Blog di Marco Castellani

Mese: Ottobre 2010 Page 1 of 4

L’ammasso stellare giovane NGC 602

A circa 200 mila anni luce di distanza dalla Terra, nel cuore della Piccola Nube di Magellano si stanno formando brillanti stelle blu. La radiazione solare proveniente da queste stelle scava una vera e propria cavità, dando forma al gas e alla polvere circostante.

La Piccola Nube di Magellano rapresenta un grandioso laboratiorio stellare per portare avanti studi molto dettagliati sui processi di formazione stellare e sull’evoluzione delle stelle in un ambiente poco differente da quello della nostra Galassia.

Le galassie nane, come lo è la Piccola Nube di Magellano, presentano un numero inferiore di stelle rispetto alla nostra e rappresentano i primi mattoni della galassie più grandi. Lo studio della formazione stellare in questa galassia nana è particolarmente interessante perchè la sua natura giovane implica che vi è una mancanza degli elementi più pesanti che si sono formati nella successiva generazione di stelle.

L’immagine risale al gennaio 2007.

Crediti: NASA, ESA, e The Hubble Heritage Team (STScI/AURA)-ESA/Hubble Collaboration. Per ulteriori informazioni:  http://hubblesite.org/newscenter/archive/releases/2007/04/image/a/ .

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Impatto su Giove

La macchia scura nella parte inferiore di Giove è stata causata da una collisione con un asteroide, che è precipitato sul pianeta gassoso nel luglio 2009. Per riuscire a scattare questa fotografia, gli ingegneri hanno sospeso le attività di controllo programmate dopo la fine dell’ultima misisone di manutenzione. Giove si trova a circa 780 milioni di chilometri dalla Terra (5,2 UA).

Crediti: NASA, ESA, M. H. Wong (University of California, Berkeley), H. B. Hammel (Space Science Institute; Boulder, Colo), J. I. de Pater (University of California, Berkeley) e The Jupiter Impact Team.

Un confronto tra le dimensioni dell’impatto prodotto nell’atmosfera gioviana e le dimensioni della Terra.
Crediti: Paul Kalas (UCB), Michael Fitzgerald (LLNL/UCLA), Franck Marchis (SETI Institute/UCB), James Graham (UCB).

Uno dei numerosi video disponibili su YouTube è quello che trovate su:

http://www.youtube.com/watch?v=-sdHaYRHBYc

dove viene mostrata la macchia scura man mano che Giove ruota su se stesso. Sulla sinistra sono visibili alcuni dei suoi satelliti.

Sabrina Masiero

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Meno cinque giorni alla STS-133 Missione Shuttle Discovery

Pochi giorni al decollo della nuova missione STS-133 Shuttle Discovery. I tecnici del Kennedy Space Center in Florida continuano la loro attenta preparazione dello Shuttle Discovery per la missione STS-133.
Avvicinandosi al Kennedy Space Center si possono trovare segnali stradali come questo:

Sulla sinistra, l’edificio del Kennedy Space Center della NASA,  da dove si controllerà la missione che inizierà il prossimo 1 novembre 2010 alle 4:40 pm EDT (Eastern Daylight Time), ossia alle 22:40 ora italiana. La finestra di lancio è di soli 10 minuti.

L’equipaggio della STS-133, con in testa il comandante Steve Lindsey, sta compiendo alcune importanti simulazioni al Johnson Space Center a Houston e rivedendo le procedure con le camere digitali.

L’equipaggio è composto dal Comandante Steven Lindsey, dal Pilota Eric Boe e dagli Specialisti di Missione Alvin Drew, Michael Barratt, Tim Kopra e Nicole Stott.
Il Discovery durante la missione installerà il Permanent Multipurpose Module, l’Express Logistics Carrier 4  e fornirà componenti critici di ricambio alla Stazione Spaziale Internazionale.

Al momento della pubblicazione di questo post mancano cinque giorni e 14 ore circa al lancio.

