Blog di Marco Castellani

Mese: Giugno 2008 Page 1 of 2

Le abitudini alimentari dei… buchi neri

Saranno pure supermassivi, ma si “nutrono” come i buchi neri più piccini. Sono i buchi neri al centro delle galassie. La scoperta si deve ad osservazioni Chandra (e ad osservazioni di telescopi a Terra), e conferma la teoria della relatività…

Un recente studio condotto utilizzando dati dalla sonda Chandra e da telescopi con base a terra, combinato con
modelli teorici, ha mostrato come il buco nero supermassivo nella galassia M81 si nutra esattamente come i ben
più minuti buchi neri stellari, di massa pari ad alcune volte quella del Sole.

La scoperta conferma le implicazioni della teoria della relatività di Einstein, secondo le quali tutti i buchi
neri – di qualsiasi dimensione – dovrebbero presentare proprietà simili, e sarà utile per predire le proprietà
di una “nuova” classe di buchi neri, ipotizzata dalla teoria.


L’immagine della galassia M81, a circa 12 milioni di anni luce
dalla Terra. E’ incluso un box con i dati in banda X raccolti
dalla sonda Chandra. I dati in banda ottica provengono dal telescopio
Hubble e quelli in infrarosso dalla sonda Spitzer.

Credits: X-ray: NASA/CXC/Wisconsin/D.Pooley & CfA/A.Zezas; Optical: NASA/ESA/CfA/A.Zezas; UV: NASA/JPL-Caltech/CfA/J.Huchra et al.; IR: NASA/JPL-Caltech/CfA

Il buco nero supermassivo al centro di M81 è addirittura settanta milioni di volte più massivo del Sole. E’ dunque davvero interessante – e tutt’altro che scontato – scoprire che buchi neri di dimensioni tanto diverse abbiano comportamenti simili.



Chandra Press Release

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Phoenix analizza il suolo di Marte

Grande interesse si è creato, comprensibilmente, intorno ai primi risultati delle analisi del suolo marziano, in opera dai “laboratori” della sonda Phoenix. A quanto pare, non sarebbe troppo ostile a possibili forme di vita…

Per certi aspetti infatti il suolo su Marte presenta delle analogie con alcuni ambienti piuttosto “estremi” della superficie terrestre, ma non così estremi da non permettere lo sviluppo di eventuali forme di vita: Il suolo è amichevole, infatti, come manda a dire il messaggio della sonda su Twitter. Il problema semmai è l’ambiente intorno, non troppo ospitale, quello sì…

Phoenix Mars Mission Press Release

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Parchi e passaporti…

Sabato soleggiato e decisamente caldo. La moglie al telefono mi dà la buona notizia dell’ottimo preso da Andrea all’esame di terza media… sono contento! Insieme mi ricorda del passaporto della primogenita, da andare a ritirare in questura: ormai sarà pronto…

Esco nel caldo incredibile di questi giorni, per fortuna il traffico è sopportabile. Arrivo alla questura; c’è poca gente, faccio presto e in pochi minuti esco con il passaporto in mano. L’addetta all’ufficio vede che sono ricercatore e si informa sulle possibilità di lavoro nel settore scientifico, mi pare per la figlia. Rispondo cercando di non essere pessimista: comunque non è un momento facilissimo, si sa. Però però non è nemmeno detto che non si trovi… dipende certo da tante cose. Mi saluta contenta, credo, che mi sia reso disponibile per una piccola conversazione.

La giornata è luminosissima; ho bisogno di luce e sole quasi come una lucertola; sento come un bisogno di risanamento, di ampia e lieve solarità, di positività mediterranea, robusta. Vera, non superficiale.

Dietro la questura si apre il parco, vi è un ampio parcheggio, delle case dall’aria simpaticamente popolare, alberi, forse una scuola. E’ un posto che mi è sempre piaciuto: a volte basta stare in alcuni posti per sentirsi rigenerati; forse solo per il fatto di essersi presi un attimo per stare dove ci va, dove ci piace – senza tanti pensieri.

