Blog di Marco Castellani

Mese: Aprile 2011 Page 2 of 6

Il giorno dopo l’Earth Day

Ieri 22 aprile 2011 si è festeggiato in tutto il nostro pianeta la Giornata della Terra (Earth Day), celebrazione globale che aveva l’obiettivo di sensibilizzare sia gli adulti che i più giovani sulle tematiche ambientali e far evidenziare la meravigliosa bellezza della nostra casa, la Terra.

La NASA ha celebrato l’Earth Day 2011 con una serie di spettacolari immagini che erano state pubblicate nei mesi scorsi.

Il Ghiacciaio Susitna in Alaska è stato osservato dall’Advanced Spaceborne Thermal Emission and Reflection Radiometer (ASTER) a bordo del satellite Terra della NASA, quando è passato lo scorso 27 agosto 2009.
Questa immagine satellitare è stata ottenuta combinando la radiazione infrarossa, alle lunghezze d’onda del rosso e del verde, ottenendo un risultato estremamente spettacolare.
E’ un’immagine a falsi colori dove la vegetazione appare rossa, e la superficie ghiacciata è color del marmo tendente al blu e al marrone, a seconda del tipo di ghiaccio. La superficie ghiacciata appare particolarmente complessa nella parte centrale, dove un affluente ha spinto il ghiaccio nel ghiacciaio principale che si trova più a sud.

Susitna scorre in una zona sismicamente attiva. Un terremoto di magnitudo 7.9 ha colpito la regione nel novembre 2002, lungo una faglia fino allora sconosciuta. I geologi hanno ipotizzato che i terremoti devono aver creato delle ripide scogliere e dei pendii nella superficie del ghiacciaio, ma in realtà la maggior parte di questo miscuglio è il risultato del flusso degli affluenti.

Fonte NASA:  http://www.nasa.gov/multimedia/imagegallery/image_feature_1906.html

Anche il National Geographic ha selezionato una serie di foto del nostro pianeta per celebrare l’evento. Velata di polvere interstellare, la Via Lattea si stende sopra il cratere del vulcano Haleakala nell’isola hawaiiana di Maui. Il panorama è il risultato dell’unione di tre fotografie.

Foto di Wally Pacholka, fonte National Geographic Italia.

Il WWF e la Disney per il secondo anno hanno realizzato un’idea originale. Dal 7 aprile è disponibile in ogni Disney Store una shopping-bag riciclabile personalizzata con una speciale stampa a tema. Una parte del ricavato della vendita sarà devoluto al WWF Italia a favore dei progetti di conservazione delle foreste. Quest’anno ricorre l’Anno Internazionale delle Foreste 2011 (di cui parleremo nei prossimi giorni in modo più dettagliato) e questo progetto si inserisce all’interno di quest’ultimo, che ha l’obiettivo di sensibilizzare e favorire un’azione globale per la gestione, la conservazione e sviluppo sostenibile delle foreste su tutto il nostro pianeta.

L’anno scorso la Disney Store aveva sostenuto il Sistema delle Oasi WWF e raccolse più di 22 000 euro devoluti a favore di WWF Italia.

Fonte NASA: http://www.nasa.gov/topics/earth/earthday/index.html e WWF Italia:  http://wwf.it/client/ricerca.aspx?root=27857&content=1

Se vuoi adottare una animale, visita il sito del WWF: http://www.wwf.it/adozioni/

Sabrina

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La Via Lattea

Questo video è stato filmato fra il 4 e l’11 aprile 2011 sulla montagna spagnola più alta, El Teide (371 m), uno dei posti migliori al mondo per fotografare il cielo e le stelle. Lì si trova pure l’Osservatorio Astronomico di Teide, che è considerato uno degli osservatori migliori al mondo.

L’obiettivo di Terje Sorgjerd, autore del video, era quello di catturare la spettacolare Via Lattea, la fascia biancastra che osserviamo in cielo solo in posti lontani da luci artificiali, in assenza di Luna e in buone condizioni atmosferifche.
E’ noto che intere generazioni di Giapponesi non hanno mai visto la Via Lattea ad occhio nudo.

In realtà, tutte le stelle che noi osserviamo ad occhio nudo sono tutte stelle che fanno parte della nostra Galassia, la Via Lattea. Ad occhio nudo se ne contano fino a circa 6 000 stelle. In realtà, nel nostro emisfero, quello boreale, possiamo osservare una sola galassia ad occhio nudo, la Galassia di Andromeda, nella costellazione di Andromeda. Nell’emisfero boreale sono visibili solo due galassie, la Grande e la Piccola Nube di Magellano, galassie satellite della nostra.

