Blog di Marco Castellani

Mese: Aprile 2011 Page 1 of 6

Endeavour: partenza rinviata

Lo Space Shuttle Endeavour ripreso durante il temporale notturno del 28 aprile scorso sulla rampa di lancio 39A al Kennedy Space Center a Cape Canaveral, Florida.
Il lancio della missione STS-134, in programma per ieri, è stato spostato almeno fino a lunedì prossimo, 2 maggio 2011. L’ultim volo dell’Endeavour è in programma per le 14:33, le 21:33 ora italiana.

Durante il conto alla rovescia di ieri, i tecnici della NASA hanno rilevato un guasto in uno dei due circuiti di riscaldamento associati all’Auxiliary Power Unit (APU 1). I tecnici sono ora impegnati a riempirlo di idrazina.

L’incontro dei due astronauti italiani dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), Roberto Vittori che fa parte della missione, e Paolo Nespoli, che si trova sulla ISS verso cui è diretto lo Shuttle dal 15 dicembre scorso,  è il primo incontro di due astronauti della stessa nazionalità a bordo della ISS.

Nei giorni scorsi si erano osservati dei danni lievi al serbatoio esterno di carburante. I tecnici della NASA, insieme agli engegneri, hanno condotto della particolari ispezioni proprio sabato scorso. Successivamente, si è diffusa la notzia che danni più gravi a tutta la struttura dello Shuttle non ce n’erano. Sembra che questi guasti siano stati provocati dai temporali sopra il Kennedy Space Center dei giorni scorsi.

Fonte NASA Gallery: http://www.nasa.gov/multimedia/imagegallery/image_feature_1932.html
Space Shuttle Era: http://www.nasa.gov/mission_pages/shuttle/flyout/launchpadflyout.html

Sabrina

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Go Endeavour!

Ultimo lancio in programma per lo Shuttle Endeavour. Staseara alle 21:47 italiane partirà per il suo ultimo viaggio nello spazio lo Shuttle Endeavour dal Kennedy Space Center dalla rampa 39A.

I membri della missione STS-134 Shuttle Endeavour è composta dal Comandante Mark Kelly, dal pilota  Gregory H. Johnson e dagli specialisti di missione Michael Fincke, Greg Chamitoff, Andrew Feustel e dall’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) l’italiano Roberto Vittori.

Qui sopra il nostro astronauta italiano Roberto Vittori. Lo shuttle Endeavour raggiunterà la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) fra due giorni dove, da parecchi mesi, si trova anche un altro astronauta italiano, Paolo Nespoli.

Vittori avrà l’incarico di manovrare il braccio robotico che sposterà l’Alpha Magnetic Spectrometer (AMS) dalla stiva dello Shuttle Endeavour sulla ISS. L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) ha auuto un ruolo importante nel progetto AMS, insieme all’Agenzia Spaziale Italiana (ESA), di cui i nostri due astronauti fanno parte. AMS è un rivelatore di particelle, costato ben 2 miliardi di dollari, che permetterà lo studio dei raggi cosmici, dell’antimateria e della materia oscura per avere probabilmente informazioni più precise sull’origine dell’universo e sulla sua composizione.

Roberto Vittori realizza un sogno: il volo sullo Shuttle. Dopo essere stato trasportato sulla Stazione Spaziale Internazionale grazie alla Soyuuz russa, ora raggiungerà per la terza volta la ISS ma con lo Shuttle Endeavour.

Stasera tutto il mondo punterà gli occhi sulla rampa di lancio e sull’Endeavour.  Vi saranno due ospiti d’eccezione: il Presidente americano Barack Obama e Gabrielle Giffords, la moglie dell’astronauta Mark Kelly, comandante della missione, deputata democratica che è stata gravemente ferita alla testa nella sparatoria lo scorso 8 gennaio in Arizona.

Qui sotto una sequenza delle immagini più belle dello Shuttle Endeavour e dell’equipaggio.

Il poster della missione STS-134. Cortesia NASA.

Una spettacolare ripresa dall’alto dello Shuttle Endeavour quando vengono agganciati i due booster laterali e il serbatoio centrale nel Vehicle Assembly Building presso il Kennedy Space Center della NASA in Florida. Cortesia NASA.

Lo Shuttle Endeavour esce dall’edificio di assemblaggio per raggiungere la rampa di lancio. Cortesia: Ben Cooper e Julie ‘Joules’ Roach.

