Blog di Marco Castellani

Giorno: 19 Aprile 2014

Un’astronoma tra i finalisti delle Olimpiadi di Astronomia 2014

olimpiadi di astronomia 2014 studenti

I quaranta partecipanti alle Olimpiadi di Astronomia 2014, Liceo Corbino di Siracusa. Crediti e copyright: Sabrina Masiero.

E’ stata la mia prima Olimpiade. Da anni seguivo e raccontavo dell’esperienza di molti studenti italiani interessati all’astronomia. Parlare di Olimpiadi di Matematica e di Olimpiadi di Fisica è piuttosto comune, ma di Olimpiadi di Astronomia un po’ meno. Il punto fondamentale sta nel fatto che l’astronomia non viene intesa come una vera e propria materia scolastica. Un tempo la si insegnava all’ultimo anno del liceo scientifico come “geografia astronomica”. Recentemente è passata come materia del primo anno del liceo scientifico, il che significa che il livello culturale dei ragazzi in questo ambito si è abbassato.

Vedo le Olimpiadi di Astronomia come un momento importante per i giovani di confronto e di nuova esperienza di vita e soprattutto di cultura. La competizione c’è come lo è in tutte le Olimpiadi, ma si avverte soprattutto la voglia di stare assieme e di confrontarsi. Anche Stefano Sandrelli, Presidente delle Olimpiadi di Astronomia, che fa parte dell’INAF di Brera, ha dato il suo suggerimento agli studenti durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi, sabato 12 aprile, alla presenza di molte autorità: “La cosa che vi chiedo, ragazzi, come ho fatto nelle altre competizioni nelle finali delle Olimpiadi, è di darvi una mano. Se stasera andando a cena qualcuno di voi ha dei dubbi, parlatene. E’ questo lo spirito con cui si affronta il problema della conoscenza oggi perché le Olimpiadi di Astronomia sono un enorme investimento sulla cultura. E di questo noi ne siamo molto contenti e ne siamo coscienti, e se anche voi lo siete, secondo me questo aiuta tantissimo”.

“L’astronomia ha una valenza sociale che è estrema, eccezionale” ha continuato Stefano Sandrelli. “Ci sono delle ricerche presentate a congressi internazionali che mostrano come ragazzi delle scuole dell’infanzia, delle scuole elementari, delle scuole medie di estrazione sociale estremamente diverse di nazionalità diverse ma che si trovano a convivere nello stesso paese quando vengono coinvolti tutti insieme in attività di tipo astronomico trovano una coesione tra ragazzi e tra le famiglie dei ragazzi che non ha uguali. Quindi, noi studiamo il cosmo ma attraverso il cosmo veramente noi aiutiamo noi stessi, aiutiamo tutto ciò che riguarda l’integrazione e la comprensione l’uno dell’altro. E credo che questo sia uno dei messaggi più belli che dà l’astronomia, proprio come se fosse uno specchio, e che ci torna sulla Terra”.

Olimpiadi astronomia 2014 prova scritta

Gli studenti olimpionici poco prima dell’inizio della prova scritta, domenica 13 aprile 2014 presso il Liceo Corbino di Siracusa. Crediti e copyright Sabrina Masiero.

Partecipare significa sentire l’emozione vibrante della prova, la tensione del voler fare bene lo scritto, la concentrazione che si diffonde nell’aria mentre i ragazzi prendono posto, il bisogno di avere un adulto vicino che ti consoli mentre sembra che il tuo stomaco non regga alla paura.

Partecipare significa rendersi conto che sono ragazzi con una grande passione, simile alla tua, solo che tu le Olimpiadi non le hai mai potute fare, visto che sono nate solo 14 anni fa.

Partecipare per me ha voluto dire molto di più. E’ stata l’occasione per presentare ai ragazzi la mia splendida esperienza al Telescopio Nazionale Galileo, il telescopio italiano di 3,6 metri che si trova nell’Isola di La Palma, nell’Osservatorio del Roque de Los Muchachos. La mia esperienza può’ essere, e così mi pare sia stata, un esempio tra i molteplici casi di persone qualificate con laurea e dottorato che continuano a sognare e a lavorare nell’astronomia. Ho già raccontato della mia prima volta al TNG qui . Le emozioni che provavo erano quelle che vivevo da giovane, sui banchi di scuola, quando mi guardavo intorno e sentivo il cuore palpitare per il desiderio di conoscere di più, anche se ero consapevole di essere la sola a pormi questioni sulla luminosità delle stelle o su come si muovevano i pianeti. Alle Olimpiadi di Siracusa nessuno si sentiva isolato, anzi. C’era un filo rosso che legava ognuno di loro e nei loro sorrisi si coglieva la giovinezza di questo sentimento.

