C’è un senso di armonia che a volte si rende percepibile fin dentro le cose più piccole.

Quando succede di avvertirlo (e succede anche nei momenti di confusione, di buio) capisco che non esistono affatto cose “più piccole” ma ogni cosa è importante, ogni cosa è connessa a tutto il resto dell’universo.

Come l’altra sera, mettendo a posto in cantina il tavolo del picnic. Mi è venuto da pensare che se faccio una cosa bene, con attenzione, con calma, è una cosa che ha più valore, è una cosa che serve di più, in ogni parte di universo. C’è un senso di ordine, di nascosta bellezza, che collega me ai più lontani quasar.

I quasar sono tra gli oggetti rilevabili
più lontani nell’universo…

Perché è tutto collegato. La nostra mente separa, divide, seziona. Ma è tutto collegato. Tutto fa parte di una stessa trama, di un medesimo ordito cosmico.

Altro che puntini spersi nella fredda vastità dell’universo. Da astronomo e da uomo mi ribello. Come si fa a convincersi di una cosa simile? Solo perché è deprimente dovrebbe essere reale? Abbiamo ancora questa sciocchezza in testa del troppo bello per essere vero, cioè abbiamo paura di affidarci …

Così di fronte ai problemi in famiglia, alle difficoltà di coppia, al senso di aridità, al senso di vuoto, penso che la cosa importante è restare calmi e pazienti. Come di fronte alla constatazione delle proprie miserie, dello scarto tra come vorremo essere e come siamo. 

“Dobbiamo rammaricarci sì, dei nostri mancamenti. Ma con un dolore pacifico, sempre fidenti della divina misericordia”.(San Pio da Pietrelcina)

Landscape Photography

Calmi e pazienti, in attesa. Anche quando non abbiamo pronta una risposta, una strategia. D’altra parte, se avessimo sempre una strategia, come potremmo sottrarci alla dolorosa illusione di dovere fare tutto noi?
«Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell’abbandono confidente sta la vostra forza». Ma voi non avete voluto…” (Isaia, 30, 15)
Abbandono fiducioso. Volerlo è crescere, superare l’Io e le sue pretese infantili e raggiungere il Sè… Per me è un lavoro (un lavoro, tra l’altro, che rende interessante e utilissima la preghiera).  Spesso non riesco ad abbandonarmi, così tentato di voler fare tutto io, ma riesco comunque a percepire la bellezza e la grande desiderabilità di questo abbandono. Ed è già tanto, tantissimo.
Prima non c’era questo, prima ero concentrato fino all’angoscia, su quello che dovevo fare o non fare. Ma stavo male. Volevo imporre alla mia vita regole diverse, da quella che già c’è. La regola della vita è abbandonarsi. Quell’abbandono fiducioso che è stato giustamente definito “una delle conquiste fondamentali della vita morale di una persona”

La via che conduce a Dio è simile ad un bambino che si addormenta tra le braccia del padre….
(Santa Teresa) 

C’è una lunga strada da percorrere, ma si può percorrere in modo lieto. Se siamo umili e aperti, se ci aiutiamo a vicenda, le sorprese nel cammino – ne sono certo – non potranno mancare.

Quello che s’abbandona, mi piace. Quello che non s’abbandona non mi piace, è semplice da capire. Ma io vi conosco, siete sempre gli stessi. Siete disposti a farmi dei grandi sacrifici, purché gli scegliate voi. Preferite farmi dei grandi sacrifici, purché non siano quelli che io vi chiedo. Piuttosto che farmene dei piccoli che vi chiedo io. (Charles Peguy, Il mistero dei santi innocenti)

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