Quanti Amici

La copertina del libro di Stefano Sandrelli, Quanti amici, edizioni Feltrinelli Kids. Crediti Feltrinelli Kids: http://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/quanti-amici/ .

E’ una vecchia passione quella di raccontare il cielo, le stelle e la fisica. Stefano Sandrelli a capo dell’Ufficio del Public Outreach and Education – Divulgazione e Didattica dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Brera, Milano, Presidente delle Olimpiadi Italiane di Astronomia e collaboratore dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), nel libro “Quanti Amici” riesce in modo magistrale a rendere la Meccanica Quantistica un mondo fiabesco e del tutto accessibile anche alle menti dei bambini. Forse più di quanto non lo sia spesso in quella degli adulti.

L’idea narrativa di Stefano Sandrelli, infatti, sta nella classica frase “Facciamo finta che…” che ricorre frequentemente sulle labba dei bambini.

“Il mondo della Meccanica Quantistica è un mondo che assomiglia al “facciamo finta che” dei bimbi” afferma Stefano “perché racconta di esperienze un po’ fantastiche”. La Meccanica Quantistica è un mondo dove valgono regole al di là del senso comune delle cose e “vanno apprese senza la presunzione di voler interpretare quel mondo con i giudizi che noi adulti già abbiamo”. E’ esperienza comune, per esempio, che nulla può passare attraverso un muro. Quando noi appoggiamo la mano su una parete la parete non si muove, né la mano ci passa attraverso. Nella Meccanica Quantistica, nell’infinitamente piccolo, le cose non vanno affatto in questo modo. Entrando allora nel mondo dei bambini, “facendo finta che… io ci passi, che succede?” si domanda Stefano.

Anna e Luca di 10 e 12 anni li abbiamo incontrati un paio di anni prima nel libro “In Viaggio per l’Universo”. Ora, sul finire dell’estate in una calda giornata settembrina, i due giovanissimi lasciano i genitori a casa e partono in treno a trovare la zia Milla nella sua bella casa di campagna a Campiglia, in Toscana per la loro settimana al mare prima di riprendere con la scuola.

In treno i due bambini si imbattono in una figura ambigua e, nascosti dietro ai sedili, ascoltano la frase: “L’ho lasciato che non sapevo se era vivo o morto”. Un omicidio? E l’assassino è proprio quella donna misteriosa dal vestito leggero e con un cappello nero da spiaggia in testa? Su questo dilemma amletico del vivo e del morto si sviluppa tutta la vicenda, che è un po’ quella del gatto di Schrödinger della Meccanica Quantistica [1].

Personalmente questa scena iniziale mi ha fatto subito pensare ad una sorta di “thriller scientifico”, dove la figura femminile si mescola con il senso di macabro che sorge spontaneamente nella mente dei due bimbi nel momento in cui sentono l’aggettivo “morto”. Anna e Luca, involontariamente, diventano testimoni indiretti di un omicidio che li sconvolge completamente e fa dimenticare loro la fermata del treno. E l’immagine di questa donna dal grande capello e dal vestito leggero estremamente femminile (almeno nella mia immaginazione) me la sono portata dietro per tutto il libro. “Dove la ritrovo, questa? ” mi chiedevo continuamente.

Il bambino ha una predisposizione ad accettare l’aspetto “favolistico” in un certo senso della Meccanica Quantistica perché per sua natura non si pone certi quesiti nè va alla ricerca della concretezza che, invece, è tipica della mente adulta. Il bambino “non ha quell’ambito di esperienze che invece noi adulti utilizziamo, con presunzione, per cercare di interpretare tutto il noto” afferma Stefano. “E’ la classica chiusura mentale dell’adulto, che il bambino non ha. L”adulto arriva a dire: Ah, non capisco la meccanica quantistica… In realtà si sta cercando di forzare la cosa. Se invece “facciamo finta che le cose vadano così”, come i bambini, allora tutto diventa più semplice e ci si rende conto che è davvero in questo modo che funzionano le cose, perché altrimenti il Sole non brillerebbe, i computer non esisterebbero e la televisione non si accenderebbe”.

“La meccanica quantistica si basa sull’idea di probabilità. Un elettrone può essere ovunque nello spazio ed è associata in ogni luogo dello spazio una certa probabilità di trovarlo. In matematica questo concetto si descrive con delle funzioni che sono chiamate “onde” e che rispettano certe quazioni. L’idea dell’onda è ciò che permette ad un atomo di essere diffuso, è ciò che permette ad un elettrone di passare attraverso i muri e così via. L’idea di base è dunque “probabilità e onda”. Questa idea di base viene mescolata con dei ragionamenti molto fanciulleschi. Per esempio, l’idea del mare di semolino e delle onde che lo solcano è un sogno che feci da bambino, uno dei primi sogni che ricordo, a casa della nonna, mentre avevo la febbre” racconta Stefano.

Ma quanti atomi ci sono in un granello di sabbia? E in un uomo? La zia Milla non mostra mai un momento di stanchezza, risponde alle domande dei due ragazzini mostrando sempre un pizzico di fantasia ed ingegno. Per i due bambini la zia Milla “è la zia più astrofichissima di tutte” mentre si divertono a mangiare dei fichi in compagnia di alcuni suoi amici d’universita’ che sono venuti a trovarla.

