Agnese, 7 maggio 2010
… è così dolce che non posso proprio aggiungere parole… e il coniglio, del resto, è già così contento (e il delfino salterino pure) che non c’è davvero bisogno d’altro, non trovate?
Agnese, 7 maggio 2010
… è così dolce che non posso proprio aggiungere parole… e il coniglio, del resto, è già così contento (e il delfino salterino pure) che non c’è davvero bisogno d’altro, non trovate?
di Sabrina Masiero
Crediti: ESO/S. Gillessen et al.
Dopo 16 anni di attenti studi e grazie allo strumento NACO del Very Large Telescope dell’European Sourthern Observatory (ESO), un gruppo di ricercatori tedeschi, sul finire del 2008, sono riusciti a ricavare una delle più dettagliate osservazioni del buco nero supermassiccio al centro della nostra Galassia. In particolare, si è potuto esaminare la regione centrale mappando l’orbita di almeno 30 stelle, una delle quali ha completato un’orbita intorno al buco nero.
Osservando i moti di 28 stelle che orbitano attorno alla regione centrale della nostra Galassia con straordinaria pazienza e incredibile precisione, un gruppo di ricercatori tedeschi sono riusciti a studiare il buco nero supermassiccio ospitato nella parte centrale della nostra Galassia.
“Il centro della nostra Galassia è uno laboratorio unico dove è possibile studiare i processi fondamentali di alta gravità, di dinamica e formazione stellare che sono di notevole rilevanza per tutti i nuclei galattici, con un livello di dettaglio impossibile al di fuori della nostra Galassia“, ha affermato Reinhard Genzel, ricercatore a capo del gruppo al Max-Planck Institute for Extraterrestrial Physics a Garching, vicino a Monaco.
La polvere interstellare che permea la nostra Galassia impedisce una visione diretta della regione centrale della Via Lattea nella luce visibile. Di conseguenza, è necessario studiare la radiazione infrarossa che penetra e attraversa la polvere per avere un’idea migliore di com’è il core centrale.
In particolare i ricercatori tedeschi hanno utilizzato le stelle centrali come “particelle di prova” osservandone il loro moto attorno al punto ipotetico centrale della nostra Galassia, chiamato “Sagittarius A star”. Queste osservazioni sono risultate fondamentali per capire le proprietà del buco nero stesso, per esempio la sua massa e distanza. Lo studio ha mostrato inoltre, come almeno un 95% circa della massa cui risentono le stelle debba essere dovuta al buco nero.
“Senza dubbio, l’aspetto più spettacolare di questa lunga ricerca è che essa può essere considerata come la migliore evidenza empirica dell’esistenza del buco nero supermassiccio. Le orbite stellari nel centro galattico mostrano che la concentrazione di massa centrale di circa 4 milioni di masse solari debba essere, senza alcun dubbio, un buco nero, “, ha affermato Genzel. Le osservazioni, inoltre, hanno permesso ai ricercatori di determinare con estrema precisione la nostra distanza dal centro galattico, che è pari a 27.000 anni luce.
Questi grandiosi risultati sono stati ottenuti grazie alle osservazioni iniziate nel 1992 con la camera SHARP attaccata al New Technology Telescope dell’ESo di 3.5 metri di diametro a La Silla, Cile. Altre osservazioni sono state portate avanti fino al 2002 utilizzando altri due strumenti montati sul telescopio Very Large Telescope di 8.2 metri di diametro dell’ESO.
Il team di ricercatori è composto da Stefan Gillessen, Frank Eisenhauer, Sascha Trippe, Reinhard Genzel, Thomas Ott (MPE, Garching, Germania), Tal Alexander (Weizmann Institute of Science, Israele) e Fabrice Martins (GRAAL-CNRS, University of Montpellier, Francia).
Reinhard Genzel ha ricevuto il prestigioso premio “Shaw Prize in Astronomy for 2008” nel 2008 per questa scoperta.
Fonte ESO: http://www.eso.org/public/images/eso0846a/ e http://www.eso.org/public/news/eso0846/ .
Sabrina
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