Che ci azzecca il sottoscritto con una “antica” lettera (diranno subito i miei piccoli lettori.. no questa è copiata….) ? Ci azzecca parecchio, come ho avuto modo di scoprire negli ultimi tempi. Non c’è altro posto in cui ho trovato con tanta semplice umiltà, con una prosa piena di rispetto, dipanato il problema se scrivere o no, se insistere o lasciar perdere. E’ la lettera di Rilke ad un giovane poeta.  Ascolta:

“Lei guarda all’esterno, ed è appunto questo che ora non dovrebbe fare. Nessuno può darle consiglio o aiuto, nessuno. Non v’è che un mezzo. Guardi dentro di sé.”

Si respira una boccata d’aria leggendola, come sempre quando si è davanti ad una cosa vera, le inutili complicazioni cadono giù come un castello di carte ad un soffio di vento. Rimane l’essenziale. 


“…Si domandi, nell’ora più quieta della sua notte: devo scrivere? Frughi dentro di sé alla ricerca di una profonda risposta. E se sarà di assenso, se lei potrà affrontare con un forte e semplice «io devo» questa grave domanda, allora costruisca la sua vita secondo questa necessità. “


Sono grato ad una cara amica che ha sottoposto questo scritto alla mia attenzione, forse intuendo alcuni dei miei ricorrenti dubbi. Vi ritorno da allora, di tanto in tanto, come si potrebbe risentire un bel pezzo di musica da camera, in cui senza tanto clamore ogni cosa si trova al suo posto, e la percezione di bellezza e verità diventa palpabile. Ristoratrice.

“…guardi dentro di sé, esplori le profondità da cui scaturisce la sua vita; a quella fonte troverà risposta alla domanda se lei debba creare. La accetti come suona, senza stare a interpretarla…”

Sto lavorando, quando posso, sul mio “manoscritto” stilato durante il concorso del NaNoWrimo 2009 (di cui ho già parlato su questo blog): è un’avventura affascinante e molto gratificante nel complesso – a condizioni di non lasciarsi paralizzare dalle imperfezioni. E in questo la lettera di Rilke si è rivelata ottima medicina, molto più di tante esortazioni trovate in tanti blog “motivazionali” che oggi vanno di moda nella rete. 

Quando un problema viene posto nei suoi termini corretti, si respira.. sempre!! In poche righe, vengono affrontate sommessamente problematiche che – nell’ambito della scrittura creativa – sembrano a volte “immense”.. non solo SE SCRIVERE, ma COME SCRIVERE e COSA… 

“rifugga dai motivi più diffusi verso quelli che le offre il suo stesso quotidiano; descriva le sue tristezze e aspirazioni, i pensieri effimeri e la fede in una bellezza qualunque; descriva tutto questo con intima, sommessa, umile sincerità, e usi, per esprimersi, le cose che le stanno intorno, le immagini dei suoi sogni e gli oggetti del suo ricordo…” 

E anche l’atteggiamento verso la vita (come potrebbe essere disgiunto dalla scrittura?)

“Se la sua giornata le sembra povera, non la accusi; accusi se stesso, si dica che non è abbastanza poeta da evocarne le ricchezze; poiché per chi crea non esiste povertà, né vi sono luoghi indifferenti o miseri…”

Cosa c’è di più bello? Passo e ripasso la lettera e trovo sempre nuovi motivi di stupore… Potrei parlarne ancora ma non è giusto: non sono le mie parole ad essere importanti, ma quelle delle lettera. Da lì le mie parole possono, semmai, (ri)partire… 

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