Mi facevano tenerezza e in fondo mi ritrovavo in loro, nei loro gesti, nei loro pensieri, nei loro occhi.

Sono grata al Direttore del TNG Emilio Molinari per questi miei sei mesi alla Fundacion Galileo Galilei-TNG dove ho messo alla prova tutta me stessa e dove ho potuto davvero coronare il sogno della mia vita. Visitare, vivere il TNG è stato decisamente il sogno più bello. Sono grata a coloro che mi hanno dato la possibilità di parlare a questi ragazzi, mostrando che sono solo uno tra i molteplici esempi di persone innamorate del proprio lavoro e che non vogliono arrendersi nonostante le grandi difficoltà che la vita in modo naturale pone davanti. I sassi che bisogna superare, le rocce appuntite che si trovano lungo il percorso li voglio vedere come ostacoli che rendono più luminosa la tappa finale, il coronamento dei propri sogni.

Ma passiamo a loro. Ai vincitori delle Olimpiadi Italiane di Astronomia 2014, premio Margherita Hack. Qui di seguito la lista:

Categoria junior

Cascone Mariastella, Liceo Scientifico “G. Galilei”, Catania
Latella Luca, Istituto Comprensivo “Don Bosco-Cassiodoro”, Reggio Calabria
Gurrisi Giuseppe, Liceo Scientifico “E. Vittorini”, Francofonte (SR)
Gatto Andrea, Istituto Comprensivo “Carducci-da Feltre”, Reggio Calabria
Imbalzano Francesco, Istituto Comprensivo “Don Bosco-Cassiodoro”, Reggio Calabria

Categoria senior

Miglionico Pasquale Liceo Scientifico Statale “Federico II di Svevia”, Altamura (BA)
Santoni Giacomo, Liceo Scientifico “G.Galilei”, Macerata
Giunta Marco, Liceo Scientifico “G. Galilei”, Catania
Pizzati Elia, Liceo Scientifico “Galileo Galilei”, Dolo (VE)
Gagliardi Francesco, Liceo Scientifico “E. Fermi”, Cecina (LI)

In base alle graduatorie precedenti, la squadra che rappresenterà l’Italia alle International Astronomical Oyimpiad è formata dai primi 3 classificati nella categoria junior e dai primi 2 classificati nella categoria senior. Pertanto la squadra italiana sarà costituita da:
Categoria junior: Cascone Mariastella, Latella Luca, Gurrisi Giuseppe
Categoria senior: Miglionico Pasquale, Santoni Giacomo

Ai seguenti link potete scaricare le prove sostenute dai ragazzi, con le correzioni:

la prova pratica per la categoria Junior e Senior
la prova teorica per la categoria Junior e Senior

A questa pagina potete trovare le foto della Finale.

Il video realizzato da Marco Galliani di Media INAF:

Sito ufficiale delle Olimpiadi di Astronomia: http://www.iaps.inaf.it/olimpiadiastronomia/

Sito ufficiale Olimpiadi di Astronomia – La squadra italiana selezionata nella finale di Siracusa – http://www.iaps.inaf.it/olimpiadiastronomia/la-squadra-italiana-selezionata-nella-finale-di-siracusa/

Programma delle Olimpiadi di Astronomia: sito web dell’INAF-Catania – http://www.oact.inaf.it/olimpiadi/Finale_2014.html

Altre informazioni sul sito di Media INAF: L’Astronomia Olimpica a Siracusa – http://www.media.inaf.it/2014/04/14/lastronomia-olimpica-a-siracusa/

Dai alcuni quotidiani online:
Siracusa NEWS- Siracusa, Svolte stamane le premiazioni delle Olimpiadi di Astronomia – http://www.siracusanews.it/node/46920

SiracusaOggi.it – Siracusa. Premiati i vincitori della finale italiana delle Olimpiadi di Astronomia – http://www.siracusaoggi.it/siracusa-premiati-i-vincitori-della-finale-italiana-delle-olimpiadi-di-astronomia/