Faccio la spesa al discount adiacente la questura, poi decido di ripassare con la macchina nella zona verso l’ampio parco. Mi fermo un attimo: è bello, nella mattinata sfolgorante, ed è un posto pacifico, quieto. Esco dall’auto e ammiro la distesa sconfinata del parco; gusto la quiete del posto, che mi trasmette serenità.

Riporto a casa la spesa; riporto i miei angolini belli dentro me. Curioso, più vado avanti, più formo in me un particolare elenco di posticini, il più delle volte assolutamente ordinari, che mi piacciono, con i quali sono in consonanza. Ad esempio l’angolo presso la banca, vicino a casa di mia moglie quand’era coi suoi; il mercato coperto, di cui ho già scritto… e altri posticini, come quadretti delicati e semplici. Il trionfo della microgeografia, magari? Non posti lontani, esotici, ma frammenti di un microcosmo cittadino, sfaccettature di ambienti a volte anche poveri, ma suggestivi per il mio animo?

Non c’e’ molto da pensare; piuttosto, ogni tanto bisogna ripassare, come salutare dei vecchi amici…

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Cassini: missione compiuta, ma ora si riparte…

La missone Cassini della NASA è in procinto di chiudere un importante capitolo del suo viaggio a Saturno, entrando nella seconda parte della missione, che si pensa duri due anni, che la porterà vicino a due “bersagli” davvero intriganti: Titano e Enceladus…

Il 30 giugno, Cassini potrà considerare completata la prima parte della sua missione, durata quattro anni, ed entrerà nella fase “estesa” della stessa, approvata in Aprile di quest’anno.


Il sistema di Saturno: il pianeta, gli anelli.. e una piccola sonda chiamata Cassini!

Credits: NASA/JPL/Space Science Institute

Tra le altre cose, Cassini ha rivelato la struttura “simile alla Terra” della luna di Saturno chiamata Titano, e ha mostrato la potenziale “abitabilità” di un’altra luna, Enceladus. Sono proprio questi due mondi ad essere gli obiettivi principali della missione estesa, la “Cassini Equinox Misson”, che comincia proprio ora. Il tempo esteso, guadagnato dalla sonda, verrà impiegato per monitorare gli effetti stagionali su queste due lune di Saturno, esplorando e raccogliendo dati anche sulla magnetosfera del pianeta, e osservando la geometria degli anelli in occasione dell’equinozio di Saturno, nell’agosto del prossimo anno, quando la luce del sole passerà direttamente attraverso il piano degli anelli.



NASA-JPL Press Release

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Ghiaccio.. è bello!

Dopo tante congetture sul “materiale bianco” raccolto dai bracci della sonda Mars Phoenix, sembra si sia arrivati a capirne finalmente la vera natura..

In effetti la scoperta è eccitante: dalle prime analisi, sembra che si sia effettivamente trovato del ghiaccio nei primi campioni di suolo marziano attualmente in esame nei laboratori interni alla sonda. Il messaggio del team di Phoenix è cauto ma tradisce una certa sicurezza nel risultato; sul sito è accompangnato da questo simpatico disegno 🙂

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Un evento di microlensing

Quando un sistema planetario passa in prossimità della linea di vista verso una stella ben più distante, sullo sfondo, la gravità del pianeta e (soprattutto) della sua stella possono agire in maniera analoga ad una sorta di lente…

… con il risultato di amplificare la luce proveniente dalla stella lontana, causando un breve cambiamento nella sua luminosità apparente. Il fenomeno, noto come microlensing gravitazionale, fornisce un metodo piuttosto potente per rilevare pianeti eventualmente presenti intorno alle stelle, e apprendere dettagli sulle loro proprietà.


