La più lunga serie di misure mai effettuate da HARPS ha finalmente accertato la natura rocciosa dell’esopianeta (pianeta esterno al Sistema Solare) più piccolo e più veloce (nell’orbita intorno alla sua stella) che si conosca, CoRoT-7b, accertando anche la sua massa, pari a circa cinque volte quella del nostro pianeta.

Combinando questa informazione con il raggio del pianeta, già noto, pari a poco meno del doppio di quello della Terra, possiamo derivare una importantissima informazione: la densità dell’esopianeta è piuttosto simile a quella della Terra, il che suggerisce che si tratti di un mondo roccioso, solido, simile appunto alla natura del nostro stesso pianeta.. E non è tutto: l’enorme set di dati raccolto, suggerisce anche la presenza di un altra cosiddetta “super-Terra”, nello stesso “sistema solare alieno”.

Un’immagine di fantasia di Corot-7b.
Crediti: ESO

HARPS lo strumento al quale si deve la notevole scoperta, è una sigla che sta per High Accuracy Radial velocity Planet Searcher, ed è uno spettrografo connesso al telescopio da 3.6 metri dell’ESO (localizzato a La Silla, in Cile). La stella attorno alla quale gira il pianeta, è invece stata una eccitante scoperta della sonda CoRoT, e prende il nome di CoRoT 7; si trova ad una distanza di circa 500 anni luce, e sembra essere leggermente più piccola e fredda del nostro Sole, ma alquanto più giovane, con un’età di appena 1,5 miliardi di anni.

Per quanto possa essere simile alla nostra amata Terra, bisogna dire che le condizioni sul pianeta non appaiono – alla luce dei dati raccolti – tra le più piacevoli: ad esempio, la probabile temperatura alla superficie si dovrebbe aggirare intorno ai 2000 gradi, che scendono però a circa -200 nella sua “faccia notturna”. Inoltre i modelli teorici suggeriscono come il pianeta abbia probabilmente la superficie coperta di lava o oceani “in ebollizione”…

A parte la sua scarsa “vivibilità”, comunque la scoperta è davvero eccitante, e ben fa comprendere come il “gioco sincronizzato” tra i moderni strumenti a terra e le più recenti sonde possono davvero farci scoprire dei “tesori” finora insospettati nello spazio vicino, come pure nelle più remote profondità del cosmo… Se consideriamo anche che il rinnovato Telescopio Spaziale Hubble ha mostrato delle mirabili potenzialità, possiamo essere fiduciosi per le scoperte astronomiche che si prospettano nel futuro prossimo…!

ESO Press Release

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