Per conoscere gli astronauti e che cosa verrà fatto durante la missione STS-133:

http://www.nasa.gov/pdf/484114main_STS133%20Mission%20Summary_10_15_10.pdf
Fonte NASA: http://www.nasa.gov/mission_pages/shuttle/main/index.html

Sabrina Masiero

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Vent’anni di Hubble

In occasione del ventennale del lancio del telescopio spaziale Hubble, uno dei progetti scientifici più ambiziosi mai realizzati, per alcuni giorni pubblichiamo una serie di spettacolari immagini che hanno rivoluzionato l’astronomia moderna.

Chiamato Hubble in omaggio al famoso scienziato Edwin Hubble (1889-153), scopritore dell’espansione dell’universo, il telescopio spaziale è frutto di una collaborazione internazionale tra l’agenzia spaziale americana, la NASA, e quella europea, l’ESA.

Messo in orbita nel 1990 dallo shuttle, il telesocpio ha un diametro di 2,4 metri di diametro che permette di osservare l’universo a lunghezza d’onda non accessibili dalla superficie terrestre a causa dello strato atmosferico che blocca totalmente o in parte la radiazione in ben particolari regioni spettrali. Esso permette di ottenere immagini di una nitidezza impressionante, senza il problema del famoso “scintillio” che le stelle presentano per effetto della turbolenza atmosferica.

Sei missioni shuttle sono state programmate ed eseguite per mantenere funzionante tutta strumentazione a bordo di Hubble. Ogni volta gli astronauti hanno rimosso stumenti obsoleti o guasti, sostituito computer e giroscopi e installato nuovi strumenti, lasciando un telescopio spaziale nuovo, sempre più potente e tecnologicamente sempre più avanzato.

Sabrina

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L’Astronauta John Grunsfeld a Venezia

Me and Dr. John Mace Grunsfeld, PhD in Astronomy and NASA Astronaut in Venice, Church of San Vidal. Public conference, October 13, 2010. Credit: A. Cardullo.

L’astronauta americano John M. Grunsfeld è stato ospite speciale il 13 settembre scorso a Venezia, in occasione della mostra dedicata ai vent’anni di attività dell’Hubble Space Telescope.  Durante la conferenza pubblica, il Dr. Grunsfeld, PhD in astronomia e astronauta della NASA, ha raccontato delle cinque missioni spaziali cui è stato protagonista, tre dedicate alla riparazione della strumentazione di Hubble. E’ stato possibile ammirare alcune immagini inedite dell’ultima servicing mission all’Hubble,  la STS-125 (11-24 maggio 2009). Da questo momento in poi ogni non sarà più possibile riparare il telescopio più famoso al mondo.

Più in basso, una serie di immagini inedite che il Dr. Roger Weiss della NASA-ISS mi ha lasciato e che raccontano la festa che gli amici, colleghi e familiari degli astronauti hanno fatto loro per il rientro a casa, il 26 maggio 2009.

A veteran of five space flights, STS-67 (1995), STS-81 (1997), STS-103 (1999) STS-109 (2002) and STS-125 (2009), Dr. Grunsfeld has logged over 58 days in space, including 58 hours and 30 minutes of EVA in 8 space walks.
Dr. Grunsfeld retired from NASA in December 2009 and currently serves as Deputy Director, Space Telescope Science Institute, in Baltimore, Maryland.

STS-125 Atlantis (May 11-24, 2009) was the fifth and final Hubble servicing mission. After 19 years on orbit the telescope got a major renovation which included the installation of a new wide field camera and a new ultraviolet telescope, new batteries, a guidance sensor, gyroscopes and other repairs. Grunsfeld served as the lead spacewalker in charge of the spacewalking and Hubble activites. He performed 3 of the 5 spacewalks on this flight totaling 20 hours, 58 minutes.


STS-125 Atlantis Crew Welcome Home Ceremony


The superstar STS-125 Atlantis crew enthusiastically welcomed by family, friends, co-workers, team-mates, and public at Ellington Air Force Base, Houston on May 26, 2009.  Credit: Roger Weiss, NASA.