Si stima che entro circa 2-3 miliardi di anni la Galassia di Andromeda entrerà in collisione con la nostra. Quindi, prima che il nostro Sole avrà ultimato il bruciamento dell’idrogeno nel suo core centrale trasformandosi successivamente, in milioni di anni, in gigante rossa, la nostra Galassia e quella di Andromeda saranno divenute due galassie interagenti.

@ by Terje Sorgjerd; Video disponibile su http://vimeo.com/22439234. Buona visione!

Sabrina

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Premio Galileo 2011

 

Il Premio letterario Galileo, giunto alla quinta edizione, vuole valorizzare le tradizioni di eccellenza che la città vanta nel campo della ricerca scientifica e promuovere iniziative a sostegno della diffusione di una cultura tecnico-scientifica.
L’Amministrazione comunale nomina ogni anno una giuria scientifica, formata da scienziati, ricercatori, giornalisti, scrittori, un presidente e una giuria degli studenti.

La giuria scientifica, quest’anno presieduta dal geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi, si è riunita venerdì 21 gennaio 2011 e ha selezionato i cinque finalisti.

I finalisti sono:

C’è spazio per tutti, Piergiorgio Odifreddi – Mondadori
Il governo dell’acqua, Andrea Rinaldo – Marsilio Editori
Osservare l’universo, Paolo De Bernardis – Il Mulino
Come funziona la memoria, Larry Squire/Eric Kandel – Zanichelli
L’Itaiali degli scienziati, Angelo Guerraggio/Pietro Nastasi – Mondadori

 

Clicca sull’immagine per ingrandire. Fonte: Padova Cultura: http://padovacultura.padovanet.it/homepage-6.0/Cinquina%202011.JPG

 

 

La premiazione dell’opera vincitrice si svolgerà il 5 maggio 2011 alle ore 16:00 presso il Centro culturale/Altinate San Gaetano, via Altinate, 71 – Padova.

Per approfondimenti PadovaCultura: http://padovacultura.padovanet.it/homepage-6.0/2011/01/premio_letterario_galileo_2011_1.html

Schede dei libri finalisti: http://padovacultura.padovanet.it/homepage-6.0/Cinquina2011-Schede%20libri.pdf

Sabrina

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Una connessione elettrica tra Saturno ed Encelado

La NASA sta rilasciando le prime immagini… e i suoni… che mostrano l’esistenza di una intrigante “connessione elettrica” tra il pianeta Saturno e una delle sue lune, Encelado. I dati raccolti dal team della sonda Cassini permettono agli scienziati di comprendere meglio la intricata rete di interazioni tra il pianeta e le sue numerose lune. I risultati di tale analisi sono stati pubblicati sulla rivista Nature.

Per dirla tutta, gli scienziati avevano già ipotizzato che un gigantesco circuito elettrico dovesse esistere su Saturno. Analizzando i dati che la sonda Cassini aveva raccolto già nel 2008, i ricercatori avevano individuato un fascio brillante di radiazione ultravioletta nell’intorno del polo nord di Saturno, il quale portava a pensare all’esistenza di un “circuito” che lo collegasse ad Encelado, anche se la luna è distante ben 240.000 chilometri dal pianeta.

La zona brillante infatti si trova al termine delle linee di campo magnetico che collegano Saturno ad Encelado. Precisamente, è il luogo dove gli elettroni ad alta energia si tuffano nell’atmosfera del pianeta, seguendo le linee di forza del campo magnetico (inevitabile destino delle particelle cariche) che percorrono un arco tra il polo nord ed il polo sud del pianeta.

Un'immagine artistica della connessione "elettrica" tra Saturno ed Encelado (Crediti: NASA/JPL/University of Colorado/Central Arizona College)

Nel 2008, Cassini ha rilevato un fascio di protoni energetici nei pressi di Encelado. Delle successive ricerche hanno approfondito tale constatazione, mostrando come vi siano segnali più complessi, consistenti con la presenza di una corrente che viaggia da tale luna fino alla parte alta dell’atmosfera di Saturno (incluso un segnale sonoro elaborato a partire dalla connessione magnetica).

Il quadro che sta emergendo è il seguente: le nubi d’acqua sopra le emissioni a jet di Encelado producono una nube di plasma ionizzato (formato da particelle cariche), attraverso l’interazione con il campo magnetico di Saturno. La nube disturba le stesse linee di forza del campo magnetico. La cosa interessante, e la scoperta più recente, è che il segnale di “disturbo” proveniente da Encelado non è costante, ma varia nel tempo, dalla qual cosa si capisce che anche il flusso di particelle proveniente da Encelado è in realtà soggetto a variazione.

