Blog di Marco Castellani

Giorno: 20 Febbraio 2014

Giovani ma… esuberanti

ZonaFormazione

 Image Credit: Hubble Legacy Archive, NASA, ESA – Processing: Judy Schmidt

Le regioni di formazione stellare non sono zone tranquille, prestate attenzione se passate in loco… Il jet di particelle che vedete nell’immagine contiene elettroni e protoni che si muovono alla rispettabile velocità di centinaia di chilometri al secondo.

La regione mostrata è detta Orion B  – nel Complesso nebuloso molecolare di Orione – ed è abbastanza vicina a noi. Parliamo di 1500 anni luce dalla Terra: una bazzecola, per la scala cosmica. L’immagine è stata acquisita dal Telescopio Spaziale Hubble, in banda infrarossa (la scelta migliore, nel caso di regioni dense di gas e polveri).  La cosa interessante è che in ogni caso i jet sono una cosa rara; questo soprattutto a motivo della loro ridotta durata (appena qualche migliaio di anni) che li rende difficili da scovare…

L’immagine (anche su APOD del 4 febbraio) è veramente suggestiva e rende bene l’idea del meraviglioso groviglio di gas e polvere ed energia che si verifica nelle zone di formazione stellare.

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Uno sguardo fresco a Centaurus A

ChandraCen

Crediti: X-ray, NASA/CXC/U.Birmingham/M.Burke et al.

Era partito da poche settimane appena. Eravamo nel 1999. E già Chandra puntava i suoi strumenti su Centaurus A. Questa galassia, ad una distanza di dodici milioni di anni luce dalla Terra, mostra una caratteristiche davvero impressionante:  un enorme getto di materia che fuoriesce, verosimilmente, da un gigantesco buco nero centrale.

Il primo amore non si scorda mai, è ben noto. E questo vale anche per Chandra. Difatti, da allora, diverse volte la sonda ha rivolto la sua attenzione su questa galassia così peculiare . Ogni volta raccogliendo altri dati.

Nel complesso, una mole rilevante di informazioni, accumulate tra gli anni 1999 e 2012. Nel frattempo che Chandra accumulava dati, anche a Terra non stavano con le mani in mano: nuove tecniche di elaborazione di immagini permettono oggi agli astronomi di (ri)utilizzare al meglio i dati già acquisiti.

Ottenendo così l’immagine che potete ammirare qui sopra. Essa fornisce davvero una nuova opportunità di guardare un oggetto antico: insomma, quasi come gettare uno sguardo fresco e rinnovato su un vecchio amico…

Nell’immagine, la radiazione X di bassa energia è in rosso, quella di media energia è in verde, e quella più energetica in blu. Chandra infatti lavora in banda X, e per mostrare le meraviglie che osserva, dobbiamo ricorrere per forza alla tecnica dei falsi colori. 

Va detto, comunque, che la nuova tecnica di elaborazione delle immagini non produce solo risultati gradevoli per l’occhi, ma sommamente interessanti per la scienza: di fatto, nuovi lavori stanno già raggiungendo le riviste scientifiche di settore, ottenuti tramite l’analisi accurata delle immagini appena prodotte. 

 Maggiori dettagli sul Photo Album di Chandra.

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