Dopo tanto tempo di attività, sento il bisogno di capire quale è la direzione di rotta migliore per GruppoLocale.

Non è male, ogni tanto, azzardare una sorta di bilancio. O meglio, fermarsi un momento e vedere dove si è arrivati. E per farlo bisogna guardare alla strada percorsa.

Come un nuovo inizio...

Photo Credit: sierragoddess via Compfight cc

Siamo partiti ormai molti anni fa. E ogni anno è come un’era geologica, per Internet. Qui si vive in un posto dove tutto è accelerato, i cambiamenti avvengono su scala di mesi, se non di settimane appena. E siccome è un po’ di anni che siamo online, diciamo che ne abbiamo viste di cotte e di crude.

Tanto per dire, questo sito è attivo dal 2002. Pensateci: un secolo fa, per la rete. Basti dire che nel 2002 non esisteva Facebook (ebbene sì, è esistita un’epoca – probabilmente più produttiva – in cui Facebook non c’era).

Anche per quanto riguarda la divulgazione (specificamente in lingua italiana) la situazione era molto, molto diversa da quella attuale. L’offerta di buoni articoli nella nostra lingua era decisamente più povera. Di conseguenza, anche tradurre articoli dall’inglese, era una cosa utile, aveva un valore.

Ora ci muoviamo in un panorama radicalmente diverso. L’offerta di articoli di divulgazione di qualità è certamente assai più ampia. Per rimanere nell’ambito del mio ente di appartenenza, già la pagina Media INAF fa un ottimo lavoro per quanto riguarda l’aggiornamento sui risultati della ricerca astronomica. Fatti salvi casi particolari, non ha più molto senso inseguire le singole notizie, in modo asettico, per un lavoro che fanno già in modo eccellente.

Buon per noi, in fondo. E’ l’epoca della personalizzazione. Dobbiamo dare a questo blog una sua identità più specifica e definita. Possiamo prenderci il lusso di lasciare ad altri la presentazione delle notizie vere e proprie, mentre noi andiamo alla ricerca di punti di vista originali ed inediti, con i quali interpretare la ricerca sotto una luce nuova e molto specifica.

In realtà ricerca è un termine riduttivo, perché a noi interessa superare il polveroso schema delle due culture per riprendere invece il cammino di una conoscenza che sia unita e che non lasci fuori niente – un cammino dove lo stupore si coaguli come terreno d’intesa qualificante ed insieme garanzia di amicizia tra scienza, letteratura, musica, e – in definitiva –  ogni forma di umano sapere.

Fedeli al nostro motto Solo lo stupore conosce dunque cerchiamo di guadagnare una prospettiva diversa, di vedere le cose in modo che possano ancora stupirci, destare meraviglia. Mettendo l’umanità di chi fa ricerca o di chi la comprende, al centro del nostro sistema di riferimento. In poche parole, non ci interessa più il cosmo in sé stesso, ma l’uomo attraverso il cosmo.

Una sorta di ricominciamento, dunque. Perché l’avventura della scoperta dell’universo è anche e soprattutto una declinazione importante dell’avventura umana in quanto tale. Una epopea in cui – appunto – l’umanità delle persone può e deve venire alla luce, senza paura, con punti di forza e debolezze, con passioni ed emozioni, perché di tutto questo l’umano è fatto.

E per noi la ricerca verso lo spazio è anche e soprattutto una ricerca verso noi stessi.

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