Finalmente, verrebbe da dire. Sta per cominciare un altro anno, un anno lavorativo e scolastico e familiare. La pausa estiva disegna e separa gli anni meglio di un trentun dicembre. Ecco tra poco entriamo – domani entriamo, diciamo – nell’anno nuovo. E bisogna entrarci bene. Cioè questo. Con una contentezza o un miraggio o una domanda di una contentezza o della possibilità di una contentezza, oppure solo nel non negare la possibilità di una futura o presente contentezza.

Sta iniziando un anno. Sta andando via la stagione calda. Viene l’autunno, fa sera presto, fa più freddo. Che bello.  Sta iniziando un anno, mesi e mesi, il lavoro nelle settimane, l’osservatorio, le puntate in asdc, la mensa. Le cose per Gaia, che l’anno prossimo finalmente se ne andrà a spasso a scrutare la Galassia. Fa sera presto, è più bello predisporsi a tornare a casa, dopo il lavoro. Pensare al caldo rifugio che ci aspetta, a lei che ci aspetta e sta preparando la cena, dopo aver lavorato anche lei, fuori. 

Autumn

Bello fare le cose, salutare gli amici, i colleghi, avviarsi verso casa. Bello avere un margine di libertà e ampiezza anche davanti ai problemi Anche davanti alle tentazioni. Non essere schiacciato da un niente da un nulla da un nientenulla che avvelena.

Essere più vicino a respirare,
ad avere un respiro fondo, regolare.
Bello alternare lavoro e riposo
e quasi senza accorgersene
tornare a progettare
fare progetti
di nuovo.

Come una vacanza o l’ipotesi di una casa
e gli esami della figlia oppure anche
i compiti della piccola
e il lavoro degli altri che è pur lavoro. Bello
sorridere perché appoggiati
a radici solide
sorridere per un briciolino di luce
uno scherzo di luna
per le radici e per il respiro.

Sentire addosso il tempo che passa
come un rivestimento più saldo
strato su strato
nell’attesa e nel guardarsi
indietro
senza timore
contando i passi del cammino.
E il bello è sempre davanti.
E la dolcezza di casa quando
si sprofonda nell’inverno sarà

sarà ancora maggiore
pioggia alle finestre e tuoni e fuori la consueta
dominante azzurra
mentre dentro casa
dentro
la calda gialla operosa e tranquilla
lieta luminosità

e sì farà freddo e qualcuno
dirà copriti e sarà come una gemma regalata
un segno di affetto come dire
non voglio che ti ammali
mi sei caro mi sei
non posso stare a vederti star male

sarà come una gemma respirata
e un vestito e un maglione pesante
e un sorriso leggero per
uscire aspettando con serena pazienza il rientro.

Sarà questo e sarà un anno azzurrossogiallo e quanti colori vuoi
sarà da piangere e da ridere e arrabbiarsi anche
e dire come, chi, perché
e anche chi me l’ha fatto fare
e correre sotto la pioggia con la borsa e trovare
il traffico
e avere preoccupazioni assortite e cose da
sistemare ma sapere
che vi sono radici profonde
– e siamo grandi e siamo bambini e potremmo
un giorno potremmo chissà
diventar vecchi e rimanere bambini –
e comunque niente più la vita piatta e niente più il niente ma

la vita, quella colorata
faticosa ma saporita
la vita.

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