L’equipaggo durante una conferenza stampa risponde alle domande dei giornalisti. Il primo a sinistra è il comandante Kelly, il terzo da destra il nostro astronauta Vittori.  Photo by Kim Shiflett. Thanks to  my Friend Julie ‘Joules’ Roach.

Lampi sopra il Kennedy Space Center nel tardo pomeriggio di ieri poco prima del temporale. Auguriamoci che il tempo permetta la partenza della navetta. Cortesia Gene Blevins/LA Daily News. Thnks to Julie ‘Joules’ Roach.

Lo Shuttle pronto sulla rampa di lancio 39A. Cortesia NASA-Julie ‘Joules’ Roach.

Lo Shuttle stanotte sulla rampa di lancio illuminato. C’è un 70% di possibilità che il lancio abbia effettivamente la possibilità di avvenire a causa della copertura nuvolosa sopra il Kennedy Space Center. Cortesia NASA.

Per maggiori informazioni si visiti il sito della NASA su: http://www.nasa.gov/mission_pages/shuttle/main/index.html

Video: http://www.nasa.gov/multimedia/videogallery/index.html?collection_id=14554&media_id=84479951

Sabrina

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L’Anomalia del Pioneer: mistero risolto?

Il fly-by del Pioneer 10 con il pianeta Giove in un’immagine fantastica. Cortesia NASA.

Per oltre un decennio, l’anomalia del Pioneer è stata un problema aperto, una sorta di domanda senza risposta nell’ambito della fisica. L’esistenza di un’apparente accelerazione costante dovuta al Sole registrata sulle due sonde spaziali Pioneer 10 e 11 fu rilevata per la prima volta nel 1998 da un team di scienziati del Jet Propulsion Laboratory (JPL) di Pasadena, (California) e pubblicata sul Phusics Revew Letter [1]. L’anno successivo questa anomala accelerazione fu studiata in maggior dettaglio, ottenendo per essa un valore costante pari a (8.74 ± 1.33) × 10 ^(− 10) m/s ^2 [2].

Gli scienziati e i tecnici della NASA monitorarono costantemente la posizione delle due sonde spaziali utilizzando l’effetto Doppler. In particolare, l’astronomo John Anderson negli anni Ottanta ideò un algoritmo matematico in grado di utilizzare le trasmissioni radio tra le sonde Pioneer e il nostro pianeta per studiare gli effetti gravitazionali nelle regioni periferiche del nostro sistema solare interno (interno nel senso che ci limitiamo a considerare il nostro sistema solare costituito solo dai pianeti e trascuriamo tutto quello che sta oltre l’orbita di Nettuno, che fa ancora parte del nostro Sistema Solare e che comprende la Fascia di Kuiper e la Nube di Oort). Durante queste misurazioni, si osservò un’anomalia nei calcoli, una sorta di discrepanza tra l’effetto Doppler previsto dall’algoritmo di Anderson e la misurazione dei segnali radio delle due sonde. Da questa discrepanza emerse che i due Pioneer sembravano decelerare rispetto a quanto previsto dall’algoritmo di Anderson.
Per spiegare la decelerazione, si ipotizzò la presenza di grosse quantità di materia oscura, mai stata rilevata, nella zona più esterna del sistema solare, cioè al di là della fascia principale degli asteroidi, che tendeva a rallentare le due sonde. Un’altra ipotesi fu quella di ricorrere alla teoria del MOND (MOdified Newtonian Dynamics), ossia una teoria che afferma che la legge di gravitazione universale potrebbe non essere in realtà così universale e applicabile a tutti gli oggetti dell’universo come finora si è ipotizzato. In questa teoria viene introdotta una nuova costante, a(0), che ha le dimensioni di un’accelerazione e che modifica la legge di gravitazione universale di Newton per valori di accelerazioni molto piccoli. Questo comporta che la meccanica classica, quella newtoniana, funziona solo nel limite di accelerazioni grandi, superiori ad a(0), mentre per accelerazioni molto più piccole di a(0) interviene questa teoria modificata.
Sia la materia oscura che la teoria del MOND non riuscivano a spiegare questa discrepanza rilevata. Non erano state comunque escluse fattori tecnici, come un guasto o un malfunzionamento o un’anomalie della strumentazione delle sonde.