L’evento di microlensing MOA-BLG-2007-192

Image credit: D. Bennett, D. Kubas, S. Brillant, and collaborators

Qui è mostrata una immagine in banda J dell’evento di microlensing denominato
MOA-BLG-2007-192 (al centro della zona evidenziata con un cerchio); si tratta di un sistema che ospita un pianeta di circa 3 masse terrestri, in orbita a circa 0,6 unità astronomiche intorno ad una stella nana bruna. L’immagine è stata eletta Foto della settimana presso il sito ESO Chile. Future osservazioni (eventualmente con il telescopio spaziale Hubble) aiuteranno gli scienziati a decidere sulla natura esatta del pianeta.

Dettagli ulteriori sulla scoperta, destinata ad esser pubblicata sulla rivista
Astrophysical Journal,
possono essere trovati nella Press Release della National Science Fundation,

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Pesce azzurro

Al mercato coperto, una mattina soleggiata di sabato. Ogni banco, ogni esercizio è incastrato in una composizione grande; ogni banco è un universo a se. Colori, odori, temperatura, tipo di merce; guardiamo la panoplìa di colori del banco della frutta e verdura, per esempio. Sentiamo odori e immaginiamo consistenze, gradi di maturazioni, sapidità; chiediamo dei meloni e altra frutta. Una serie di colori perlopiù morbidi, a tappezzare l’estensione delle cassette, accostate a riempire lo spazio disponibile.

Pochi metri oltre, il banco del pesce, ci porta in un reame il cui colore dominante è l’azzurro, insieme al color argento del lucido metallo, la temperatura si suggerisce bassa, guardando il ghiaccio tra il pesce. I crostacei in questo sfondo, spiccano facilmente del loro arancione vivo. Delle donne stanno valutando il pesce da comprare, una con la lista della spesa; è bello che ci si consiglia su cosa comprare e quanto, con l’esercente. Mia madre chiede un certo pesce, se fa bene. Certo è pesce azzurro, contiene Omega 3. Risponde l’esercente, mostrando cordialità e una cerca competenza nel suo settore.

Camminiamo oltre e traversiamo di sfuggita altri diversissimi universi; tutti incastonati nel meta-universo dello spazio del mercato, con sufficiente ombra per ristorarci nonostante la calda giornata estiva.

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L’ammasso di galassie di Coma visto da Hubble

Il telescopio spaziale Hubble ha catturato una bellissima vista della popolazione di stelle dell’ammasso di galassie chiamato Coma Cluster, una delle più dense collezioni di galassie in tutto l’Universo conosciuto…

La Advanced Camera for Surveys di Hubble ha mappato una larga porzione del Coma Cluster, che copre un’area di molti milioni di anni luce. L’intero ammasso di galassie è in realtà vastissimo, poichè si estende per più di 20 milioni di anni luce in diametri, è di forma praticamente sferica, e contiene migliaia di diverse galassie.

L’ammasso di galassie è noto anche come Abell 1656, ed è alla distanza di 300 milioni di anni luce dalla Terra, in direzione
del polo nord della Via Lattea. Proprio la sua posizione – così distante dal disco galattico della nostra Via Lattea – rende
assai interessante la sua osservazione, poichè occupa un’area del tutto libera da gas e polveri che invece rendono difficile
l’osservazione di oggetti vicini al piano della Galassia…




Il Coma Cluster, visto dalla camera ACS del Telescopio Spaziale Hubble

Credits: NASA, ESA, and the Hubble Heritage Team (STScI/AURA).
Acknowledgment: D. Carter (Liverpool John Moores University) and the Coma HST ACS Treasury Team.

La gran parte delle (moltissime) galassie che abitano la parte centrale del Coma Cluster sono
galassie ellittiche. Questo tipo di galassie
presenta una struttura interna relativamente omogenea (a differenza delle galassie a spirale, come la nostra Via Lattea,
che mostrano un disco ben definito, un nucleo centrale e dei bracci di spirale), e contiene popolazioni stellari quasi
esclusivamente “antiche”, senza evidenze chiare di fresca formazione stellare. Come ben testimoniano anche queste foto
di Hubble, nell’ammasso di Coma se ne trovano in abbondanza, e in
un ampio intervallo di dimensioni, che dalle nane ellittiche arriva fino alle giganti.



SpaceTelescope.org Press Release

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