Blog di Marco Castellani

Giorno: 23 Ottobre 2011

Ancora un po’ su Vesta

Mosaico che mostra l’emisfero sud di Vesta, in particolare le componenti chiave del bacino d’impatto di Rheasilvia.
Credit: NASA/JPL-Caltech/ UCLA/MPS/DLR/IDA

 

I ricercatori della missione DAWN della NASA stanno condividendo immagini e dati con altri ricercatori e con il pubblico di tutto il mondo degli ultimi risultati ottenuti in questi mesi, da quando la sonda è entrata in orbita attorno all’asteroide. I risultati sono stati presentati al Meeting Annuale della Geological Society of America a Minneapolilis, in Mennesota.

DAWN ha scoperto che nell’emisfero sud dell’asteroide vi è una delle più grandi montagne del sistema solare. Altri risultati mostrano che la superficie di Vesta, vista da DAWN a differenti lunghezze d’onda, ha una impressionante diversità della sua composizione, in particolare attorno ai suoi crateri.

Le scoperte scientifiche includono pure un’approfondita analisi di una serie di depressioni equatori sulla superficie di Vesta, e uno sguardo più da vicino dei crateri d’impatto. La superficie appare molto più ruvida rispetto alla maggior parte degli asteroidi della Fascia Principale e i dati preliminari, ottenuti utilizzando un metodo che tiene conto del numero di crateri, mostrano che le aree nell’emisfero sud di Vesta sono più giovani, di circa 1-3 miliardi di anni, molto più giovani delle aree visibili nell’emisfero nord dell’asteroide.

I ricercatori non sono ancora in grado di dire come tutte le caratteristiche osservate sulla superficie di Vesta si siano formate, ma hanno annunciato in questo meeting che, dopo le analisi dei dati e in particolari delle depressioni osservate nell’emisfero nord e sud, i risultati sono coerenti con i modelli di formazioni di fratture dovute ad un impatto di grandi dimensioni.

Da luglio scorso, la sonda è in un’orbita sempre più vicina a Vesta, per ottenere dettagli sempre più particolareggiati della sua superficie.
Ai primi di agosto, la sonda ha raggiunto i 2 700 chilometri e ha mappato la maggior parte della superficie di Vesta illuminata dal Sole durante l’orbita di survey, con la sua macchina fotografica “framing camera” e con lo spettrometro Visible and Infrared Mapping Spectrometer dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) di cui abbiamo già parlato nei giorni scorsi in modo dettagliato.

Questa fase è stata conclusa alla fine di agosto 2011 e la sonda ha cominciato a muoversi in quella che è definita “High Altitude Mapping Orbit” Mappatura ad alta quota orbitale a circa 680 chilometri sopra Vesta e che ha raggiunto lo scorso 29 settembre.

Un archivio della conferenza stampa è disponibile per una consultazione su: http://www.ustream.tv/nasajpl2 .

Gli scienziati di DAWN hanno condiviso i loro risultati anche al Congresso Europeo European Planetary Science Congress and the Division of Planetary Sciences Joint Meeting 2011 a Nantes, Francia, di cui abbiamo già parlato.

DAWN, lanciato nel settembre 2007, è arrivato su Vesta lo scorso 15 luglio. Rimanendo in orbita attorno a Vesta per circa un anno, la sonda lascierà l’asteroide il prossimo luglio 2012 per raggiungere il pianeta nano Cerere, il maggiore asteroide della Fascia Principale degli Asteroidi che ha un diametro di circa 950 chilometri, dove arriverà nel 2015.
Molte grandi avventure ci aspettano per i prossimi mesi e anni.

La Missione DAWN su Vesta e Cerere è gestita dal Jet Propulsion Laboratory della NASA, a Pasadena, California, per il Science Mission Directorate a Washington della NASA. Il JPL è una Divisione del California Institute of Technology a Pasadena.
DAWN è un progetto del Directorate’s Discovery Program, gestito dal Marshall Space Flight Center di Huntsville della NASA, in Alabama.

L’UCLA è responsabile di tutta la parte scientifica della missione. L’Orbital Sciences Corporation a Dullers, Virginia, ha progettato e costruito la sonda. Il Centro Aerospaziale Tedesco, l’Istituto Max Planck per la Riserca sul Sistema Solare, l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Istituto Nazionale di Astrofisica Italiano sono i patner internazionali del team della missione. Ricordo che, in particolare, le immagini che ci arrivano dalla sonda sono state ottenute dallo spettrometro Visible and Infrared Mapping Spectrometer (VIS), uno strumento dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e realizzato dalla Selex Galileo con la guida scientifica dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).

Per ulteriori informazioni sulla missione Dawn, visitare il sito: http://www.nasa.gov/dawn. Per seguire la missione su Twitter, visitare il sito: http://www.twitter.com/NASA_Dawn.

