A questo punto, l’orbiter cominciava a prendere immagini della superficie del pianeta rosso, dalla quali veniva infine selezionato un posto adatto all’atteraggio. La mossa successiva consisteva nella separazione del lander dall’orbiter, e nel suo dolce atterraggio su Marte.
Per parte sua, l’orbiter continuava a prendere immagini, e tra il Viking 1 e il Viking 2, venne realizzata la mappatura dell’intero pianeta, in quella che all’epoca veniva chiamata “alta risoluzione”. L’orbiter portò anche avanti misure del vapor d’acqua nell’atmosfera ed eseguì una mappatura termica nell’infrarosso.
L’orbiter del Viking 2 passò a circa 22 chilometri da Deimos e prese immagini ad alta risoluzione di questa luna di Marte, la più piccola tra le due che il pianeta possiede. A differenza dell’orbiter del Viking 1, quello del Viking 2 era decisamente inclinato sopra l’equatore, in modo che risultava assai facile studiare le regioni polari. Intanto il lander prese una serie di immagini a 360 gradi sulla superficie, prese ed analizzò campioni del suolo marziano, monitorò la temperatura, la direzione del vento e la sua velocità.
Le missioni Viking rivelarono inoltre dettagli di vulcani, pianori di lava, enormi canyons, e l’effetto sulla superficie del vento e dell’acqua. Le analisi del suolo intorno ai siti di atterraggio mostrarono una riccheza in ferro, ma nessuna traccia di forme di vita.
La sonda Viking 2
Crediti: NASA
Nel complesso, davvero un ottimo lavoro per le sonde e – all’epoca – un grandissimo salto in avanti per le conoscenza della caratteristiche del pianeta : ancor più sbalorditivo, considerato lo stato della tecnologia negli anni settanta!
Overview della missione su Marte del Viking 2 (NASA)