247 Libero- Siracusa, svolte stamane le premiazioni delle Olimpiadi di Astronomia – http://247.libero.it/rfocus/20252066/1/siracusa-svolte-stamane-le-premiazioni-delle-olimpiadi-di-astronomia/

Esse press – A Siracusa l’Olimpiade di astronomia con 40 studenti da tutta Italia. “Evento legato alla storia della città e ad Archimede” –
http://www.essepress.com/a-siracusa-lolimpiade-di-astronomia-con-40-studenti-da-tutta-italia-evento-legato-alla-storia-della-citta-e-ad-archimede/

Su facebook – Olimpiadi di Astronomia – https://www.facebook.com/olimpiadiastronomia?fref=ts

Sabrina

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Primo pianeta extrasolare nella zona di abitabilità della sua stella

Kepler-186f NASA

Rappresentazione artistica di Kepler-186f, il cugino della Terra. Crediti: NASA Ames/SETI Institute/JPL-Caltech.

Grazie al Telescopio Spaziale Kepler della NASA un gruppo di ricercatori astronomi ha scoperto il primo pianeta di dimensioni terrestri in orbita attorno ad una stella nella sua zona di abitabilità, ossia nella regione in cui l’acqua si può trovare in forma liquida sulla superficie planetaria. La scoperta di Kepler-186f conferma che i pianeti che hanno dimensioni di tipo terrestre esistono nella zona di abitabilità delle stelle. Terra e Marte nel nostro Sistema Solare vengono a cadere nella zona di abitabilità del Sole.

Finora erano stati scoperti dei pianeti che si venivano a trovare nella zona di abitabilità della loro stella ma erano almeno un 40 percento più grandi della Terra. Questa volta le cose sono diverse. “La scoperta di Kepler-186f è un passo significativo verso la scoperta di mondi simili al nostro pianeta Terra” ha affermato Paul Hertz, Direttore dell’Astrophysics Division della NASA presso il quartier generale dell’Agenzia spaziale a Washington. “Le future missioni  NASA, come il Transiting Exoplanet Survey Satellite e il James Webb Space Telescope scopriranno pianeti extrasolari rocciosi più vicini e determineranno la loro composizione oltre che le loro condizioni atmosferiche” cercando da un lato di rispondere ad alcune domande fondamentali sulla nascita della vita sulla Terra e dall’altro di trovare delle risposte su possibili forme di vita nell’Universo.

Anche se le dimensioni di Kepler-186f sono ben note, la sua massa e composizione non lo sono. Ricerche compiute in passato, comunque, mostrano che un pianeta delle dimensioni di Keper-186f deve probabilmente essere roccioso.

“Sappiamo di un solo pianeta dove esiste la vita, la Terra. Quando cerchiamo la vita al di fuori del nostro Sistema Solare ci focalizziamo sulla ricerca di pianeti con caratteristiche che si avvicinano a quelle terrestri” ha affermato Elisa Quintana, Research Scientist al SETI Institute presso l’Ames Center della NASA a Moffett Field, California e primo autore del paper pubblicato ieri su Science. “Il trovare un pianeta nella zona di abitabilità confrontabile in dimensioni con la Terra è un grande passo in avanti”.

Kepler-186f fa parte del sistema Kepler-186, a circa 500 anni luce di distanza dalla Terra nella Costellazione del Cigno, la regione dove Kepler cerca i pianeti extrasolari. Il sistema è formato da altri quattro pianeti che orbitano attorno ad una stella con dimensioni e  massa pari a circa metà di quelle del nostro Sole.

“Le stelle nane di tipo M sono le stelle più numerose” ha affermato Quintana, e questo fa sì che da un punto di vista statistico sia più probabile trovare pianeti attorno a stelle di questo tipo.

Kepler-186f  ha un periodo di 130 giorni e riceve dalla sua stella circa un terzo dell’energia che il nostro pianeta riceve dal Sole. Inoltre, si trova vicino al bordo esterno della zona di abitabilità. “Anche se si viene a trovare nella zona di abitabilità questo non significa che il pianeta sia abitabile. La temperatura sulla superficie del pianeta dipende fortemente dal tipo di atmosfera che il pianeta ha” ha affermato Thomas Barclay, Research Scientist presso Bay Area Environmental Research Institute ad Ames e secondo autore del paper. “Kepler-186f può essere pensato come un cugino della nostra Terra piuttosto che un gemello. Possiede infatti molto proprietà caratteristiche della nostra Terra.”