Si pensò allora che responsabile di questa decelerazione fosse il reattore SNAP-19 carico di qualche chilo di Plutonio 238 che alimentava entrambe le sonde e che poteva venir irradiato nello spazio in direzione opposta al moto delle sonde, producendo il rallentamento misurato. Ma si constatò che questo non poteva sussistere, dato che la spinta prodotta dal reattore avrebbe dovuto diminuire nel corso del tempo, anno dopo anno, non nel modo calcolato dai ricercatori.

Rappresentazione artistica del Pioneer 11 mentre compie il suo fly-by con Saturno. Cortesia NASA. Disponibile sul sito: Interstellar Spaceships and probes: http://privat.bahnhof.se/wb671350/space.html .

In un lavoro pubblicato da F. Francisco  dell’Instituto  de  Plasmas  e  Fus˜ao  Nuclear, Instituto  Superior  Técnico di Lisbona e dai suoi colleghi il 27 marzo 2011 (“Modelling the reflective thermal contribution to the acceleration of the Pioneer spacecraft“, Fonte: http://arxiv.org/abs/1103.5222) si afferma che i calcoli di Anderson degli anni Ottanta non erano corretti, perché non tenevano conto del calore riflesso dalle diverse parti che costituiscono le due sonde (effetti termici, come vengono chiamati). La radiazione generata dal reattore viene irradiata nello spazio ma anche riflessa dalle diverse componenti delle due sonde.
Utilizzando un nuovo algoritmo per calcolare i riflessi di luce su un oggetto tridimensionale, il team di Francisco è stato in grado di calcolare la quantità di calore emesso dal compartimento dell’equipaggiamento e a tener conto dei riflessi della radiazione termica contro la parete posteriore dell’antenna principale. Dato che quest’ultima punta verso il Sole e le sonde si stanno allontanando da esso, il calore riflesso rallenterebbe le due sonde Pioneer. Il valore della decelerazione, o anomalia del Pioneer, tornerebbe con quest’ultimo valore.

Nella parte conclusiva dell’articolo si legge: “With the results presented here it becomes increasingly apparent that, unless new data arises, the puzzle of the anomalous acceleration of the Pioneer probes can finally be put to rest” (traduzione: “Con i nostri risultati presentati qui, diventa sempre più chiaro che, a meno che non emergano nuovi dati, il mistero dell’accelerazione anomala delle sonde Pioneer possa essere considerato risolto“).

 

La rappresentazione delle traiettorie delle due sonde Pioneer 10 e 11. Cortesia NASA.


Le due sonde Pioneer 10 e 11 furono lanciate quasi quarant’anni fa, la prima il 2 marzo 1972 e la seconda il 5 aprile 1973. Il Pioneer 10 fu la prima sonda spaziale ad oltrepassare la fascia principale degli asteroidi compresa tra Marte e Giove (con oltre 35 000 oggetti osservati) e la prima ad avere un incontro ravvicinato con Giove, il pianeta più grande del nostro sistema solare.
L’ultimo segnale dalla sonda Pioneer 10 raggiunge la Terra il 23 gennaio 2003 e numerosi furono i tentativi successivi di ripristinare il contatto, l’ultimo dei quali tra il 3 e il 5 marzo 2006, senza alcun risultato. Il Pioneer 10 si sta muovendo attualmente in direzione della stella Albebaran, una gigante rossa che forma l’occhio del Toro nell’omonima costellazione. Aldebaran è a circa 68 anni luce di distanza dal Sole (un anno luce è la distanza che percorre la luce in un anno alla velocità di quasi 300 000 chilometri al secondo) e il Pioneer impiegherà oltre due milioni di anni per raggiungerla.

Il Pioneer 11 fu la prima sonda a compiere un fly by con Saturno nel 1979. Non sono stati più possibili più contatti con essa dal 30 settembre 1995, cioè da quando non si è più trovata lungo la linea di vista con la Terra. Il Pioneer 11 si muove nella direzione individuata dalla Costellazione dell’Aquila, che si trova a nord-est della costellazione del Sagittario, e transiterà vicino ad una di queste stelle dell’Aquila fra circa 4 milioni di anni [3].

E’ sicuramente un risultato interessante quello ottenuto da Francisco e i suoi colleghi che verrà ora preso in considerazione dalla comunità scientifica. Se tale conclusione verrà accettata, avremmo compiuto un passo in avanti nell’identificare un effetto di cui si dovrà tener conto nelle future missioni spaziali.
L’anomalia del Pioneer un decennio più tardi ha dato i suoi frutti.


