Blog di Marco Castellani

Mese: Settembre 2010 Page 2 of 5

M8, una Laguna tutt’altro che tranquilla…

Una spettacolare immagine fornitaci dal Telescopio Spaziale Hubble ci consente di entrare fin dentro il “cuore” della Nebulosa Laguna. La regione si presenta come una gigantesca nube brillante, di gas e polvere bombardati continuamente dalla radiazione energetica proveniente dalle stelle in formazione. Il nome evidentemente non rende giustizia alla nebulosa, perché suggerisce un ambiente “placido” laddove invece è sede di fenomeni molto energetici.

Il cuore - tutt'altro che tranquillo - della Nebulosa Laguna (Crediti: NASA, ESA)

E’ stata la Advanced Camera for Surveys a catturare la “drammatica realtà” dell’ambiente di gas e polveri scolpito a “viva forza” dall’intensa radiazione che proviene in quantità dalle stelle giovani di grande massa, in fase di formazione, che occupano il vero cuore della Nebulosa Laguna (altresì chiamata Messier 8).

Messier 8 si trova a circa cinquemila anni luce da noi, nella costellazione del Sagittario; rappresenta davvero una enorme fucina di formazione stellare, estesa per circa un centinaio di anni luce. Nubi di idrogeno stanno lentamente collassando per andare  verso la formazione di nuove stelle, la cui intensa luce ultravioletta riscalda il gas circostante, donandogli la caratteristica coloritura rossiccia dell’immagine.

Già Charles Messier, il celebre astronomo francese del diciottesimo secolo, osservò la nebulosa, tanto che la incluse nel suo famoso catalogo (ecco la ragione per il nome alternativo della Nebulosa Laguna). Tuttavia, il suo piccolo telescopio a rifrazione avrebbe difficilmente potuto svelare la vera natura “turbolenta” della regione, ora pienamente apprezzabile grazie al superbo lavoro del Telescopio Spaziale Hubble!

Space Telescope Press Release

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Magica notte a Padova

Un grande evento si terrà a Padova in Piazza dei Signori venerdì 24 settembre 2010 dalle ore 21 alle ore 24. Si tratta della narrazione in 3D della storia del Palazzo dell’Orologio.
Ritrovare un’identità perduta, esserne fieri, rinnovare la fedeltà a  quello spirito è il messaggio che Padova ha lanciato con “Estate Carrarese 2010” e che l’evento di venerdì 24 settembre, “Magica  notte carrarese”, chiude con un gran finale: dieci minuti di spettacolo, storia, narrazione, emozione e tecnologia.

Si rinnova così, con il simbolo del Carro, emblema della Signoria, immortalato dal Giorgione nella Tempesta, il nuovo brand per rilanciare Padova come città d’arte, di scienza, di innovazione e di tecnologia.

In Europa questa tipologia di spettacolo è stata eseguita poche volte, ma questa è la prima su un edificio storico, su preciso storyboard, raccontandone la storia.
Luogo dell’evento è Piazza dei Signori, il monumento scelto per questa grande performance è la Torre dell’Orologio. Nel Trecento, il Palazzo era un’ala della grande Reggia carrarese e nel tempo ha subito molte trasformazioni. L’ultima è del 1532 e ridisegna la facciata secondo i canoni classici del Cinquecento ed è la forma che ancora oggi ammiriamo. Un palazzo, quindi, la cui evoluzione può essere assunta a storyboard di un lungo pezzo della storia di Padova.

Il Palazzo inoltre conserva il grande e magnifico Orologio del Dondi che ci propone una doppia simbologia. Quella dello scorrere del tempo, “così come non lo avete visto mai“, che è il tema e lo slogan della performance tecnologica del 24 settembre e quello della scienza e della tecnologia che vide Padova primeggiare, a livello europeo, nel suo secolo d’oro, il Trecento, e che ancor oggi la vede, in tanti settori, all’avanguardia.
L’Orologio e l’astrario, quindi, come esempi di grande capacità tecnica e conoscenza del tempo.