“Mi pare plausibile”, risponde Anna. “Tutto il mondo astronomico è fatto di palle: pianeti, stelle. Sarà così anche per gli atomi”, sentenzia. L’idea dell’atomo come un mini Sistema Solare è un’idea che non è proprio corretta ma che ancora oggi a scuola viene insegnata per semplificare i concetti. Qui viene raccontata per com’è veramente. Tra nucleo ed elettrone non c’è praticamente niente, o meglio c’è il vuoto.
Se da un lato nell’uomo vi sono 7 miliardi di miliardi di miliardi di atomi, com’è possibile che all’improvviso l’atomo risulti vuoto? “Siamo vuoti dentro!” conclude Anna spaventata. E questo vuoto dentro me lo sono sentita pure io mentre scorrevo freneticamente le pagine per cancellarlo. Ci sarà stato un tutto da qualche parte, no? mi dicevo.

Sento un grande vuoto, dentro di me.

Forse, quando ci manca qualcuno, il vuoto dentro gli atomi si fa sentire di più?

L’idea di Anna di un mondo fatto di palle era venuta anche a me, qualche anno fa mentre studiavo il Sistema Solare e tutti gli oggetti che in generale formano l’Universo e confesso che spesso mi sono sentita anch’io Anna, nelle sue domande piene di curiosita’, nei dubbi, nelle sue imbarazzanti conseguenze logiche, fuori dal comune, dall’ordinario. Anna e Luca, con il suo bonsai da cui non si stacca mai (che stavolta subisce anche una modifica rispetto alla vicenda narrata nel precedente libro “In Viaggio per l’Universo che pero’ non vi svelero’), sanno attrarre il lettore e tenerlo agganciato fino alla fine. Se spesso sono gli adulti a dare la loro mano per accompagnare i bimbi nel mondo, ora qui sono i bimbi ad offrirla agli adulti e a spingerli nel mondo della Quantistica.

Facciamo finta che… entriamo nel mondo della Quantistica!

Un libro estremamente interessante che si potrebbe introdurre nelle scuole italiane per presentare la fisica e la meccanica quntistica ai ragazzi delle scuole elementari. Divertendoci, con un po’ di umorismo, tutto diventa più semplice da imparare, non solo da leggere! E i ragazzi di oggi ne hanno veramente bisogno, distratti come sono da mille strumenti tecnologici come cellulari, computer, televisione e videogiochi. Ma se mi limitassi al mondo dei bambini, sarebbe troppo limitativo. Io l’ho letto da adulta e mi è piaciuto un sacco. Quello che mi è capitato spesso è che gli adulti leggono dei libri per i loro piccoli, ma alla fine lo finiscono da soli, troppo curiosi di conoscere come va a finire!

Se i grandi tornassero per qualche ora a guardare il mondo con gli occhi di un bambino come lo troverebbero? Sicuramente migliore, non solo a Natale. E sicuramente deciderebbero di cambiare molto di piu’ di quanto non fanno gli adulti.

Confesso che questo libro e’ uno dei migliori che abbia letto. Frizzante fin dall’inizio, incuriosisce, stupisce, fa sorridere, ma anche ridere (e la parte dei fotoni e’ sicuramente la piu’ emblematica). Ve lo suggerisco.

Tornerete ad apprezzare la fisica e guarderete al mondo infantile con occhi diversi.

GRAZIE STEFANO!

Stefano Sandrelli

Quanti amici
Stefano Sandrelli
2011, Edizioni Feltrinelli Kids

Quanti Amici di Stefano Sandrelli, Edizioni Feltrinelli Kids, euro 13. Crediti: Feltrinelli.it: http://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/quanti-amici/

L’intervista a Stefano Sandrelli e’ tratta da Moebius – Facciamo che ero un elettrone – http://www.moebiusonline.eu/fuorionda/sandrelli_quanti_amici.shtml

Curriculum Vitae di Stefano Sandrelli – http://www.brera.inaf.it/utenti/stefano/

Quanti Amici – sul  sito della Feltrinelli:
http://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/quanti-amici/ e
http://www.lafeltrinelli.it/products/9788807921902/Quanti_amici_Sulle_onde_della_fisica_moderna/Stefano_Sandrelli.html
Formato ebook – http://www.lafeltrinelli.it/products/9788858809051/Quanti_amici/Stefano_Sandrelli.html
Opere di Stefano Sandrelli su Feltrinelli Editore – http://www.feltrinellieditore.it/search/?q=Stefano+sandrelli+

La recensione di Quanti Amici su Media INAF – Io, i quanti e mia figlia – http://www.media.inaf.it/2012/11/19/io-i-quanti-e-mia-figlia/#sidebartabswidget-3-section-categories

[1] Il gatto di Schrödinger aiuta a capire le difficoltà teoriche del processo di misura nella Meccanica Quantistica e quanto i suoi postulati vadano contro l’intuizione comune.

Sabrina

Loading