di Sabrina Masiero

Un team di ricercatori insieme alla Dottoressa Elisabetta Pierazzo, senior scientist al Tucson-based Planetary Science Institute, sono arrivati a concludere che l’impatto di un meteorite gigantesco è la spiegazione migliore della scomparsa dei dinosauri e di molte altre specie circa 65 milioni di anni fa.
I quarantuno scienziati di vari paesi (Europa, Messico, Canada, Giappone e Stati Uniti) hanno pubblicato i loro risultati il 4 marzo scorso arrivando alla conclusione che ipotesi alternative a quella di un impatto meteoritico sono inadeguate a spiegare l’estinzione di massa alla fine del Cretaceo. I ricercatori fanno riferimento ad una evidenza geologica definita come “limite K-T”che in alcuni casi è marcato da un livello, nelle successioni stratigrafiche, dello spessore di un centimetro e che indica il passaggio fra il Cretaceo e il Cenozoico datato circa 65,5 milioni di anni fa. Si ricordi che K è l’abbreviazione usata per il Cretaceo e T per il Terziario. In particolare, i ricercatori attribuiscono a questo limite un cambiamento climatico estremo causato dall’impatto del meteorite Chicxulub (Chick-shuh-loob).

La Dott.ssa Elisabetta Pierazzo, che ha iniziato a creare un modello dell’impatto quando era studentessa di Dottorato, è stata la prima scienziata a sviluppare delle simulazioni 3D in alta risoluzione dell’evento Chicxulub inserendo nel modello un valore nell’angolo di impatto. I risultati di questo lavoro, realizzato in collaborazione con David Crowford, del Sandia National Laboratori, mostrano chiaramente che gli effetti sul clima terrestre devono essere stati molto più drammatici di quanto si era ipotizzato in precedenza. La simulazione mostra che quantità enormi di ossidi di solfuro devono essere stati eiettati nell’alta atmosfera, alterando in modo drammatico il clima terrestre.

Tuttavia, alcuni scienziati hanno discusso le ipotesi dell’impatto Chicxulub, attribuendo il cambiamento climatico e le estinzioni di massa, invece, all’attività vulcanica nella Deccan Traps, un’area nel subcontinente indiano. Essi teorizzano che sono proprio il raffreddamento globale e le conseguenti piogge acide di questa attività vulcanica ad essere state la causa principale delle estinzioni di massa e non l’impatto Chicxulub in Messico.

Grandi quantità di ossidi di solfuro sono stati liberati nell’atmosfera durante il periodo di attività vulcanica del Deccan” ha affermato la Dott.ssa Pierazzo, “ma si trattava di vari eventi ricorrenti e su parecchi centinaia di migliaia di anni sia prima che dopo il “limite K-T”. Inoltre, i più grandi e importanti cambiamenti a livello biologico alla fine dell’era del Cretaceo sembra siano capitati in modo improvviso e proprio al “limite K-T”, quando si è avuto l’impatto del  Chicxulub.

La conclusione dei ricercatori, da quanto si legge nell’articolo, è che gli ecosistemi marino e terrestre hanno mostrato solo cambiamenti minori durante i 500.000 anni che hanno portato al “limite K-T”. Ma una diminuzione drastica e maggiore nella quantità delle specie viventi e nella diversità delle specie è avvenuto proprio in corrispondenza di quel limite.

Questi dati, insieme a quelli più recenti  ricavati dai campioni di perforazione dell’oceano e da siti continentali, oltre ad una ri-analisi di vecchi studi del”limite K-T”, portano i ricercatori a concludere che l’ipotesi dell’impatto Chicxulub sia la più importante fra tutte le ipotesi prese in considerazione finora.
Combinando insieme tutti i dati disponibili da varie discipline scientifiche siamo arrivati a concludere che un grande impatto di asteroide circa 65 milioni di anni fa, nell’attuale Messico, sia stata la causa principale dell’estizione di massa” ha affermato Peter Schulte, Assistente Professore all’Università di Erlangen in Germania e primo autore dell’articolo.

Dall’analisi del cratere Chicxulub nello Yucatan in Messico e da altri dati provenienti da registrazioni geologiche, i ricercatori hanno concluso che il meteorite dovesse avere un diametro compreso tra i 10 e i 15 chilometri e una velocità venti volte maggiore di quella di un proiettile. L’esplosione è stata di almeno un milione di volte maggiore della bomba atomica di Hiroshima e milioni di volte maggiore della più piccola bomba nucleare mai testata prima.

Il mio saluto alla Dott.ssa Elisabetta che ho avuto l’onore di conoscere un paio di anni fa grazie a Flavio Pierazzo. Buon lavoro!

Fonte Planetary Science Institute: http://www.psi.edu/press.

Sabrina

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