E’ dal 1344, per volontà di Ubertino da Carrara, che il Palazzo ospita il primo Orologio meccanico “astrale” da torre costruito in Italia da Jacopo Dondi, medico, astronomo, professore all’Università di Padova. Un Orologio che “oltre il battere e mostrar l’hore, mostra il giorno del mese, il corso del Sole nelli dodeci segni dello Zodiaco, li giorni della Luna, gli aspetti dell’istessa col Sole ed il suo nascere e scemare”. Dopo un lungo periodo di incuria, il Palazzo ha avuto un grandioso restauro, conclusosi nel giugno scorso, con il riavvio dell’Orologio, oggi visitabile dall’interno, e il recupero degli spazi interni della Torre.

In Piazza dei Signori effetti i grande realismo. Apparirà dapprima il Palazzo nella sua forma attuale, poi l’Orologio invertirà il suo corso ed esploderanno i calcinacci, il Palazzo si spoglierà del suo “cappotto” rinascimentale e si mostrerà, con i mattoni faccia a vista, nel suo aspetto trecentesco. Si passserà al rogo del Palazzo stesso, cosa successa nel passato, e ad una nuova inversione delle lancette dell’Orologio che lo porterà al futuro mostrandoci il palazzo così come potrebbe essere tra qualche secolo.

Tutto ciò grazie a proiezioni in 3D mappato, una tecnica ancora nuova e poco utilizzata.

Siete tutti invitati a partecipare a questo evento unico.
Sito web: http://www.magicanottecarrarese.com

Sabrina Masiero

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Discovery pronto per la rampa di lancio

Come abbiamo visto alcuni giorni fa, lo Space Shuttle Discovery è stato trasportato fuori dall’Orbiter Processing Facility-3 verso l’edificio di assemblaggio, chiamato Vehicle Assembly Building al Kennedy Space Center di Cape Canaveral. Qui sotto lo Space Shuttle Discovery all’interno dell’enorme complesso del Vehicle Assembly Building. Siamo alle ultime fasi prima che venga sistemato  sulla rampa di lancio 39A.

Crediti immagine: NASA/Dimitri Gerondidakis .

Le varie piattaforme di lavoro sono già tutte sistemate intorno alla navetta per permettere ai tecnici l’accesso ai vari sistemi e alle componenti mentre l’orbiter viene attaccato al resto del complesso e preparato al lancio.
La missione STS-133 dello Space Shuttle Discovery è in programma per il prossimo 1 novembre 2010. Una volta in orbita, l’equipaggio porterà a termine il lavoro sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

Le varie fasi dell’assemblaggio e il trasporto sulla rampa di lancio del Discovery si potranno seguire in diretta nei prossimi giorni su NASA TV: http://www.nasa.gov/ntv. Per aggiornamenti sulle ultime notivizie, vi suggerisco il sito della NASA: http://www.nasa.gov/shuttle.

Fonte NASA: http://www.nasa.gov/mission_pages/shuttle/main/index.html .

Sabrina

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Notte stellata sul Rodano…

Potrebbe mai essere meglio espressa in pittura, la maestà del cielo notturno? Davvero, il tentativo di catturare la bellezza del cielo stellato per Vincent Van Gogh – il famoso pittore della seconda metà dell’ottocento – ha rappresentato una continua sfida: lo testimoniano molti dei suoi lavori, dove con tecniche innovative e riusultati sorprendenti è riuscito a declinarne il tema, così suggestivo per ogni uomo dalle epoche più antiche fino ad oggi (dove putroppo spesso la meraviglia del cielo notturno è preclusa a motivo dell’inquinamento luminoso dei grandi addensamenti urbani).

“Notte stellata sul Rodano” di V. Van Gogh.

Qui sopra è mostrato il famoso dipinto della Notte stellata sul Rodano, dove la città francese di Arles è raffigurata con tanto di luci a gas che si riverberano nel fiume Rodano.  Il bello dei cieli di Van Gogh è che appaiono davvero “vivi” con tanto di immagini stellari turbolente, le quali riescono ad evocare  un cosmo attivo e in perpetuo mutamento. Sopra il fiume, si puà scorgere il familiare asterismo del Grande Carro.

