Blog di Marco Castellani

Mese: Ottobre 2007 Page 2 of 4

Spitzer trova evidenze di… “ruberie galattiche”!

Sulla Terra, i ladri usualmente rubano diamanti, oggetti d’arte, magari borse piene di soldi… Nello spazio, invece, è il gas
(ovvero, il carburante per le stelle) a fare gola ai “ladri galattici”… !

Nuove osservazioni condotte con il telescopio spaziale Spitzer della NASA hanno individuato
una galassia lontana, molto grande, “colta” nell’atto di strappar via grandi quantità di materiale
gassoso – l’equivalente di miliardi di volte la massa del Sole! – da una galassietta più piccola, vicina
a quella grande. Il gas “rubato”, che si è riscaldato passando dalla galassia grande a quella
piccola, con ogni probabilità è destinato a raffreddarsi ed essere utilizzato come “materiale
da costruzione” per nuove stelle e pianeti.




Le immagini delle due galassie interessate dal “furto” di materiale gassoso…

Credits: NASA/JPL-Caltech

La galassia “presa con le mani nel sacco” è chiamata 3C 326 North, ha una massa paragonabile
a quella della Via Lattea, mentre la sua vittima, 3C 326 South, possiede circa metà della
sua massa. Il fatto è che si trovano piuttosto vicine, tanto da influenzarsi l’una con l’altra
gravitazionalmente, con la possibilità nel futuro anche di potersi fondere l’una con l’altra.
Tali eventi di fusione sono abbastanza comuni nell’Universo, d’altra parte: materiale gassoso e stelle
nelle due galassie continuano a fluire dall’una all’altra, fino a che in pratica le due galassie hanno
formato un ambiente unico, senza più soluzione di continuità. Il caso di 3C 326 è comunque uno
degli esempi più chiari mai individuato,
del fenomeno del passaggio di materiale gassoso da una galassia ad un’altra.



NASA/JPL Press Release

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Le immagini del Maunden Crater di Marte…

La camera ad alta risoluzione a bordo del Mars Express, ha appena inviato a Terra della interessanti immagini della regione chiamata  Noachis Terra 

… e in particolare, fa bella mostra di sé il cratere “Maunden”, un cratere da impatto con un diametro di ben novanta chilometri, ed una profondità media appena inferiore al chilometro. Davvero suggestiva e “impressionante” (per la qualità fotografica che restituisce un ottimo dettaglio nei particolari della superficie) l’immagine ad alta risoluzione rilasciata da ESA, visibile a ESA multimedia.


ESA Press Release

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Hubble scopre il trucco nella galassia “finta giovane”…

Il telescopio spaziale Hubble ha trovato evidenze di popolazione stellare
antica dentro la galassia I Zwicky 18, finora ritenuta molto giovane…

Le osservazioni condotte da Hubble hanno smentito il quadro che si erano fatti
gli astronomi riguardo all’età della galassia I Zwicky 18, basato principalmente
sulle osservazioni condotte al Palomar Observatory. Secondo tali osservazioni,
la galassia I Zwicky 18 si mostrava decisamente peculiare, risultando come una
delle poche galassie “vicine” ad essere anche molto giovane. Le osservazioni
di Hubble smentiscono tale peculiarità, poichà mettono in luce la presenza di una
popolazione stellare decisamente “antica” (forse anche di dieci miliardi di anni,
ovvero paragonabile all’età stessa dell’Universo!).




L’immagine della galassia I Zwicky 18

Credits: NASA, ESA, and A. Aloisi (Space Telescope Science Institute and European Space Agency, Baltimore, Md.)

I dati di Hubble comunque sono assai interessanti anche perchè hanno permesso agli
astronomi, per la prima volta, di identificare delle stelle variabili, della classe
delle Cefeidi
, all’interno della galassia. La rivelazione di stelle di questo tipo
in ambienti stellari è di grande importanza, poichè di queste si riesce a risalire
con buona precisione, dal periodo di variabilità, alla luminosità intrinseca: sono
dunque ottime “candele campione” per determinare la distanza della galassia che le
contiene. Nel caso specifico, si è stabilito che la distanza di I Zwicky 18 è di 59
milioni di anni luce dalla Terra, circa 10 milioni di anni luce più lontana di quanto
si riteneva finora…



Hubble Press Release

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Agnese e le formiche (continua…)


Ant
Inserito originariamente da dark orange

Altro aggiornamento rapido sulla piccola storia delle formiche (per chi è interessato): ieri mattina pioviccicava, al momento di uscire di casa…