Questo, oltre a risolvere un dilemma esistente da tempo tra gli scienziati, mostra come le interazioni tra Saturno e le sue lune siano ben più complesse ed articolate di quanto si poteva pensare fino a qualche tempo fa.  Insomma anche il sistema solare, ci riserva sempre le sue belle sorprese…

NASA/JPL Press Release

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Sperimentando: Visione e illusioni

SPERIMENTANDO – Visione e Illusioni

Mostra Scientifica Interattiva – X Edizione – 11 aprile 2011 – 15 maggio 2011

Presso l’ex Macello, Via Cornaro, 1/b Padova

Orario feriale: dal lunedì al sabato 9-1; martedì, venerdì, sabato anche 15-17; orario festivo: 10-13 e 14:30-19:30 (ingresso pomeridiano alle 13:30 e alle 17); chiuso il 22, 23, 24, 25 aprile, 26 aprile aperto con orario festivo. Biglietto Euro 1.

Sperimentando è una mostra interattiva di fisica, chimica e scienze progettata dalla Sezione di Padova dell’Associazione per l’Insegnamento della Fisica (AIF), in collaborazione con gli insegnanti di alcune scuole superiori di Padova (ISI Duca degli Abruzzi, ITIS Marconi, ITIS Severi, L.S. Fermi, ITAS Scalcerle, L.A. Modigliani), per insegnanti e studenti delle scuole secondarie di tutto il Veneto ma anche per l’intera popolazione di Padova. E’ nata nel 2002 e si è sviluppata grazie al supporto scientifico, organizzativo e finanziario degli Enti Locali e delle prestigiose istituzioni scientifiche presenti nel territorio.

Si pone l’obiettivo di avvicinare in modo piacevole e divertente, ma pur sempre rigoroso, giovani e meno giovani alla scienza. Pur nella semplicità degli apparati esposti, segue la scia dei musei scientifici interattivi che si vanno diffondendo in tutto il mondo e copre a Padova e nel Veneto una carenza, quella relativa alla valorizzazione della Cultura Scientifica, che in una città universitaria è particolarmente grave.

Si pone l’obiettivo di avvicinare in modo piacevole e divertente, ma pur sempre rigoroso, giovani e meno giovani alla scienza. Pur nella semplicità degli apparati esposti, segue la scia dei musei scientifici interattivi che si vanno diffondendo in tutto il mondo e copre a Padova e nel Veneto una carenza, quella relativa alla valorizzazione della Cultura Scientifica, che in una città universitaria è particolarmente grave.

È una mostra interattiva, quindi, il visitatore è invitato a provare e toccare, sperimentando direttamente e quindi familiarizzando con fenomeni e principi delle scienze.

Consta di circa 200 exhibits spesso costruiti con materiale facilmente reperibile, ma funzionali e abbastanza resistenti, talvolta anche realizzati con materiali più sofisticati  o che prevedono l’uso delle moderne tecnologie nella realizzazione dell’esperimento. È curato l’aspetto accattivante della scienza per non intimidire e favorire un approccio che porti ad  imparare divertendosi.

La mostra è indirizzata prevalentemente agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado ma la varietà dei temi trattati ed i diversi livelli di approfondimento previsti rendono interessante la visita per persone di tutte le età.

Dal 2008 viene allestito uno stand sui cinque sensi pensato per i bambini.

Tutti gli esperimenti sono corredati da efficaci schede esplicative che permettono al visitatore di  provare da solo e capire quello che sta osservando ma è assicurato anche un accurato servizio di guide che accompagnano gli studenti (che devono prenotare per tempo la visita) e sono a disposizione del pubblico.

Per coinvolgere un maggior numero di persone nella realizzazione della mostra viene bandito annualmente il concorso “Sperimenta anche tu” che invita gli studenti delle scuole secondarie di tutto il Veneto a realizzare un esperimento interamente costruito da loro e funzionante da esporre alla mostra. Un quarto del materiale della mostra è in genere costituito dagli esperimenti presentati dagli studenti che partecipano al concorso. Questo rende la mostra sempre nuova e permette di arricchirla con i migliori esperimenti prodotti ogni anno.

Viene bandito anche il concorso “l’Arte sperimenta con la Scienza”, aperto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado del Veneto, per coinvolgere anche gli studenti con interessi artistici, invitandoli a presentare un progetto grafico significativo per Sperimentando da utilizzare nella realizzazione della locandina e della maglietta della mostra.

