Quando le missioni umane Apollo riportarono sulla Terra dei campioni di roccia lunare, le analisi rilevarono esigue tracce d’acqua, ma si pensò che fosse di origine terrestre, perché i contenitori usati per trasportare le rocce avevano subìto delle perdite. Per questo si diffuse l’idea che la Luna fosse totalmente arida, tranne forse per qualche accumulo in alcuni crateri presso il polo sud lunare, nei quali la luce solare non arriva mai.
I dati acquisiti di recente dalla sonda indiana Chandrayaan-1 (nel disegno qui sopra) e negli anni scorsi dai passaggi delle sonde statunitensi Cassini e Deep Impact mettono però in dubbio quest’idea. Tutte e tre hanno infatti rilevato più volte il segnale spettrale dell’acqua o del gruppo ossidrile. E lo hanno rilevato in superficie, dato che i rilevamenti degli strumenti non penetrano nel terreno che per qualche millimetro. Il segnale è inoltre più intenso verso le regioni polari, e secondo Deep Impact la presenza d’acqua varia a seconda dell’ora del giorno lunare. C’è più acqua al mattino che a mezzogiorno.
Ma quanta? Chi sta immaginando poetiche distese di rugiada lunare resterà deluso: si stima che ci sia un litro d’acqua per tonnellata di suolo lunare, ossia meno che in qualunque deserto terrestre.