Più brillante di un gioiello. Solo le stelle possono essere così. Sono proprio come gemme quelle che risplendono nell’ammasso aperto NGC 290. L’ammasso è davvero fotogenico e in questa immagine catturata dal Telescopio Spaziale Hubble (proposto da APOD qualche giorno addietro) fa una figura davvero maestosa. Gli ammassi aperti, lo sappiamo, sono ben diversi dalla loro controparte globulare. Intanto si trovano per lo più nel piano del disco galattico, mentre i globulari sono sparsi per tutto l’alone. Poi, contengono molte meno stelle (gli ammassi globulari più popolati possono arrivare a diverse centinaia di migliaia), e la percentuale di stelle giovani e blu è molto più elevata. 

La teoria moderna dell’evoluzione stellare si è giovata molto dello studio degli ammassi aperti e globulari e ne ha derivato un quadro ormai abbastanza consistente della loro natura. Gli ammassi globulari sono certamente più antichi, di una età paragonabile all’età dell’universo stesso, e pertanto contengono stelle di massa piccola e in fasi evolutive avanzate. Gli ammassi aperti sono ben più giovani e scoppiettanti, pieni di stelle molto grosse e molto calde.

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Credits:  ESA & NASA; Acknowledgement: E. Olszewski (U. Arizona)

NGC 290 si trova a circa duecentomila anni luce dalla Terra, e (udite udite) non è nella nostra Galassia, ma in una galassia vicina, la Piccola Nube di Magellano. Contiene qualche centinaio di stelle e si dispiega per circa 65 anni luce di larghezza.

Uno scrigno cosmico i cui incantati colori ci raggiungono della profondità dell’universo.

Un delicato tesoro di luci colorate, affogato nel nero limpido e terso di un cielo perennemente stellato.

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