Blog di Marco Castellani

Cinguettando dalla frontiera…

Sono stati due giorni decisamente interessanti, in alcune parti anche scoppiettanti. Mi riferisco al meeting Astrofrontiere organizzato da Stefano Borgani, Enzo Brocato, Fabrizio Fiore, Monica Tosi e Paolo Vettolani.

Due giorni per fare il punto sui problemi aperti nei vari settori, opportumanete divisi in cinque sezioni che rendono conto bene di ciò su cui la comunità astronomica sta lavorando, e sul suo forte bisogno di ripensare continuamente se stessa per rinascere nuova in ogni momento, evitando uno stato stazionario che – se cosmologicamente non è più supportato praticamente da nessuno – organizzativamente per INAF significherebbe una stasi mefitica. I settori sono questi, e come vedete c’è spazio per tutti:

  1. ASTROFISICA DELLE STRUTTURE COSMICHE BARIONICHE
  2. SISTEMA SOLARE, SISTEMI PLANETARI E ORIGINE DELLA VITA
  3. COSMOLOGIA
  4. GRAVITA` E FISICA FONDAMENTALE
  5. DISCUSSIONE GENERALE E CONCLUSIONI

Non affonterò qui la spinosa questione del precariato dentro INAF, che è stata origine di qualche dibattito anche (giustamente) vivace nelle fasi conclusive del meeting. Al proposito mi limito ad indirizzarvi al post molto interessante di Angelo Adamo che, benchè scritto prima dell’evento, fotografa egregiamente la situazione, che per molti versi (ed è il minimo che si può dire) appare decisamente problematica. Questo tweet dice già molto (disegno di Angelo Adamo)…

Vorrei invece indulgere verso un angolo di vista più originale, ragionando con voi sulla declinazione mediatica del meeting.  Astrofrontiere è stato infatti trasmesso (praticamente) in diretta sul canale streaming di INAF-TV, rendendo così possibile virtualmente a chiunque di partecipare pur non essendo fisicamente nella sala dell’Accademia del Lincei in Roma.

Parallelamente allo streaming audio/video, è stato stabilito un hashtag Twitter relativo all’evento, individuato appunto in #astrofrontiere, che ha reso possibile generare un flusso di tweet legati all’evento stesso e visualizzati in un box a destra della pagina stessa di INAF-TV.

Inizialmente un po’ dubbioso, ho potuto presto apprezzare molto la possibilità di seguire in streaming. Astrofrontiere infatti, per la sua specifica natura, si è venuto a definire come una ottima opportunità per apprendere in un tempo relativamente contenuto lo stato presente di ogni settore, le direzioni di sviluppo, i problemi aperti, le questioni irrisolte. Un solo tweet come esempio…

I vari interventi mi sono apparsi piacevolmente chiari e deliziosamente esenti da sterile specialismo (che purtroppo affligge una importante percentuale di seminari di Istituto): dunque potenzialmente fruibili per una più ampia audience, ben al di fuori del recinto dei dipendenti INAF.

Personalmente, ho potuto apprezzare molto questa carrellata su temi astronomici lontani dalla mia area di lavoro, ho capito anzi che se c’è qualcosa che manca al momento è un vero canale di comunicazione tra i vari settori: al momento è piuttosto un canale virtuale che si apre in relazione ad alcuni eventi, come questo, ma nella vita (professionale) ordinaria è spesso tragicamente strozzato.

Detto ciò, apprezzabilissimo – in linea di principio – è il flusso Twitter legato al citato hashtag. In linea di principio – ribadisco – un simile flusso garantisce la visibilità ad una pluralità di voci e opinioni, senza alcun “controllo centrale”: basta inserire la stringa #astrofrontiere nel tweet e si compare nel flusso visualizzato nella pagina di INAF-TV.

