Blog di Marco Castellani

Mese: Agosto 2009 Page 2 of 3

Le sorprendenti tempeste su Titano

Per quanto piuttosto differente da una tipica foresta tropicale, la regione equatoriale di Titano, la più estesa luna di Saturno, ha recentemente mostrato ai ricercatori che l’ambiente desertico e superfreddo che la contraddistingue, è più che capace di generare tempeste su larga scala.

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Una suggestiva immagine di Saturno e di Titano, ottenuta con il Gemini North telescope

CREDITI: Gemini Observatory/AURA/Henry Roe, Lowell Observatory/Emily Schaller, Insitute for Astronomy, University of Hawai‘i

Difatti, una ricerca in prossima pubblicazione, annuncia la scoperta di significative formazioni nuvolose (che si estendono per ben tre milioni di chilometri quadrati!) all’interno della zona tropicale di Titano, vicino al suo equatore. La ricerca è stata condotta con il Gemini North telescope insieme con lo strumento IRTF (Infrared Telescope Facility) della NASA.

Gemini Observatory Press Release

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Cassini trova un’altra piccola luna negli anelli di Saturno

Giovandosi di una condizione osservativa particolarmente favorevole, la sonda Cassini della NASA continua a trovare nuovi interessanti oggetti e a rivelare piccoli ma importanti dettagli delle strutture del sistema degli anelli del pianeta.

Recentemente la sonda ha catturato l’immagine di un piccolo oggetto che si trova nella porzione esterna dell’anello B di Saturno. La “nuova” piccola luna, situata a circa 480 chilometri dalla parte più esterna dell’anello B, è stata rintracciata osservando la sua ombra, che si estende per circa 41 chilometri attraverso gli anelli. Dalle prime stime sembra comunque davvero piccola, perchè si ritiene che il suo diametro sia inferiore al mezzo chilometro.

La piccola luna nell’anello B di Saturno, “tradita” dalla sua stessa ombra…!
Crediti: NASA/JPL

La ricerca di strutture tridimensionali negli anelli di Saturno è tra i principali obiettivi del team della sonda, durante la “Equinox Mission” di Cassini, il periodo di due anni che contiene l’esatto equinozio – il momento in cui il sole è visto esattamente allo zenith all’equatore del pianeta. In queste condizioni, l’angolazione del sole con il sistema degli anelli permette agevolmente di rilevare le ombre dei piccoli corpi tridimensionali che vi si trovano all’interno, una condizione che favorisce la loro rilevazione da parte della sonda.

NASA JPL Press Release

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La formazione stellare in Cepheus B

L’immagine composita che qui presentiamo è stata ottenuta combinando dati dal telescopio spaziale Chandra e dal telescopio Spitzer, e mostra la nube molecolare Cepheus B, che si trova all’interno della nostra Galassia, a circa 2400 anni luce dalla Terra.  Una nube molecolare è una regione che contiene gas interstellare piuttosto freddo, insieme a polvere rimasta dalla formazione della galassia stessa, composta perlopiù da  idrogeno molecolare.

L’immagine composita della nube molecolare Cepheus B
Crediti: X-ray: NASA/CXC/PSU/K. Getman et al.; IRL NASA/JPL-Caltech/CfA/J. Wang et al.

I dati di Spitzer, in rosso verde e blu, mostrano la nube molecolare (nella parte più bassa dell’immagine) più alcune stelle giovani intorno a Cepheus B, mentre i dati Chandra – rappresentati in violetto – mostrano le stelle giovani nel campo, la cui “luce” è rilevata anche nelle bande più energetiche scrutate dagli strumenti della sonda.

I dati dei due telescopi spaziali, operando in bande molto differenti (infrarosso per Spitzer, banda X per Chandra) concorrono a formare un quadro completo ed articolato delle caratteristiche della nube molecolare, molto importante per i ricercatori e prezioso per comprendere lo scenario di formazione stellare che interessa la nube medesima: un’altra dimostrazione dell’utilità di un “approccio combinato” ottenuto dalla convergenza di diversi strumenti astronomici su un medesimo obiettivo…!

Spitzer Press Release

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L’osservazione delle Perseidi

Oggi anche la homepage di Google ospita un logo del tutto particolare, perchè è il tempo delle Perseidi, lo sciame meterorico che in questi giorni diventa particolarmente visibile. Difatti, benchè il periodo in cui si possono vedere nel cielo notturno si estenda dalla fine di luglio a circa il 20 agosto, il “picco” per la probabilità di poterle scorgere è esattamente nella notte del 12 agosto. Per maggiori informazioni potete visitare la pagina delle meteore di Sky Online.