Molto interessante il fatto che, seguendo una linea che collega  le due stelle del Grande Carro sulla destra (come sanno quasi tutti gli appassionati osservatori della volta celeste), si può rintracciare la Stella Polare, l’altezza della quale può essere stimata, tanto da darci anche, di “riflesso” la latitudine di dove è stato dipinto il quadro stesso.

La fedeltà della rappresentazione della volta celeste è certo un indizio della passione e della meraviglia che suscitava al grande pittore, capace come pochi di intendere il perenne spettacolo del cielo…

Adattato da un articolo originale di APOD del 21.09.2010

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Massimo avvicinamento a Giove

Transito di Io su Giove. Crediti: J. Spencer (Lowell Observatory) and NASA/ESA. Fonte: http://spacefellowship.com/news/art22388/closest-encounter-with-jupiter-until-2022.html

Un incontro con Giove che non si ripeterà prima del 2022. Si tratta del momento di massimo avvicinamento tra Giove e la Terra nel loro moto intorno al Sole.

La notte tra il 20 e il 21 settembre è la notte in questione, che viene chiamata “la notte dell’opposizione” perchè Giove si troverà opposto al Sole, sorgendo al tramonto del Sole verso le ore 20 e raggiungendo la massima visibilità ed altezza sull’orizzonte intorno all’una (ora italiana).

Ogni 13 mesi Giove raggiunge la minima distanza dalla Terra. Quest’anno la distanza è la minima che si possa registrare: 592 milioni di chilometri dalla Terra, l’ultima dal 1963. Il prossimo minimo avvicinamento alla Terra avverrà solo nel 2022.

Con un semplice binocolo sarà possibile osservarlo accompagnato dai quattro satelliti galileiani osservati con il cannocchiale da Galileo per la prima volta nel gennaio 1610.
Molto vicino al gigante gassoso, si verrà a trovare anche Urano (a circa 1° di distanza), ma invisibile ad occhio e osservabile solo con un modesto telescopio.

Fonte Science-Nasa: http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2010/15sep_jupiter

Sabrina Masiero

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La straordinaria spirale di LL Pegasi

Cosa può aver mai creato la strana struttura a spirale della parte sinistra dell’immagine qui riprodotta? Nessuno lo può dire con certezza, per quanto sia probabilmente da collegarsi al passaggio di una stella binaria in fase di nebulosa planetaria, con conseguente espulsione nello spazio degli strati più esterni della sua atmosfera.

La straordinaria spirale cosmica in LL Pegasi (Crediti: ESA, Hubble, R. Sahai (JPL), NASA)

L’enorme spirale si estende per un diametro di circa un terzo di anno luce e, con i suoi quattro o cinque giri completi, presenta una regolarità davvero senza precedenti. Considerato il tasso di espansione del gas facente parte della spirale, si può prevedere che un nuovo “strato” debba apparire circa ogni 8oo anni; tempo confrontabile a quello necessario alle due stelle per porsi in orbita una intorno all’altra.

Il sistema stellare così definitosi è noto comunemente come LL Pegasi (o anche con la sigla AFGL 3068). La stessa inusuale struttura è stata catalogata come IRAS 23166+1655. L’immagine qui sopra è stata presa nella banda del vicino infrarosso dal Telescopio Spaziale Hubble. Perché la spirale “brilli” nel cielo è anch’esso un bel mistero: l’ipotesi al momento più attendibile sembra coinvolgere un meccanismo di illuminazione “di riflesso” da parte di stelle vicine.

