Blog di Marco Castellani

Giorno: 17 Marzo 2011

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La magia del Perseo

Doppio Ammasso del Perseo. Fonte: http://www.guidastro.org/2008/08/doppio-ammasso-in-perseo/

Articolo di Marco Mattorre

Il Perseo, costellazione dell’emisfero boreale, nasconde parecchie meraviglie celesti. Rintracciare questa costellazione è piuttosto facile: partendo dalla costellazione di Cassiopea, di forma simile a una W, basta far scivolare lo sguardo sotto di essa.

Partiamo col descrivere gli oggetti più famosi dell’ammasso, per poi passare a quelli che lo sono meno, ma alla portata dei piccoli telescopi.

Senza ombra di dubbio, l’oggetto più conosciuto e osservato con ogni tipo di strumento e visibile perfino a occhio nudo è il doppio ammasso aperto NGC884-869. Si tratta del più bello e famoso ammasso aperto dell’intero emisfero boreale. Già con un binocolo 7×50 o 10×50 è piuttosto affascinante. Lo diventa molto di più con un telescopio di focale corta, come un 80/600, o un 200/800. Con un rifrattore 80/600 è spettacolare perchè si osservano centinaia di stelline; con un telescopio da 200 in su acquista una bellezza che potremmo definire “fotografabile”: si evidenziano, infatti, senza difficoltà nell’ammasso stesso, delle strutture interne, ovvero delle catene stellari ; in particolare, 3-4 stelline che appaiono di colore arancione, circondate da migliaia di stelle! Con un Dobson da 400 mm di diametro e 63 ingrandimenti l’ammasso raggiunge una spettacolarità e bellezza uniche: il campo dell’oculare è completamente “bianco”, l’emozione va letteralmente alle stelle!

M76. Fonte: http://www.iac.es/telescopes/IAM/Dic08_ing.html

Nell’ammasso del Perseo si trova anche il più debole oggetto del Catalogo Messier: la bellissima nebulosa planetaria M76. Date le sue buone dimensioni e una magnitudine di 12, M76 è tipicamente un oggetto binocolare, ma sotto un buon cielo è già visibile con un telescopio da 80 mm di diametro. Con un telescopio di piccolo diametro si presenta come una stellina avvolta da un tenue alone; con telescopi da 250 mm di diametro in su cambia notevolmente: è piuttosto estesa, con alcune differenze di luminosità interne. Con telescopi da 400 mm di diametro in su, M76 ricorda molto M27.

M34. Fonte: http://thebigfoto.com/messier-objects-gallery-m34-m44 .

M34 è un altro bell’ammasso aperto (il suo nome ci ricorda che anch’esso fa parte del Catalogo Messier). M34 si presenta abbastanza concentrato e partendo dalle regioni “nucleari” le catene stellari sembrano assumere una forma triangolare. Osservando la regione centrale dell’ammasso e usando oculari a grande campo, si ha la sensazione che le stelle ci piovano addosso.

Melotte 20: Fonte: http://www.allthesky.com/clusters/alphaper.html

Melotte 20 è un ammasso aperto dove si trova la stella Alfa, quella più luminosa dell’ammasso: Mirphak. E’ un ammasso davvero bello anche con un semplice binocolo; con un telescopio basta usare bassi ingrandimenti e lo spettacolo è assicurato!

Il Perseo non nasconde solo ammassi aperti e nebulose,ma anche galassie! Tra le più belle e facili da osservare, con un 150 mm di diametro e un buon cielo, troviamo la galassia NGC 1023.

NGC 1023. Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/File:NGC1023_JeffJohnson.jpg

Posizionata nella parte meridionale del Perseo, per la precisione a sud-est, quasi al confine con la costellazione di Andromeda, quando viene osservata a bassi ingrandimenti, seppur non molto luminosa, appare abbastanza definita e di dimensioni non troppo ridotte. Già con un telescopio da 250 mm, usato sui 150 ingrandimenti, NGC 1023 diventa un oggetto “fotografabile” e ricorda molto M63 nei CvN. Con un Dobson da 400 mm di diametro i dettagli aumentano e nell’alone possiamo notare diverse frastagliature e noduli.

NGC 1275. Fonte: http://apod.nasa.gov/apod/ap080822.html

Utilizzando un Dobson da 400 mm di diametro,non possiamo lasciarci scappare Perseus A,ossia la galassia NGC 1275, che si trova a circa 2° nord-ovest da Algol (Beta Perseo),che non è facilmente visibile,dato che è piuttosto piccola. Aumentando gli ingrandimenti a 163 x e riosservando la cartina (per essere sicuri di essere nella zona giusta), basta aspettare pochi secondi per poterla osservare nella sua bellezza.

Inizialmente osserviamo il bulge, poi, magicamente, appare l’intera galassia. Con la visione distolta, però, nello stesso campo dell’oculare appaiono altre nove galassie! Nove galassie nel campo dell’oculare non sono poche, anche se queste non sono luminose come quelle che costituiscono l’Ammasso della Vergine. Si trovano più precisamente nella Catena di Markarian. Con un cielo pulito e poco illuminato da fonti artificiali e in assenza di Luna, con la pazienza che contraddistingue gli astrofili, è possibile raccoglierne la luce e osservarle nella loro magnificienza. La Catena di Markarian, proprio perchè facile da osservare, è la più blasonata, mentre la regione della NGC 1275, sia perchè non molto conosciuta sia perchè serve un telescopio con un buon diametro è un po’ dimenticata.

Il bello dell’osservazione secondo me non è tanto quello di osservare o “scoprire una seconda catena di Markarian”, ma la pazienza di usare lo starhopping e la visione distolta. Ci vuole molta pazienza: dopo aver consultato l’atlante celeste, ci si posiziona nel punto esatto, ma … Come mai non si vede nulla? Si va di nuovo all’atlante e ci si accorge che non c’era nessun errore nella posizione…  Eppure si continua a non vedere nulla. Mettendo manon agli ingradimenti, ci si rende conto che solo a bassi ingrandimenti non si vede nulla, ma, aumentandoli, si contano ben 10 galassie… Se non è magia questa….
Il Perseo non ci regala solo questo. Non posso dimenticare di citare la bella stella Beta, la variabile Algor e il famosissimo sciame meteoritico delle Perseidi che ogni anno, nel mese di agosto, fa alzare lo sguardo a milioni, se non a miliardi, di persone e a farci sognare.

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