Basato sull’articolo: “Modelling the reflective thermal contribution to the acceleration of the Pioneer spacecraft” F. Francisco, O. Bertolami, P.J.S. Gil e J.Pàramos, arXiv:1103.5222v1 [physics.space-ph]. Fonte ArXiv: http://arxiv.org/abs/1103.5222 .  Scaricabile su questo sito oppure direttamente, cliccando su: http://arxiv.org/PS_cache/arxiv/pdf/1103/1103.5222v1.pdf

[1] Indication, from Pioneer 10/11, Galileo, and Ulysses Data, of an Apparent Anomalous, Weak, Long-Range Acceleration, J.D. Anderson, P.A. Laing, E.L. Lau, A.S. Liu, M.M.Nieto e S.G.Turyshev, Phys. Rev. Lett. 81, 2858–2861 (1998) Fonte: http://prl.aps.org/abstract/PRL/v81/i14/p2858_1

[2] Study of the anomalous acceleration of Pioneer 10 and 11, J. D. Anderson, P. Laing, E. Lau, A. Liu, M. M. Nieto e S. G. Turyshev, Phys. Rev. D 65, 082004 (2002). Fonte: http://prd.aps.org/abstract/PRD/v65/i8/e082004

[3] Fonte NASA-Pioneer: http://www.nasa.gov/centers/ames/missions/archive/pioneer.html

Sabrina

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Il van Gogh del cielo infrarosso…

La sonda NASA Wide-field Infrared Survey Explorer (brevemente WISE) è un pò come il van Gogh dei cieli infrarossi. Infatti, come il famoso pittore impressionista ha creato fantastiche immagini della natura, e del cielo stellato, attraverso l’uso straordinario della luce e dei colori, così WISE ci ha fornito una serie di immagini senza dubbio davvero pittoresche del nostro universo, rappresentando mediante colori le diverse frequenze della luce infrarossa. L’immagine che abbiamo oggi il privilegio di ammirare ne è un esempio perfetto, e si riferisce alla nebulosa NGC 2174, ai margini delle costellazioni del Gemelli e di Orione.

 

La nebulosa NGC 2174 “dipinta” da WISE (Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA)

I colori nella foto possono sembrare come distribuiti da sapienti pennellate, ma sono semplicemente frutto di una rappresentazione di specifiche lunghezze d’onda dello spettro di luce infrarossa.  Particelle di gas interstellare vengono riscaldata dalle stelle dell’ammasso, al centro della nebulosa, ed emettono alle lunghezze d’onda di 12 e 22 micron, che WISE rappresenta con i colori verde e rosso, rispettivamente. Le stelle in colore blu e ciano sparse per tutta l’immagine, spiccano sulla distribuzione di gas e polveri, e mettono luce a 3.4 e 4.6 micron.

NGC2174 è una nuvole di gas e polvere gigantesca, che circonda l’ammasso stellare aperto NGC2175. L’oggetto NGC2174 fu scoperto nel 1877 dall’astronomo francese Jean Marie Stephan, che impiegò un telescopio a riflessione di 80 cm presso l’Osservatorio di Marsiglia, in Francia. Al giorno d’oggi, è un target favorito dagli astrofili perché può essere visto anche già con un semplice binocolo o con un piccolo telescopio.

NASA/JPL Press Release

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Endeavour: ultime ore prima del lancio

Mancano pochi giorni alla partenza dell’ultima missione dello Space Shuttle Endeavour in programma per il 29 aprile 2011 alle ore 15:47  EDT (19:47 UTC/GMT), le 21:47 in Italia. Durante la missione STS-134  che durerà 14 anni, verrà consegnato alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) l’Alpha Magnetic Spectometer (AMS). Cortesia NASA.

Una bella immagine dell’equipaggio della missione STS-134 dello Shuttle Endeavour  con lo stemma della missione. In senso orario: gli astronauti Mark Kelly (al centro della foto), comandante della missione; Gregory H. Johnson, pilota; Michael Fincke, Greg Chamitoff, Andrew Feustel l’astronauta dell’Agenzia Spaziale europea Roberto Vittori, tutti specialisti di missione.
Il nostro Roberto Vettori sarà il secondo astronauta italiano a trovarsi in orbita attorno alla Terra al momento, oltre a lui, infatti, Paolo Nespoli è attualmente a bordo della ISS. Crediti NASA.