APOD del 10.09.2004

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E vissero felici e contenti…

Dopo la bella sorpresa di Toy Story 3, era ora di tornare al grande schermo. Sono andato finalmente anch’io a vedere questo capitolo conclusivo di Shrek,  “E vissero felici e contenti”; con la scusa di portare al cinema i due più piccolini, Simone e Agnese (ma quando saranno tutti grandi, che scusa potrò mai adottare?)
Diciamo subito che a livello di grafica (già anche il 2D) e di musiche, il film è più che godibile e certamente ben realizzato. Per quanto riguarda la scenaggiatura,  a mio avviso il film riesce abbastanza bene nell’esercizio di delicato equilibrio – ormai proprio dei migliori titoli del genere – di parlare, nella stessa storia, a due livelli diversi, ossia quelli del pubblico bimbo e quello del pubblico adulto, tipicamente il genitore “accompagnatore”.  
Se pure il messaggio che viene proposto per l’adulto è a tratti piuttosto scoperto e abbastanza esplicito (il tema è chiaramente quello del rischio –  modulato intorno ad uno Shreck “papà” affannato nella vita quotidiana, progressivamente provato fino alla tentazione della fuga – di non percepire più la bellezza e la profondità di quello che si ha, in termini di cose e di affetti), nondimeno la fantasia della storia assieme al suo carattere scoppiettante e deliziosamente burlesco, riescono a scansare le possibili cadute retoriche in una festa assai godibile di colori, luci ed episodi davvero divertenti (il gatto che fa “gli occhioni” lo metterei da solo nella storia del grande cinema di animazione…)
I bimbi sono stati ovviamente presi dalla narrazione incalzante, senza un momento di noia. Alla fine siamo usciti tutti e tre contenti. E non è poco. 
Pensavo uscendo, sì il messaggio sarà pure scoperto, facilmente tracciabile. Perché allora ero contento di aver visto il film? Azzardo allora una interpretazione, necessariamente personale. Per me è sempre più bello trovarmi di fronte a qualcosa che non cede alla tentazione del nichilismo, che in tante forme, più o meno gaie, attraversa le opere culturali della nostra epoca. C’è qualcosa qui, qualcosa che ha a che fare con la mia evoluzione. 
Prima lo assorbivo, questo nichilismo (chiamo così quell’opzione per cui niente vale davvero, ovviamente operando una drastica semplificazione) cercandone le motivazioni culturali. Ora mi fa venire più il mal di pancia, mi sembra frutto di un’opzione ultimamente disonesta, nel senso di un’opzione che non è aperta del tutto alla realtà:  che nel proporne un modello, censura dei fattori importanti. 
E’ meglio stare con gli occhi spalancati come un bambino, allora. 
O come il gattone del film….

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In arrivo la cometa Hartley

Cometa 103P/Hartley fotografata il 15 Settembre 2010 da Gianluca Masi. Cortesia: Gianluca Masi, immagine ad alta risoluzione su: http://virtualtelescope.bellatrixobservatory.org/103P_Hartley_15september2010.jpg

La Cometa 103P/Hartley, o Cometa Hartley 2, ha un diametro stimato compreso tra  1.2 e 1,6 chilometri e un periodo di circa 6,4 anni.  Scoperta nel 1986 da Malcom Hartley utilizzando lo UK Schmidt Telescope situato presso l’Osservatorio di Siding Spring in Australia, da cui il nome della cometa, è il target della missione Deep Impact, il cui fly by è in programma per il prossimo 4 novembre 2010 ad una distanza di 700 chilometri.

La cometa si troverà alla distanza minima dalla Terra il 20 ottobre 2010 (approssimativamente a 0.12 UA – dove 1 UA è la distanza media Terra-Sole dell’ordine di 150 milioni di chilometri), otto giorni prima del suo massimo avvicinamento al Sole. Durante questo passaggio, la cometa sarà visibile a occhio nudo nella costellazione del Cigno se osservata in zone poco illuminate.

Il video realizzato da Gianluca mostra la cometa il 15 settembre scorso si trova su: http://virtualtelescope.bellatrixobservatory.org/103p_15sept2010.gif

Tutte le informazioni sono disponibili sul Sito Web del VirtualTelescope: http://www.virtualtelescope.eu

Un ringraziamento speciale a Gianluca Masi.

Sabrina Masiero

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