Fonte JPL-NASA: http://www.jpl.nasa.gov/news/news.cfm?release=2011-319

Galleria d’immagini di Vesta: http://dawn.jpl.nasa.gov/multimedia/vesta_dawn_gallery.asp

Galleria di immagini della sonda DAWN: http://dawn.jpl.nasa.gov/multimedia/spacecraft.asp

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ROSAT è rientrato

L’Agenzia Spaziale Tedesca quattro ore fa via Twitter informava che oggi, 23 ottobre 2011, il satellite ROSAT è rientrato in atmosfera alle ore 2.15 del tempo universale:

“Today, 23 October 2011, between 1:45 UTC and 2:15 UTC #ROSAT has re-entered Earth’s atmosphere. www.dlr.de/en/rosat”

Un secondo messaggio affermava che al momento non vi sono conferme se i frammenti del satellite hanno raggiunto la Terra:

There is currently no confirmation if pieces of #ROSAT debris have reached Earth’s surface. www.dlr.de/en/rosat

 

Link utili: 

Comunicato della Protezione Civile Italiana: http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_new.wp;jsessionid=240F6D14234E75FF8F0908CBD9E23BA8?contentId=NEW28629

DLR Portal: http://www.dlr.de/dlr/en/desktopdefault.aspx/tabid-10002/
Twitter. DLR-English (German Aerospace Center (Deutsches Zentrum für Luft- und Raumfahrt, DLR) ): http://twitter.com/#!/DLR_en

Sabrina

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ROSAT sta rientrando

La posizione del satellite ROSAT in questi istanti, ricavata dal sito dell’Agenzia Spaziale Tedesca che segue la missione. Credit: DLR.

Il Comitato Tecnico Scientifico del Dipartimento della Protezione Civile ha pubblicato gli ultimi aggiornamenti ottenuti da ricercatori dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) sulla situazione del satellite ROSAT che sta per rientrare a Terra. Gli ultimi dati affermano che i frammenti del satellite non precipiteranno in Europa. Quindi, non vi è alcuni pericolo neppure per l’Italia.

La finestra in cui il satellite potrebbe rientrare in atmosfera è compresa fra le 22:30 di ieri sera e le 9:30 di oggi.

Il satellite ROSAT (RÖntgenSATellit) è un satellite con la funzione di telescopio con una massa di 2,4 tonnellate, lanciato nel 1990 per lo studio dei raggi X e andato in pensione il 12 febbraio 1999. Da quel momento il satellite è stato messo in sicurezza dai tecnici del centro di controllo satellite dell’Agenzia Spaziale Tedesca (DLR) che ha gestito i dati e la missione. Nelle ultime settimane è iniziato il rientro in atmosfera.

Per ben otto anni ROSAT è stato utile per studiare l’universo nella regione spettrale dei raggi X e dell’estremo ultravioletto (UV) per capire il comportamento della materia nel caso di buchi neri e stelle di neutroni, stelle che si trovano negli stadi finali della loro evoluzione. Il telescopio ha un peso di 2 426 chilogrammie una dimensione di 2,2 x 4,7 x8,9 metri.

Nelle ultime settimane, da una quota di 250 km dalla superficie terrestre, ROSAT ha iniziato a rientrare sulla terra, e almeno trenta pezzi non bruceranno con l’impatto con l’atmosfera e l’altissima velocità di rientro (e quindi di temperatura). Inatti, il satellite è composto per il 70% da materiali resistenti al calore come vetro e ceramica. Il rientro in atmosfera in particolare avrà inizio ad una quota di 120 chilometri in una fascia di latitudine compresa tra i 53° di latitudine nord e sud. I frammenti quindi potranno cadere su una superficie potenzialmente molto vasta, ma il nostro Continente per questa volta è fuori pericolo.

L’Agenzia Spaziale Italiana, in quanto centro di competenza della Protezione Civile, con il supporto dell’Istituto di dinamica del volo del CNR/ISTI, fornisce le stime temporali di rientro in atmosfera in corrispondenza dei passaggi sull’Italia, anche sulla base di un rapporto di collaborazione con l’Agenzia Spaziale Tedesca (DLR) e della collaborazione in ambito inter-agenzie spaziali sul problema dei detriti spaziali (IADC), alla previsione di rientro in ambito delle annuali campagne di rientro di satelliti e razzi.

Il German Aerospace Center è in continuo contatto con il MIC-Monitoring Information Centre, Centro del Meccanismo Comunitario di Protezione Civile, attivo 24 ore su 24, che fornisce tempestivamente ai Paesi europei comunicazioni e aggiornamenti ufficiali.

“Sulla base delle informazioni pervenute, il rientro di ROSAT è a rischio, in quanto superiore alla soglia di attenzione comunemente adottata a livello internazionale, pari allo 0,01% (1/10.000). La probabilità che uno dei frammenti possa provocare una vittima è di circa lo 0,05% (1/2.300).

Solo a partire dalle 48 ore precedenti il rientro è possibile la progressiva esclusione di aree del pianeta dall’eventuale rischio di impatto. L’Europa risulta adesso tra queste zone del pianeta. Contestualmente si iniziano a definire più accuratamente le aree in cui il suddetto rischio non potrà invece essere ancora escluso.

Se il flusso di dati orbitali raccolti dalle reti di sorveglianza spaziale lo consentirà, solo 6 ore prima del rientro sarà possibile ridurre l’incertezza ai territori sorvolati da 2 orbite, mentre 3 ore prima si potrà ridurre l’incertezza a un solo tracciato orbitale con indicazione delle rispettive aree del pianeta da esso sorvolate”, questo quanto si legge sul sito dell’Agenzia Spaziale Italiana.

Fonte ASI: http://www.asi.it/it/news/rosat_europa_fuori_pericolo
DLR – Re-entry – ROSAT: http://www.dlr.de/dlr/en/desktopdefault.aspx/tabid-10432/620_read-830/

Sabrina


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