Blog di Marco Castellani

La bella figura… della galassia di Barnard

ESO ha da poco annunciato il rilascio di una nuova stupenda immagine di una delle galassie a noi più prossime, la galassia di Barnard, nota anche con la sigla NGC 6822. La galassia dista dalla Terra circa 1,6 milioni di anni luce, ed è classificata come una irregolare barrata; fa parte anch’essa del Gruppo Locale di galassie, l’arcipelago di galassie che include – tra quelle più grandi – anche la nostra Via Lattea (…e sì, il gruppo di galassie da cui prende anche il nome questo sito…).

La galassia viene classificata dagli astronomi come irregolare proprio per la sua forma non chiaramente definita (probabilmente dovuta ad incontri “ravvicinati” con altre galassie), come pure per le sue dimensioni, chiaramente ridotte rispetto agli “standard” per le galassie che consideriamo “normali”.

La recente immagine di NGC 6822 è stata ottenuta con il Wide Field Imager al telescopio da 2.2 m.
Crediti: ESO

Proprio le caratteristiche di oggetti come questo, possono aiutare i ricercatori a comprendere meglio i complessi meccanismi di interazione tra le galassie, e come queste a volte possano arrivare a “cannibalizzarsi” tra loro (come abbiamo più volte descritto anche in queste pagine), lasciando a testimonianza di questi fenomeni, solo delle scie e dei filamenti brillanti di stelle appena formatesi…

D’altra parte, essendo di dimensioni pari ad appena un decimo di quelle della nostra  Galassia, la galassia di Barnard ben si adatta alla sua denominazione di “galassia nana“. Essa contiene appena una decina di milioni di stelle, che è davvero un numero esiguo se appena si vuol confrontare con le circa 400 miliardi che popolano la Via Lattea! Non ci si inganni, però: nell’Universo, da quanto sappiamo da tempo, le galassie nane sono di gran lunga le più diffuse, sorpassando di gran lunga, in numero, quelle più grandi come  appunto la nostra.

Da diverso tempo si è compreso come lo studio accurato delle galassie nane può farci capire davvero molto riguardo alle specifiche modalità di formazione ed evoluzione delle galassie, se non addirittura, visto il loro ruolo così “importante”, dell’Universo stesso…

ESO Press Release

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4 Comments

  1. mcastel

    In effetti è proprio la stessa persona più nota per la stella, ovvero Edward Emerson Barnard (1857-1923) che (a quanto sto scoprendo) con il suo rifrattore da sei pollici pare proprio abbia fatto davvero “faville” nell’astronomia osservativa! La wikipedia (soprattutto in inglese) ne riporta un profilo interessante..

    http://en.wikipedia.org/wiki/Edward_Emerson_Bar

    PS Cara Sabrina, sono tornato in pista, ma ancora risento dei postumi dell'influenza.. comunque niente febbre…!
    Un abbraccio,

    Marco

  2. sabrinamasiero

    Marco, sul Blog Tutti Dentro, il nostro collega Giovanni La Mura ti ha lasciato una domanda che ti riporto qui:

    “Una curiosità: ma è lo stesso Sig. Barnard già noto per la stella? In tal caso aveva una vera predilezione per gli oggetti vicini. In fondo, perché accontentarsi di una stella, quando ci si può legare ad una galassia, per quanto nana?”

    Se fosse vero, perchè accontentarsi? Ha ragione!

    Come stai col raffreddore? Va meglio?
    Un abbraccio.
    Sabrina

  3. mcastel

    …ebbene sì! Per quanto risulti sorprendente (anche a chi scrive…), le galassie a 1.6 milioni di anni luce da noi (…milioni, signore e signori, mica bruscolini!) sono considerate prossime alla nostra, e addirittura fanno parte del Gruppo “Locale”. Questo fa capire quanto è enormemente vasto l'universo conosciuto.

    Suggestivo il confronto “comparato” con la storia dell'evoluzione dell'uomo. Se poi pensiamo che ormai riusciamo a rilevare, con i moderni strumenti, la luce di oggetti (tipo quasar) che è stata emessa quando ancora la stessa Terra non si era neppure formata… roba di vari miliardi di anni fa…

  4. flaviocastellani

    Wow. Le galasse noi vicine distano a 1.6 milioni di anni luce!
    E' affascinante pensare che qundo la luce di questa galassia fu generata, qui appena fecero la loro apparizione gli Homo Erectus, proto-antenati della nostra specia Homo Sapiens. Ancora non si controllava il fuoco. Per l'evoluzione nell' Uomo di Neanderthal bisognava aspettare ancora 1 milione di anni, cioe' quando questa luce aveva gia' prcorso circa i due terzi della distanza per raggiungere ed attraversare le nostre lenti. Mind Boggling!!! Chissa' se ne attraversarono / attraverseanno altre!

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