di Sabrina Masiero

Un’immagine artistica che mostra una galassia con un buco nero supermassiccio nella sua regione centrale che sta emettendo onde radio. Crediti: NASA/JPL-Caltech.

Una nuova ricerca, pubblicata il 27 maggio scorso sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society (MNRAS), porta ad avvalorare l’ipotesi secondo cui i buchi neri supermassicci controrotanti, ossia che ruotano in senso contrario al disco galattico, possano produrre dei potenti getti di gas. I risultati hanno implicazioni enormi anche su come le galassie possano cambiare nel corso del tempo.

La maggior parte di quello che succede in una galassia dipende dai fenomeni che avvengono in una regione centrale molto piccola, sede del buco nero centrale” afferma David Garofalo, astrofisico teorico del Jet Propulsion Laboratory della NASA, Pasadena (California).  

Da oltre un decennio è noto che tutte le galassie, compresa la nostra, ospitano al loro centro un buco nero supermassiccio con una massa dell’ordine di milioni fino a miliardi di masse solari, circondato ed alimentato da dischi di gas e polvere, chiamati “dischi di accrescimento”. Potenti getti escono sia sopra che sotto il disco galattico, mentre forti venti soffiano verso l’esterno dai dischi stessi.

I buchi neri possono ruotare nella stessa direzione dei dischi. Questi vengono chiamati “buchi neri progradi” (prograde black holes) oppure in direzione opposta, “buchi neri retrogradi” (retrograde black holes). Per decenni si era ritenuto che più alta era la rotazione del buco nero, più potente era anche il getto. Vi erano comunque dei problemi con il modello teorico della rotazione, il cosiddetto “spin paradigm model”. Per esempio, alcuni buchi neri progradi erano stati scoperti privi di getti.

Garofalo ed i suoi colleghi nel primo articolo avevano concluso che buchi neri retrogradi emettevano i getti più potenti, mentre quelli progradi erano più deboli o privi di getti.
Il nuovo studio permette una correlazione tra la teoria e le osservazioni delle galassie a varie distanze dalla Terra. Inoltre, si sono analizzate sia galassie “radio-loud” con getti relativistici, sia “radio-quiet” senza getto relativistico. Il termine “radio” deriva dal fatto che questi particolari getti vengono emessi principalmente nella regione delle onde radio.

I risultati mostrano che la maggior parte delle galassie distanti di tipo radio-loud sono caratterizzate da un buco nero retrogrado, mentre oggetti radio-quiet relativamente più vicini presentano buchi neri progradi. Secondo il gruppo di ricercatori, i buchi neri supermassicci evolvono nel tempo da uno stato di tipo retrogrado a quello progrado. E sembra che le cose funzionino anche con il vecchio modello teorico.

Getti e venti giocano un ruolo estremamente importante nel destino delle galassie. Alcuni ricercatori affermano che i getti possono rallentare e perfino ostacolare la formazione di stelle non solo nella galassia che ospita il buco nero, ma anche nelle galassie vicine.

I getti trasportano un’enorme quantità di energia nella periferia delle galassie, spostando vasti volumi di gas intergalattico e agendo da feedback tra il centro galattico e l’ambiente galattico su grande scala” ha affermato Sambruna del gruppo di ricercatori. “Capire la loro origine è l’interesse principale della moderna astrofisica“.

Fonte JPL-NASA: http://www.jpl.nasa.gov/news/news.cfm?release=2010-186 .

Sabrina

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