Nel Vehicle Assembly Building presso il Kennedy Space Center della NASA in Florida lo Shuttle Endeavour viene agganciato al serbatoio principale esterno e ai due booster laterali a propellente solido, che sono già posizionati sulla piattaforma di lancio mobile. Qui sotto un’immagine notturna mentre lo Shuttle lascia l’edificio per la sua ultima missione. Crediti NASA.

Qui sotto lo Space Shuttle Endeavour sulla rampa di lancio dopo aver lasciato il Vehicle Assembly Building. Cortesia NASA.

Qui sotto i due astronauti Scott Kelly e Mark Kelly sono fratelli gemelli e in questa missione avranno modo di incontrarsi nuovamente. Infatti, Mark Kelly si trova già a bordo della ISS.

Fonte Space.com: http://www.space.com/11221-photos-space-shuttle-endeavour-final-mission-sts134.html

Buon viaggio, Endeavour!

Sabrina

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Endeavour: preparazione al lancio

La costa della Florida vicina al Kennedy Space Center di Cape Canaverl si sta riempiendo di gente. E’ fissato per il prossimo 29 aprile l’ultma missione dello Shuttle Endeavour, penultima missione in programma per le missioni Shuttle, la STS-134.
La folla di gente è aumentata nel corso dei lanci Shuttle in questi trent’anni di attività della navetta e, naturalmente, con l’imminente chiusura del programma, la curiosità e l’affetto sta aumentando a dismisura.
L’area dove è possibile sostare per amminare il lancio ha ospitato 400 000-500 000 visitatori, durante l’ultimo lancio della navetta Discovery nel febbraio scorso, secondo quanto ha affetmato Robert Varley, Executive Director dello Space Coast Office of Tourism della Florida.

Cortesia NASA.
Fonte Space.com:  http://www.space.com/11462-nasa-space-shuttle-endeavour-launch-florida-crowd.html

Sabrina

Sabrina

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2011 Anno Mondiale delle Foreste

Il 20 dicembre 2006, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione proclamando il 2011 Anno Internazionale delle Foreste per sostenere l’impegno di favorire la gestione, conservazione e lo sviluppo sostenibile delle foreste di tutto il mondo.
Le foreste sono parte integrante dello sviluppo sostenibile globale: le attività economiche legate alle foreste influiscono sulle condizioni di vita di 1 miliardo e 600 milioni di persone in tutto il mondo; inoltre sono fonte di benefici a livello socio-culturale e costituiscono il fondamento del sapere delle popolazioni indigene; infine, come ecosistemi, le foreste giocano uno ruolo fondamentale nel proteggere la biodiversità e nell’attenuare gli effetti del cambiamento climatico.
Per saperne di più (e si apre la pagina interna)
L’Anno Internazionale delle Foreste mira ad accrescere la consapevolezza e a promuovere un’azione globale per la gestione, conservazione e sviluppo sostenibile di tutti i tipi di foreste, comprese le specie arboree al di fuori delle foreste.
“Questo è un invito aperto a tutta la Comunità Internazionale – ha detto Pekka Patosaari, Direttore del Forum delle Nazioni Unite sulle Foreste – a riunirsi e lavorare insieme ai Governi, organizzazioni internazionali e società civile per fare in modo che le nostre foreste vengano gestite in modo sostenibile per le generazioni attuali e future”.

Ogni giorno, circa 350 km quadrati di foresta vengono distrutti in tutto il mondo. Le maggiori cause di questa perdita di aree forestali sono: la conversione in terreni agricoli, un taglio indiscriminato del legname, una gestione errata della terra e la creazione di insediamenti umani.

Saranno organizzate diverse attività per celebrare l’Anno Internazionale delle Foreste per favorire lo scambio di conoscenze sulle possibili strategie per favorire una gestione sostenibile delle foreste. Per facilitare l’organizzazione di queste attività, Governi, organizzazioni a livello regionale ed internazionali ed enti della società civile dovranno istituire comitati nazionali e designare focal point nei rispettivi paesi.

Per maggiori informazioni visitare il sito: http://www.un.org/en/events/iyof2011/

Fonte ONU Italia: http://www.onuitalia.it/events/ai_foreste.php .

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Buona Pasqua

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