Puntualmente, la piccola Agnese mi ha informato che le formiche che portava a scuola (nella nostra storia fantastica) non si sarebbero bagnate per niente, perchè avevano ricavato una piccola tendina sopra il suo zaino. Il bello è che è arrivata nei dettagli a raccontarmi come con una zampetta le dette formiche, potevano scostare il telo all’entrata della tenda, in modo da vedere il tempo che faceva al di fuori… 😉

Mi piace troppo questa storiella delle formiche, si sarà capito ! Ok, ora al lavoro che le cose anche oggi non mancano …

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In M33 il più grande buco nero stellare mai scoperto…

Alcuni astronomi hanno individuato un buco nero stellare di massa eccezionalmente grande, in orbita intorno ad una stella anch’essa molto massiva. Questa scoperta potrebbe avere intriganti ripercussioni sullo studio dell’evoluzione e delle ultime fasi delle stelle di massa più elevata…

Il buco nero è parte di un sistema binario entro M33, una galassia vicina (a circa tre milioni di anni luce dalla Terra). COmbinando dati di Chandra e del telescopio Gemini sul Mauna Kea (alle Hawai), è stata determinata la massa del buco nero, M33 X-7, pari a 15,7 volte quella del sole. Con tale valore delle massa, M33 X-7 è il buco nero “stellare” più grande che si sia mai scoperto.

Ricordiamo che i buchi neri stellari sono formati dal collasso del nucleo di una stella di grande massa verso il termine della sua evoluzione: altra cosa sono i buchi neri “supermassivi”, che si originano da fenomeni astrofisici completamente diversi, e si trovano spesso al centro delle grandi galassie (inclusa la nostra).


Chandra Press Release

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La NASA estende il periodo di operazione dei rover su Marte

La NASA ha deciso di estendere, per la quinta volta, il periodo di attività delle sonda di esplorazione su Marte, “Spirit” e “Opportunity”…

La decisione mantiene attivi i rover dislocati sul lati opposti del pianete Marte, forse anche fino all’anno 2009 (!). La durata esatta dell’estensione del tempo di missione e la natura dell’attività scientifica associata, dipenderanno dal ritmo di produttività ed operabilità dei rover stessi, naturalmente…


NASA Press Release

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Tredici formiche nello zaino…

Avrei un… aggiornamento veloce sulla storia delle “formiche” (vedi i post precedenti): stamattina Agnese mi ha infatti gentilmente informato che le formiche (prima due, poi tre…) che porta a scuola nel suo zaino, sono in realtà diventate TREDICI (!). Per la precisione, pare che nel suddetto zaino vi siano un alloggiamento da sei formiche (con relative cinture di sicurezza) vicino ad uno da sette formiche (sempre con le dovute cinture disponibili per gli sballottamenti dello zaino, ovviamente…)

Beh, mi fa sorridere anche solo immaginare Agnese che arriva a scuola, si siede, apre lo zaino, fa uscire tredici formichine (ognuna con la relativa dotazione scolastica: libri, matite, penne…) e le dispone ordinatamente sul banco… se solo penso alla faccia che farebbe la maestra ! 😉

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La sonda Cassini, a dieci anni dal lancio…

Nel periodo della celebrazione del decimo anniversario del lancio dalla stazione di Cape Canaveral, la sonda Cassini-Huygens diretta verso Saturno, è ancora una volta al centro dell’attenzione del mondo scientifico…

Difatti, le scoperte più recenti che riguardano il pianeta con gli anelli sono state al centro dei dibattiti tra circa 1500 scienziati, riunitisi poche settimane fa per una grande conferenza astronomica negli Stati Uniti.

Cassini ha iniziato la sua avventura verso gli spazi lontani del Sistema Solare il 15 ottobre del 1997. La sua missione: entrare in orbita del sistema di Saturno e raccogliere dati per quattro anni, per mettere in grado la sonda Huyens dell’ESA di paracadutarsi verso la superficie ghiacciata della luna di Saturno chiamata “Titano”, per molti versi con un ambiente simile a quello terrestre.

Dal momento dell’ingresso nell’orbita di Saturno, gli strumenti scientifici a bordo di Cassini (come riportato diverse volte anche in queste pagine!), alimentati da un generatore termoelettrico a radioisotopi, hanno inviato a Terra una immensa mole di nuove preziose informazioni scientifiche – attraverso il NASA “global Deep Space Network”, al team internazionale di scienziati che coordina la missione.

NASA/JPL Press Release

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