Blog di Marco Castellani

La costruzione di un racconto

Finalmente sto comprendendo una cosa che – mi sa proprio – per diverso tempo mi ha sempre ostacolato, nei tentativi di scrittura di racconti. Avendo una più lunga esperienza (perlomeno, di prove..) sulle poesie, ho sempre pensato che anche il racconto dovesse avere come principio “aureo” quello della spontaneità e dell’adesione all’estro creativo, magari episodico.

Coerentemente con questo ho guardato spesso con diffidenza – se non con avversione – la procedura, da più parti menzionata e suggerita – di lavoro più “freddo”, distaccato e articolato, più “analitico” sul racconto stesso. Ovvero, definire un plot, anche sommario. Rivedere, levare dei pezzi, spostarli. Provare a riscriverli, magari cambiare prospettiva. Tutte cose senza alcun senso (o con un senso molto più limitato) per una poesia.

Per un racconto servono. Il fatto stesso di provarci me lo dice: in fondo, l’oggetto di indagine stesso detta la forma specifica con la quale approcciarlo. Lavorando su qualcosa si assorbe come la “necessità” di alcuni passi, di alcune procedure. Questo l’ho intuito e l’ho fermato subito in parole.

Ora, vediamo se mi convinco …

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2 Comments

  1. Grazie TT, mi fa piacere che apprezzi le mie poesie 😉

    Scrivere racconti è una cosa un pò tormentata, per me: torno e ritorno su due o tre che ho quasi pronti ma non mi sento mai “confidente” o soddisfatto. Però così facendo imparo (e scrivere è sempre rilassante…)

  2. TT

    Se i tuoi raccinti saranno belli come le tue poesie…passerò spesso a leggerti. TT

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