di Gabriele Umbriaco

Si sa che i satelliti artificiali messi in orbita attorno alla terra sono parecchi, circa 13000, qui ne vedete una ricostruzione su google earth http://youtu.be/ydbbd-4oEds

Sappiamo anche che molti di questi non sono piu’ attivi se non addirittura frammenti di collisioni o esplosioni nello spazio.

Rappresentano un pericolo altissimo per gli altri satelliti orbitanti, tanto piu’ se con equipaggio umano come la stazione spaziale. In un futuro non molto lontano c’e’ chi prevede un’affollamento cosi’ alto che potrebbe essere difficile attraversare questa coltre, come trovarsi in un’isola contornata di scogli, impossibile salpare con una barca.

In questo mare di spazzatura spaziale c’e’ la memoria di decenni di esplorazione, puo’ anche capitare che prima o poi qualcosa cominci a caderci sulla testa. E’ quello che sta per accadere ad un satellite americano, il satellite UARS ( Upper Atmosphere Research Satellite della NASA) che fu lanciato dallo Shuttle Discovery STS-48 il 12 settembre 1991.

E’ stato il primo satellite multistrumento per l’osservazione della fotochimica dell’ozono atmosferico oltre che del metano, azoto e dei cloro-fluoro-carburi. Fu lanciato proprio in contemporanea alla scoperta della formazione del buco dell’ozono. Inoltre, poco prima del lancio il famoso vulcano pinatubo erutto’ liberando in alta atmosfera grandi quantità di polveri e acido solforico. Il satellite UARS fu determinante sia per lo studio della formazione dell’ozone che nella dimanica dell’atmosfera. Ha inoltre fornito una prima misura certa della radiazione ultravioletta proveniente dal sole, di fondamentale importanza per capire l’equilibrio radiativo della stratosfera e mesosfera assieme alla loro fotochimica.

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Il satellite pesa 5668 Kg, ha a bordo 10 strumenti diversi, era stato progettato per lavorare tre anni e invece ha funzionato per 14 anni e 91 giorni, ancora oggi sei dei suoi strumenti sono ancora funzionanti.

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Ma nel 2005 è stato spento e abbassato di orbita dai 600 ai 350Km da dove ha cominciato a cadere lentamente anno dopo anno. Ora il freno atmosferico dato dall’attrito con le molecole di alta atmosfera lo stanno rallentando tanto che è previsto che cada prima o dopo il 23 settembre. La sua orbita è inclinata di 57° e quindi al momento sta volando anche sopra le nostre teste.
E’ previsto che delle 6 tonnellate ne arrivino al suolo circa 500Kg in 26 frammenti distribuiti su un’area lunga 800Km, il resto si brucerà in alta quota tra gli 80 e i 40 Km di altezza, lungo una distanza di 1400Km. Il rischio per l’uomo è calcolato in 1/3200, e non dovrebbero esserci rischi concreti per l’uomo, dopo tutto dall’inizio dell’era spaziale non ci sono mi stati segnalati ferimenti causati da rientro di satelliti, a parte le perdite degli astronauti che tristemente ricordiamo.
Con ogni probabilità il satellite si disperderà nel mare o in zone non abitate, ma la probabilità di vederlo entrare in atmosfera non è nulla viste le dimensioni cosi’ elevate del satellite in oggetto.

Per vedere dove si trova il satellite seguite questo link http://www.n2yo.com/?s=21701
mentre le previsioni del rientro sono visibili a questo sito: http://reentrynews.aero.org/1991063b.html
Potete visionare le previsioni di passaggio al sito http://www.heavens-above.com

Questo avvenimento ci fa ricordare che la stazione spaziale internazionale, ben piu’ grande e pesante di questo satellite, si trova ora senza la possibilità di essere risollevata dalla sua orbita, perche’ li Shuttle sono andati in pensione e le navette Soyuz russe hanno subito un incidente il mese di agosto ed ora tutti i voli sono sospesi fino a data da destinarsi. Inesorabilmente la stazione spaziale sta lentamente cadendo, come si puo’ vedere nel grafico della sua altezza qui riportato. Si puo’ notare quanto l’ultimo volo dello Shuttle l’abbia alzata in giugno u.s.

 

Il Video Real-time Satellites in Google Earth è disponibile su YouTube:

https://www.youtube.com/watch?v=ydbbd-4oEds&feature=player_embedded

Gabriele

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