Nella sezione di fisica, la più ampia, si trovano esperimenti di ottica in stanza oscurata, esperimenti sugli specchi, sui moti, i fluidi, la termodinamica, le onde e l’elettromagnetismo. Nel 2011 la mostra svilupperà in particolare il tema “Visione ed illusioni” ed esplorerà quindi il campo di ciò che vediamo e delle immagini che il nostro cervello costruisce  a causa del comportamento della luce e degli inganni in cui cade se vengono create situazioni particolari.

La luce e i colori sono sempre un tema molto affascinante e la decima edizione di  Sperimentando sarà un’occasione per approfondire i fenomeni luminosi mettendoli in relazione con la vista e le sensazioni che noi ricaviamo. Sperimentando si potrà quindi inserire tra le manifestazioni che saranno promosse nel 2011 sulla cultura della luce.

Nella sezione di scienze vengono sviluppati i percorsi  di biologia, microscopia, zoologia, anatomia umana e botanica ma ogni anno l’approccio presenta caratteristiche diverse e vengono approfonditi aspetti particolari come l’educazione alla salute, l’evoluzione delle specie, le piante utili o dannose con la collaborazione anche di vari Dipartimenti Universitari. In particolare il 2011 è stato proclamato l’Anno delle foreste e questo argomento permetterà di approfondire ulteriormente discorsi avviati nel 2010 sull’ambiente, la biodiversità e la necessità di preservare le ricchezze della terra.

Nella sezione di chimica di solito vengono sviluppati due percorsi uno concernente la chimica generale, “la chimica domestica” e la chimica in cucina, l’altro riguardante chimica e proprietà chimico-fisiche delle acque e dei terreni. Nel  primo passando dalla struttura della materia alle reazioni chimiche, con attenzione anche a reagenti costituiti da prodotti di uso comune, si evidenzia l’aspetto spettacolare della chimica  ed la pervasività di questa disciplina nella vita quotidiana e in particolare nel mondo legato all’alimentazione. Nel secondo studiando proprietà di acqua e terreni si pone l’accento sulle tematiche della tutela ambientale. Il 2011 è stato proclamato dall’Assemblea Generale della Nazioni Unite anche Anno della chimica. Sarà un’occasione per accentuare la collaborazione già avviata nel 2010 con il Dipartimento di Scienze Chimiche e arricchire lo stand di chimica con nuove proposte che in particolare illustreranno come i colori possano aiutare nel riconoscere le sostanze ed comprendere alcune reazioni chimiche.

Nel 2011, decimo anniversario della mostra, verranno riproposti i migliori lavori realizzati dalle scuole e dagli organizzatori in questi anni.

Alcuni enti di ricerca italiani (INFN, ASI, CNR), contribuiscono all’allestimento con exhibit costruiti ad hoc per la divulgazione scientifica e quindi particolarmente interessanti ed efficaci, con cui intendono illustrare i loro campi d’indagine.

La mostra è cresciuta di anno in anno come si può verificare esaminando l’andamento del numero di visitatori e l’interesse che i media danno alla manifestazione. Nel 2010 di Sperimentando si è parlato nelle più rilevanti testate giornalistiche locali: Il Gazzettino, Il Mattino, Il Corriere del Veneto e sono stati mandati in  onda  dei servizi su Sperimentando da RAI 3 nel programma regionale e da alcune emittenti locali.

Di pari passo con la crescita della mostra anche il coinvolgimento delle istituzioni si è  andato allargando: quelle scientifiche le riconoscono la capacità di valorizzare la scienza in modo accurato e quelle cittadine ne apprezzano la capacità di farsi centro di promozione culturale in senso lato.

Per chiarimenti e/o informazioni, contattare il Comitato Organizzatore: sperimentando@lnl.infn.it

Per informazioni sui concorsi:

Paola Carraretto
Servizio di Direzione dei LNL
049/8068342, fax 049/8068514, e-mail: concorsi@lnl.infn.it

Per informazioni sugli aspetti organizzativi della mostra:

Chiara Zecchin
Servizio di Direzione dei LNL
tel. 049/8068356

Ariella Metellini
Curatrice della mostra Sperimentando
tel. 340/0039073

e-mail: sperimentando@lnl.infn.it

Per informazioni sulle visite e gli eventi collegati:

Annarosa Spalla
Sezione INFN di Padova
tel. 049/8277204 – 049/9677204
e-mail: sperimentando@lnl.infn.it

Fonte Sperimentando: http://sperimentando.lnl.infn.it/2011/pagine2011/Pag.InfoMostra.htm

Sito Web: http://sperimentando.lnl.infn.it/

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Buon Compleanno Hubble !

