In un annuncio davvero storico, la NASA ha fatto sapere che l’oggetto più distante da noi prodotto dall’uomo – la sonda Voyager 1 – è ufficialmente nello spazio interstellare, ovvero lo spazio che separa le stelle, e ha ormai abbandonato a tutti gli effetti il Sistema Solare. In realtà la storica transizione, spiegano, dovrebbe essere già avvenuta da circa un anno.

“Ce l’abbiamo fatta!” ha detto sorridente Ed StoneProject Scientist per la missione Voyager da più di quarant’anni, parlando ad una riunione proprio nella giornata di ieri. “E ce l’abbiamo fatta mentre ancora avevamo abbastanza potenza per inviare i dati a terra da questa nuova regione dello spazio”. Nel video qui sotto potete ascoltare uno dei suoni… più lontani che potreste mai sperare di percepire: quello del plasma interstellare catturato dalla sonda!

Mentre permane ancora qualche controversia sul fatto che Voyager 1 sia davvero al di fuori del Sistema Solare (non è più lontano della Nube di Oort – anzi impiegherà circa altri 300 anni per raggiungerla davvero – e dopotutto la navicella è sempre più vicina al Sole che a qualsiasi altra stella), il plasma nella zona in cui sta viaggiando Voyager 1 è inequivocabilmente cambiato da quello che proviene dal nostro Sole a quello presente nello spazio tra le stelle.

Bene. Così Ed Stone ha potuto mettere questa evidenza in chiaro: Voyager 1 ha fatto il salto.

“Ora che abbiamo nuovi dati, cruciali, riteniamo che questo sia un salto di portata storica dell’umanità nello spazio interstellare”, ha aggiunto Stone, “Il team di Voyager ha avuto bisogno di tempo per analizzare queste osservazioni e derivarne un senso. Ma possiamo finalmente rispondere alla domanda che tutti ci stiamo chiedendo – Ci siamo arrivati? Sì, ci siamo arrivati”.

Il team che analizza le onde di plasma ha pazientemente rivisto i dati fino a trovare, tramite estrapolazioni e correlazioni tra diversi eventi, che la Voyager 1 dovrebbe essere entrata nello spazio interstellare ad agosto del 2012.

“Siamo letteralmente saltati dalla sedia quando abbiamo visto queste oscillazioni nei nostri dati – ci hanno mostrato che la sonda era in una regione completamente nuova, confrontabile a quello che ci si aspettava dallo spazio interstellare, e competamente differente dai dintorni del Sole” ha detto Don Gurnett, che conduce il team che studia le onde di plasma. “Eravamo chiaramente passati attraverso l’eliopausa, quella regione di confine a lungo ipotizzata tra il plasma solare e quello interstellare”. 

Ora la sonda, la missione interstellare dell’umanità, continua il suo viaggio, iniziato nel lontano 1977. Mentre scrivo osservo la distanza dalla Terra riportata nel suo sito, ed è a 18,774 miliardi di chilometri da casa (in questo istante, 18.774.067.741 chilometri, per la precisione, ma quando leggete saranno già molti di più). Nessuno si sarebbe aspettato, all’inizio quando fu lanciata, che sarebbe durata tanto, mantenendo un esile ma tenace filo diretto con il pianeta di origine.

Il team in questi anni ha fatto cose davvero mirabolanti passando attraverso una serie progressiva di (fisiologiche, vista l’estensione “smodata” della missione) avarie e dovendo gestire la sempre maggiore scarsità di energia, per mantenere il contatto con la sonda. E’ veramente un’avventura straordinaria. E chissà che la sonda, un giorno lontano, non si presenti come V’Ger tornando verso Terra, allarmando la futuristica Federazione dei Pianeti Uniti… 😉

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