito e guadagna con Altervista - Disclaimer - Segnala abuso