Per celebrare il ventunesimo compleanno della messa in orbita dell’Hubble Space Telescope i ricercatori dello Space Telescope Science Institute di Baltimore (Md), hanno puntato l’occhio verso un gruppo di galassie interagenti chiamato Arp 273.

La galassia a spirale più grande, conosciuta come UGC 1810 ha un disco che è distorto a formare una sorta di rosa a causa della forze mareali galattiche della galassia compagna, nota come UGC 1813.

Arp 273 si trova nella costellazione di Andromeda a circa 300 milioni di anni luce dalla Terra. La fotografia mette in evidenza un ponte di materiale molto sottile tra le due galassie distanti fra loro circa 10.000 anni luce.

Questa immagine è stata ottenuta il 17 dicembre 2010 con la Wide Field Camera 3 (WFC3) di Hubble.

Buon Compleanno Hubble !!!

Fonte Hubble Site: http://hubblesite.org/newscenter/archive/releases/2011/11/image/a/

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VLT, tutti insieme appassionatamente (per la prima volta)!

Il 17 marzo di quest’anno rimarrà una data storica per il Very Large Telescope (VLT) di ESO: la luce raccolta da tutti e quattro i telescopi da 8 metri è stata infatti combinata assieme per la prima volta, utilizzando PIONER, uno strumento di nuova generazione all’interferometro del VLT.

Lo sanno bene gli addetti ai lavori, lo sa bene qualsiasi appassionato di astronomia. Il cammino per poter far lavorare assieme le quattro unità del Very Large Telescope è stato tutt’altro che breve (parliamo di quattro grossi telescopi da 8 metri ognuno!); le quattro unità sono state pensate per poter lavorare sia indipendentemente che in maniera coordinata, come parte del VLTI (il gigantesco interfermetro che si ottiene mettendo assieme la luce raccolta dai quattro telescopi).

Combinazione, le nuove osservazioni prendono il via esattamente nel decimo anniversario delle prima combinazione di due fasci luminosi nel VLTI.

Le quattro unità del VLT (Crediti: ESO)

Tra gli obiettivi scientifici per le quattro unità, combinate a lavorare assieme da PIONER, registriamo la ricerca di evidenze di pianeti in formazione, l’esplorazione della natura e del destino delle stelle attraverso dettagliate immagini della loro superficie e dell’ambiente circostante, oltreché la comprensione più dettagliata dei potenti “motori” associati ai buchi neri supermassivi, che si trovano nascosti al centro delle galassie.

I fasci combinati delle quattro unità sono in grado potenzialmente di fornire immagini di una qualità comparabile a quella di un singolo telescopio con un diametro fino a 130 metri (… e scusate se è poco!). In realtà, tre telescopi sono stati messi in combinazione fino dall’inizio delle operazioni di VLT/VLTI; ora però con l’entrata in funzione del quarto anche gli obiettivi scientifici si possono fare più ambiziosi, in corrispondenza del corrispondente ed evidente salto qualitativo.

Per rendere l’idea, ogni singolo telescopio può “spiare” oggetti ben quattro miliardi di volte meno luminosi di quanto potrebbe scorgersi ad occhio nudo; lavorando tutti assieme riescono a rilevare dettagli 25 volte più deboli di quanto potrebbe fare una sola unità. L’unione fa la forza, anche nel caso del Very Large Telescope…!

ESO Press Release

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Monossido di carbonio nell’atmosfera di Plutone

Plutone in un’immagine di fantasia. Crediti: ESO/L. Calçada


Un gruppo di ricercatori inglesi, guidato da Jane Greaves dell’University of St. Andrews in Scozia, ha riscontrato la presenza di monossido di carbonio (CO) nell’atmosfera di Plutone, diventato dal 2006 uno dei pianeti nani del nostro sistema solare.

La scoperta è stata compiuta con il James Clerk Maxwell Telescope di 15 metri alle Hawaii.

Lo studio, durato quasi due decenni, ha permesso di mettere in evidenza anche che l’atmosfera del pianeta si estende ben al di sopra di quanto si era ipotizzato in precedenza. Le prime stime facevano pensare ad un’altezza di circa 100 chilometri sopra la superficie del pianeta; le ultime osservazioni estendono l’atmosfera a oltre 3000 chilometri, che è circa un quarto la distanza tra Plutone e il suo satellite maggiore, Caronte.

Fonte: Space.Com: http://www.space.com/11433-pluto-atmosphere-poisonous-carbon-monoxide.html

Sabrina

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