Un dettaglio della superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko ripresa dalla sonda europea Rosetta ad una distanza di soli 7,9 chilometri dalla superficie (9,9 chilometri dal centro). Crediti: ESA/Rosetta/NavCam

Un dettaglio della superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko ripresa dalla sonda europea Rosetta ad una distanza di soli 7,9 chilometri dalla superficie (9,9 chilometri dal centro). Crediti: ESA/Rosetta/NavCam

A guardare questa foto sembra di essere lì, con gli occhi attaccati al vetro di oblò e nelle mani e nel cuore la tentazione di abbassare una maniglia, di aprire una porta, di uscire… Di uscire e farci una passeggiata.

-68 gradi centigradi. 7,9 chilometri dalla superficie. Mai stati così vicini.

Abituati come siamo dalle foto delle missioni Apollo, sembra un dettaglio del suolo lunare. Poi, però, a guardar meglio, l’orizzonte è troppo vicino, ci sono dei getti di materia, c’è del ghiaccio, molta polvere: non può essere la superficie del nostro satellite.

E in effetti è la superficie di una cometa. Per la prima volta nella storia dell’esplorazione spaziale là fuori c’è una sonda in viaggio da oltre dieci anni e mezzo, pronta per effettuare una delle missioni più spettacolari e quasi fantascientifiche per il genere umano: sganciare un piccolo robot sul nucleo di una cometa e rimanere lì, in orbita per oltre un anno a raccogliere informazioni, immagini, per scrivere qualcosa di più nel libro che racconta la storia e l’origine del nostro Sistema Solare.

Questa è la superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, scoperta nel 1969 e che la sonda Rosetta ha iniziato ad osservare sempre più da vicino, da quando, il 6 agosto scorso è entrata in orbita attorno ad essa.
Non era la 67P/Churyumov-Gerasimenko il target della sonda Rosetta e del lander Philae, ma a causa di ritardo di un anno nel lancio della missione, la prima cometa scelta, la Wirtanen sarebbe mancata all’appuntamento con la sonda dell’Agenzia Spaziale Europea. Dopo varie ricerche, si è scelta questa cometa dal nome insolito (e anche difficile da pronunciare).

Il modello del nucleo cometario, in scala 1:10.0000, è in bella mostra presso la Sala della Gran Guardia, a Piazza dei Signori, a Padova nella Mostra “Rosetta, cacciatrice di comete …e altre storie” che rimarrà aperta fino al 14 novembre 2014. Questo nucleo in miniatura (con me in foto)  è stato realizzato da Gabriele Cremonese, Marco Dima e Roberto Ragazzoni dell’INAF-Osservatorio di Padova sulla base delle immagini che ci sono giunte da Rosetta, a partire dal 3-4 agosto, quando la sonda si stava avvicinando alla cometa. A causa della rotazione del nucleo e della posizione del Sole rispetto alla cometa e alla sonda stessa, una parte del nucleo cometario non è stato ancora osservato: si tratta di circa un 30 percento che lo sarà a partire dai mesi di marzo, aprile e maggio.

Nonostante sia solo un modellino, tenere in mano il nucleo della cometa ha il suo fascino e un selfie è scappato! Crediti: Sabrina Masiero/INAF-Padova

Nonostante sia solo un modellino, tenere in mano il nucleo della cometa ha il suo fascino e un selfie è scappato! Crediti: Sabrina Masiero/INAF-Padova

Il nucleo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko non ha una forma sferica e non ricorda nessuno dei nuclei che sono stati analizzati da vicino da altre sonde. Vi sono due lobi, uno maggiore e uno minore, legati fra loro da un ponte di materia. Sembra di vedere un funghetto che ruota nello spazio. Nel lobo minore Philae atterrerà il prossimo 12 novembre 2014 alle ore 9.35 italiane. Ci vorranno ben sette ore di attesa dal momento dello sganciamento al momento del contatto (il touchdown).

Philae dovrà fare tutto da solo. Non ci sarà nessuno in grado di controllare il suo sganciamento, la sua lunga discesa e il suo ancoraggio sulla superficie della cometa. Il sito di atterraggio, denominato J dai ricercatori ESA sulla base delle lettere dell’alfabeto utilizzate per selezionare un sito ideale per Philae, è anche sufficientemente illuminato dal Sole in modo da permettere a Philae di ricaricare le batterie una volta sceso sulla cometa. Infatti, la sua autonomia è di sole 64 ore, dopodiché la strumentazione non avrebbe energia sufficiente per compiere alcun tipo di lavoro.

Cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko ripresa dalla NavCam a bordo della sonda Rosetta il 15 ottobre 2014. Crediti: ESA/Rosetta/NavCam

Cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko ripresa dalla NavCam a bordo della sonda Rosetta il 15 ottobre 2014. Crediti: ESA/Rosetta/NavCam

Dallo scorso 8 ottobre la sonda Rosetta è stata portata su un’orbita di soli 10 chilometri dalla sua superficie. La NAC, la Narrow Angle Camera a bordo della camera Osiris sta mandando a terra delle immagini a piccolo campo, molto dettagliate, ma a così a corto campo che non si riesce a capire che regione della superficie della cometa la camera ha puntato!

Se per Curiosity, il rover della NASA che si è posato sul suolo di Marte il 6 agosto 2012 si sono trattati di 7 minuti di terrore, qui, per Philae possiamo dire che ci saranno ben 7 ore di terrore.

Dita incrociate per Philae ! E voi, siete pronti per l’avventura?

Sabrina

Loading


Scopri di più da Stardust

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli via e-mail.