Dati da una survey in corso da parte del satellite SWIFT della NASA hanno contribuito a risolvere un mistero durato diversi anni, riguardante il motivo per il quale sembra che sia solo una esigua minoranza di buchi neri ad emettere una grande quantità di energia.

Dai dati che avevamo finora,  sapevamo come solo circa l’uno per cento dei buchi neri di grande massa seguisse tale comportamento “alto energetico”. Le nuove scoperte sono importanti perché  confermano che i buchi neri in effetti si “illuminano” durante le collisioni galattiche; di più, i dati possono fornire interessanti “anticipazioni” sul comportamento del buco nero che si trova al centro della Via Lattea. I risultati di questo studio appariranno il mese prossimo sulla prestigiosa Astrophysical Journal Letter.

Le controparti ottiche di alcuni AGN individuati da Swift, mostrano chiaramente processi di fusione galattica in corso... NASA/Swift/NOAO/Michael Koss and Richard Mushotzky (Univ. of Maryland)

La radiazione molto intensa emessa dalla zona centrale della galassia (nucleo), si concentra intorno al buchi neri supermassivo che spesso risiede al centro della galassia stessa. I processi implicati forniscono anche una energia pari a circa dieci miliardi di volte quella del Sole: questi “nuclei galattici attivi” risultano dunque tra gli oggetti in assoluto più luminosi dell’intero Universo.

La survey di Swift ha chiarito questo quadro, mostrando come in diversi casi soltanto le indagini in banda “X dura” possono aiutare ad individuare tali fenomeni. Per quanto siano altamente energetici, infatti, si è capito come la presenza di gas e polveri intorno ai buchi neri stessi, possa in molti casi bloccare gran parte della radiazione interessata. Sfuggirebbe in realtà la parte più infrarossa, ma questa poi viene spesso confusa dagli strumenti come un segno di emissione da galassie con fresca formazione stellare – tutto un altro ambito, potremmo dire!

NASA Swift Press Release

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