I quattro pianeti compagni, Kepler-186b, Kepler-186c Kepler-186d Kepler-186e orbitano attorno alla loro stella ogni 4, 7, 13 e 22 giorni rispettivamente, rendendoli troppo caldi per la vita come la conosciamo. Questi pianeti più interni rispetto a Kepler-186f hanno dimensioni inferiori a 1,5 volte quelle terrestri.

I prossimi passi nella ricerca di vita su mondi lontani dal nostro sono quelli che puntano alla ricerca di pianeti gemelli della Terra o con dimensioni simili che orbitano nella zona di abitabilità della loro stella, oltre alla misura della loro composizione chimica. Il Telescopio Spaziale Kepler, che simultaneamente e continuamente ha misurato la luminosità di oltre 150 000 stelle, è la prima missione della NASA in grado di rilevare pianeti delle dimensioni terrestri attorno a stelle simili al Sole.

Fonte JPL-NASA:NASA’s Kepler Telescope Discovers First Earth-size planet in “Habitable Zone: http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?release=2014-119&utm_source=iContact&utm_medium=email&utm_campaign=NASAJPL&utm_content=universe20140417

Media INAF – Kepler trova un cugino della Terra- http://www.media.inaf.it/2014/04/17/kepler-trova-un-cugino-della-terra/

Sabrina

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Se accade qualcosa

Rileggendo le bozze per un piccolo libretto di poesia che vorrei finire di compilare nei prossimi giorni, mi sono imbattuto in un verso

“Se accade qualcosa mi placo: / la guardo soltanto accadere”

che mi sembra descriva adeguatamente questo momento, questo momento personale e questo momento anche a livello più ampio, sociale.

Così scorgo in fondo al mio cuore, palpitante, il desiderio che accada qualcosa capace di strapparmi al tappeto consolidato di pensieri e di auto-osservazione. Che accada qualcosa che mi strappi da me stesso, dalle mie furbizie consumate e dai bilanciamenti usati per tirare avanti. 

Ricordo. Da bambino c’era il senso forte dell’attesa di qualcosa. Un regalo, il ritorno di un genitore, un ritorno a casa. C’era un senso di una possibile svolta in ogni istante.

“I bambini stanno bene / per loro ogni giorno è differente” canta Fossati ne Il rimedio ed è una intuizione geniale.

Ora se spesso non troviamo niente per cui stupirci, da una parte sembriamo adulti (per quanto in una accezione un po’ triste) ma dall’altra ci muoviamo intorno come bambini insoddisfatti. Ma l’ultima cattiveria che possiamo farci, in questa condizione (tutti, credenti o non credenti), è impedirci di pensare che qualcosa di radicale possa ancora avvenire. Che possa esseri un punto di svolta, un punto di valore. Di dolcezza, soprattutto. Una dolcezza infinita è quello che il cuore attende per riposare, niente di meno.

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Un punto di dolcezza, di tenerezza che possa agire facendo sciogliere le resistenze dentro di noi, liberare il nostro potenziale creativo. Se non si è creativi si soffre, si soffre da morire. Creatività è forse semplicemente disponibilità ad un disegno sulla nostra vita, che siccome è unico perciò stesso ci rende unici, ci rende speciali e insostituibili.

Perché impedirsi di pensarlo? E’ ragionevole? Rispondo per me, dico di no.

Ma se lo dicessi in forza di una mia forza, mentirei. Crollerei. Se lo dico in forza di volti, di “persone e momenti di persone” attraverso cui vedo un Destino più grande, forse posso essere sincero.

Forse “Cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi” (Didaché) vuol dire questo. Per me, adesso, vuol dire guardare fuori di sé e vedere persone amiche, volti, fare memoria di brani di conversazione, di persone che ci hanno guidato e sono in cielo (come Don Giacomo di cui oggi ricorre l’anniversario della morte), altre che ci guidano ora, con cui è possibile continuare un cammino.

Per tutto questo, mi dico, è ragionevole sperare. Anche avessi visto una sola volta questi volti, è ragionevole sperare. Per tutto questo, non si tratta di forzare un ottimismo, ma cedere ad una Presenza. Da cercare ogni giorno. Per riempire il cuore, e così poter sorridere alla moglie, ai bimbi, agli estranei. O se oggi magari non si sorride, per capire che si potrà sorridere comunque, domani.

Buona Pasqua.

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