Purtroppo questa possibilità è ancora ampiamente virtuale, perché – di fatto – sono (ancora) pochi gli astronomi che pubblicano messaggi su Twitter legati all’evento. Perlopiù la diretta Twitter è stata coperta (in modo eccellente) da MEDIA INAF stessa. Felice eccezione Ronald Drimmel che ha twittato (e parlato) sulla missione GAIA (su questo torniamo dopo)

Anche qui a GruppoLocale si è cercato di coprire almeno parte dell’evento (ho trovato molto stimolante la cosa, formulare i messaggi mi aiuta e mi motiva a seguire gli interventi). Sono stato contento di riceverne anche credito, nel pomeriggio di ieri…

Quindi, anche se nella soddisfazione del credito ricevuto, un po’ di rimpianto, per come sarebbe potuto essere. Certo nessuno può obbligare un astronomo a twittare, soprattutto se pensa che sia una perdita di tempo. Forse ogni tanto lo è, eppure sarebbe stato veramente istruttivo nutrirsi di una pluralità di voci e pareri sulla timeline dell’evento.

Forse, in futuro? Chissà.

Per ultimo, in questa lettura volutamente parziale ed incompleta della storia, permettetemi una nota di soddisfazione. Essendo coinvolto in GAIA, ho apprezzato, seguendo i vari interventi, come veramente il satellite – sperso lassù nel cielo a un milione e mezzo di chilometri da noi – sia anche ben presente nella testa di tutti gli astronomi, per quello che promette di realizzare (e sta già iniziando a fare)

GAIA avrà un forte impatto su tutta l’astronomia degli anni a venire, e diventa sempre più difficile non tenerne conto… 😉

Mi fermo qui, ci sarebbe tanto tanto da dire, ma vi lascio ai filmati dell’evento tutti disponibili sul canale YouTube di INAF e alla consultazione dello streaming Twitter completo.

Per stimolare il vostro appetito, finisco con la slide relativa alle sfide che ci aspettano nel secolo presente, secondo il consiglio scientifico di INAF: il minimo che si può dire, è che c’è trippa per gatti…! 

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2 Comments

  1. Angelo

    Ciao! Intanto grazie per la citazione! Tu e Sabrina Masiero col suo blog
    “Tutti Dentro!” mi avete dedicato molta attenzione e ora spero di
    essere all’altezza dell'”amplificazione di segnale” che mi avete
    gentilmente offerto. Mi piace il taglio che hai scelto di dare a questo
    post: l’aver reso il meeting fruibile a tutti mediante video e twitter è
    stata una scelta vincente. Io stesso, non essendo potuto andare, sono
    stato tutto il primo giorno a lavorare seguendo lo svolgersi dei lavori
    sul canale youtube dell’INAF. Le ristrettezze economiche dell’ente fanno
    prevedere che le future edizioni saranno presenziate dai soli residenti
    nella città scelta per l’incontro mentre tutto il resto della comunità
    sarà attaccata a monitor di computer e ipad. Una svolta possibile, forse
    interessante, ma con una certa venatura di tristezza postmoderna…
    Grazie
    ancora, Marco! E spero di incontrare presto il tuo alter-ego, quello in
    carne e ossa. So che esistere. Deve esistere da qualche parte! 😀 😀
    😀

    • mcastel

      Ciao Angelo! Grazie a te per il commento. E’ stato un piacere rilanciare il tuo post e i tuoi disegni: in particolare questi ultimi fotografano la situazione molto meglio di tanti discorsi (e moltissimo meglio di certe esternazioni che ho sentito fare da gente.. molto in alto…) Hai ragione, vivremo questo passaggio alla completa virtualità (motore irresistibile, come dici, proprio la progressiva diradazione dei fondi per le missioni) con un velo di tristezza. Quello che infatti si guadagna è un pubblico potenzialmente vastissimo, quello che si perde è il “colore emotivo” di un avvenimento: quel “non so che” fatto di luci, colori, ambienti, incontri, temperature, sorrisi, sgarbi, colloqui nei corridoi, tagli di luce, pensieri che si legano a cose e cose che si legano a pensieri. Tutto questo nello schermo del computer non ci stà (anche in un 58 pollici, per dire). Tutto questo reclama una fisicità che ci è propria e grazie al cielo lo sarà sempre.

      Ehm… tutto questo pistolotto per dire che i nostri alter-ego si dovranno incontrare, è certo. Il tuo alter-ego poi dovrà (se ben ricordo) offrirmi anche una rossa (sempre intesa come birra)…

      🙂 😉 😉

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