Le mimose sono in fiore. Lo vedo un pò dappertutto, stamattina. Accompagno Agnese a scuola, mi dice di fermarmi davanti all’ingresso, per il resto va da sola. Sta diventando grande, ormai. Però a colazione mi voleva vicino, voleva che fossi proprio lì in cucina, vicino a lei: prendeva la mia mano mentre mangiava. Grande e piccina insieme, che tenerezza a guardarla. Guardarla. Basta esserci, basta essere lì. Pazienti, quando si può: questo premia, non ci sono guitezze particolari, mi ripeto. E Paola che mi abbraccia, prima di salutarmi, quando di solito – tutti quanti – si pensa solo alle tante cose da fare e alla giornata che inizia. Già, basta essere lì, esserci anche con i pensieri; che gran colpo di fortuna tutto sommato che non si richieda altro, che gioia che sia una cosa sempre possibile, una strada sempre ri-percorribile. Lo spessore di essere qui (mi accorgo meglio delle volte che sono andato lontano senza nemmeno accorgermi).

Prendo la macchina e faccio la strada per il lavoro. Accosto l’auto di una amica di famiglia, che ha i figli nella stessa scuola elementare di Agnese e Simoene. Ci scambiano un cenno di saluto, un sorriso. Mi dà una impressione buone di solidità e premura insieme, mi piace il suo carattere. Quanti piccoli incontri nelle giornate. Io lo so che non sono solo anche quando sono solo, ora che scrivo mi viene in mente il ritornello di questa bella canzone: quanto è vero.

La strada larga che mi porta, costeggia parti di campagna romana. Faccio a tempo a scorgere gli alberi di mimose, esplosi di giallo. Giro e mi immetto sul raccordo: poco traffico oggi, meno male…

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