Scott Altman, Greg Johnson. Credit: Roger Weiss, NASA.

Greg Johnson, Mike Good, Megan McArthur. Credit: Roger Weiss, NASA.

Megan McArthur, John Grunsfeld, Mike Massimino. Credit: Roger Weiss, NASA.

John Grunsfeld, Mike Massimino, Drew Feustel. Credit: Roger Weiss, NASA.


NASA/JSC Building 4-South 1st floor’s “Hall of Fame,” where support teams decorate the walls with great photos from training and in-flight… Adorned with hilarious captions…also significant objects memorable for the crew…. Here, Mr. Hubble! Credit: Roger Weiss, NASA.

Special thanks to my Friend Dr. Roger Weiss (SAIC / NASA-Johnson Space Center) for his permission to publish these photos. They are wonderful pieces in the history of astronautics.

Sabrina Masiero

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Dove si formano le stelle

Image Credit: NASA, ESA, A. Nota (ESA/STScI) et al.

E’ una regione di formazione stellare che si trova tra la Piccola Nube di Magellano e la nebulosa NGC 346 con un’estensione di circa 200 anni luce, ripresa dall’Hubble Space Telescope. Galassia satellite della nostra, la Piccola Nube di Magellano (SMC) è una meraviglia del cielo australe, a circa 210.000 anni luce di distanza dalla Terra.
Studiando la nebulosa NGC 346, i ricercatori hanno identificato una popolazione di stelle che si stanno formando che si mostrano nella scura linea di polvere ben visibile in una immagine.

La Piccola Nube di Magellano, piccola ed irregolare, rappresenta un tipo di galassia molto comune nel vicino universo che contiene i mattoni fondamentali per la formazione delle galassie più grandi oggi osservabili. Si pensa che la nursery stellare NGC 346 sia simile a quelle trovate nell’universo primitivo.

L’immagine è stata ripresa dalla Wide Field and Planetary Camera 2 (WFPC2) che è stata rimossa dall’Hubble l’anno scorso durante la missione STS-125 dello Shuttle.

Per maggiori informazioni si visiti il sito dell’Hubble (HubbleSite):

http://hubblesite.org/gallery/behind_the_pictures/wacky_shape/constructing.php
Fonte NASA: http://www.nasa.gov/multimedia/imagegallery/image_feature_1783.html

Sabrina Masiero

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Un break sulla rampa di lancio

Al Kennedy Space Center della NASA in Florida, l’equipaggio della missione Discovery STS-133 si prende una pausa durante il countdown di un lancio simulato sulla rampa di lancio 39A.

Da sinistra, il Pilota Eric Boe, lo specialista di missione Michael Barratt, il Comandante Steve Lindsey, e gli specialisti di missione Tim Kopra, Nicole Stott e Alvin Drew.

La simulazione fa parte di un lungo test della durata di una settimana. Il Discovery e il suo equipaggio consegneranno il modulo permanente multiuso (The Permanent Multipurpose Module), imballato con materiali di consumo e varie parti di ricambio, e anche il Robonaut 2, l’aiutante astronauta “umanoide”, alla Stazione Spaziale Internazionale.

Image Credit: NASA/Kim Shiflett.
Fonte NASA: http://www.nasa.gov/multimedia/imagegallery/image_feature_1787.html

Sabrina Masiero

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Un’eclisse solare per SDO

Il 7 ottobre 2010, il Solar Dynamics Observatory della NASA (SDO) ha osservato il primo transito lunare quando la Luna è passata direttamente fra la sonda, nella sua orbita sincrona con la Terra) e il Sole. Con SDO che osserva il Sole a una lunghezza d’onda nell’estremo ultravioletto, la Luna, che appare scura, ha creato una parziale eclisse solare.

Cortesia: NASA.
Fonte Sun and Moon:  http://www.nasa.gov/multimedia/imagegallery/image_feature_1785.html

Sabrina Masiero

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