Ecco il logo tutto dedicato alle Perseidi,
che si può vedere oggi nella pagina di Google

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L’enigmatico “occhio” della galassia NGC 1097

Il telescopio spaziale Spitzer della NASA ci ha appena regalato una splendida immagine di un “creatura degli abissi”, una galassia a spirale con un oggetto al centro, che pare quasi un occhio. Tale “occhio” è in realtà costituito da  un buco nero di dimensioni enormi, circondato da un denso anello di oggetti stellari.

Nella immagine a falsi colori prodotta da Spitzer, l’area intorno al buco nero (chiaramente, invisibile di per se stesso) è di colore blu mentre l’anello di stelle è di colore bianco.

La galassia NGC 1097 vita da Spitzer
Crediti: NASA/JPL-Cahtech

La galassia che forma questo suggestivo spettacolo è chiamata NGC 1097 e si trova a circa 50 milioni di anni luce da noi; come la nostra Via Lattea, è una galassia a spirale, i cui “bracci” sono costituiti da lunghi e sottili filamenti di stelle.

Il buco nero è davvero enorme – circa 100 milioni di volte la massa del Sole – e si nutre di gas e polvere, insieme alle occasionali stelle che sfortunatamente si trovano ad orbitare “troppo” vicino alla sua posizione…

Per alcune stelle che si perdono, comunque, molte altre prendono vita: l’anello intorno al buco nero è infatti sede di intensa formazione stellare. Il motivo è che la caduta di materiale verso la barra centrale della galassia rende possibile tale attività nell’anello, che così viene illuminato dalla formazione di sempre nuovi oggetti stellari. Dunque un ambiente complesso e variegato, dove i ricercatori hanno modo di poter studiare una serie decisamente vasta di fenomeni astronomici: un altro bel risultato del telescopio spaziale Spitzer!

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Confermata la natura del meteorite su Marte

Gli esami eseguiti dal rover Opportunity dell’oggetto  denominato “Block Island” hanno confermato in pieno i sospetti iniziali dei ricercatori: in effetti la roccia “peculiare” sulla superficie di Marte è davvero un meteorite, di ferro e nickel: bene ha fatto il rover a “permettersi” una deviazione dalla sua traiettoria prevista, per andare ad analizzare l’oggetto più da vicino…

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Crediti: NASA/JPL-Caltech/Cornell University

Con una larghezza di circa sessanta centimetri, è il più grande meteorite trovato finora su Marte. Opportunity ha già trovato, in effetti, un altro meteorite sul pianeta rosso: si trattava di “Heat Shield Rock”, individuato circa cinque anni fa.

“Opportunity incontrò il meteorite per una pura coincidenza nelle vicinanze del suo scudo termico (da cui il nome), dopo il termine delle analisi condotte nel cratere Endurance. Heat Shield Rock rappresenta il terzo meteorite (ora il quarto, ndr) trovato su un altro corpo del sistema solare — gli altri due, il Bench crater meteorite e l’Hadley Rille meteorite sono stati trovati sulla Luna.” (da Wikipedia)

NASA/JPL Press Release

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Spitzer studia gli intricati ambienti del centro galattico

Il centro della nostra Via Lattea è nascosto agli sguardi dei “curiosi”, che scrutano con i telescopi in banda ottica, da dense nuvole di polvere e gas interstellare. Se si vogliono acquisire informazioni di questa peculiare zona, occorre dunque utilizzare strumenti che operino in banda diversa da quella alla quale risponde l’occhio umano: in particolare il telescopio spaziale Spitzer – che opera in infrarosso –  ci restituisce ora una vista davvero straordinaria delle affollate zone intorno al centro galattico.

Crediti: NASA, JPL-Caltech, Susan Stolovy (SSC/Caltech) et al.

L’immagine presentata, davvero suggestiva,  è  in realtà un mosaico di fotografie più piccole, e mostra – in falsi colori – le stelle più vecchie e fredde con colorazioni bluastre, e come più rosse invece le nubi di polvere e le popolazioni stellare calde e giovani, a loro associate.

A questa distanza, l’immagine copre una larghezza di ben  900 anni luce: il centro galattico è  ancora distante, circa 26.000 anni luce, verso la costellazione del Sagittario…

NASA Press Release

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Uno shuttle… tutto in Lego!

Un “esperto di Lego” di nome Ben Watson ha creato un modello dello Shuttle davvero raffinato.. non si sa di quanti mattoncini sia composto (penso innumerevoli) ma l’effetto finale è davvero interessante, come potete notare 🙂

La foto è riportata nel sito Eastside Astro-Blog. Per chi poi volesse spingersi oltre, una panoramica assai più completa è riportata al sito Brickshelf. Notevole la ricostruzione dei particolari della zona di carico aperta, veramente riprodotta in maniera minuziosa…!

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