E’ troppo divertente l’immagine che accompagna uno dei più recenti tweet della missione Rosetta. E’ materia proprio di questi momenti: sappiamo che il contatto tra Rosetta e il robottino Philae c’è stato, ed è una cosa veramente notevole. Tuttavia pare che la comunicazione sia ancora “ballerina”. Si tratta in poche parole di aggiustare la traiettoria di Rosetta in modo da poter stabilire una connessione più affidabile tra lei e Philae.

Il tweet che ospita l’immagine di Rosetta con un’espressione desolata ed un telefono in mano (al momento in cui scrivo, segnato come “preferito” 179 volte e “ridiffuso” 140) , rende l’idea molto più di mille parole. E’ un modo di rendere anche divertente e comprensibile il resoconto di un lavoro di importanza fondamentale: per poter raccogliere i dati raccolti da Philae, è evidentemente necessaria una buona connessione. La pagina dell’ESA (in inglese) alla quale lo stesso tweet rimanda per maggiori informazioni, risulta veramente molto esplicativa e presenta in buon dettaglio tutti i motivi per cui il team sta cercando in ogni modo di massimizzare la possibilità di “dialogo” tra la sonda e il robottino.

Immagine elaborata della cometa 67P presa il giorno 15 di giugno. Crediti: ESA/Rosetta/NAVCAM – CC BY-SA IGO 3.0

Immagine della cometa 67P presa il giorno 15 di giugno. Crediti: ESA/Rosetta/NAVCAM – CC BY-SA IGO 3.0

Dialogo che non deve essere troppo breve: per poter informare la sonda di tutto quello che Philae ha scoperto, perché possa raccontare – in termini scientifici – cosa vuol dire vivere su una cometa (cosa mai successa prima, nella storia), sarebbe desiderabile una chiamata che possa durare una cinquantina di minuti.

Non è una cosa affatto banale.

Intanto, la sonda gira intorno alla cometa 67P con un periodo poco superiore alle dodici ore, così da presentare appena un paio di possibilità al giorno di entrare in contatto con Philae (quando la posizione è giusta). Per di più, siccome il robottino non è sempre esposto al Sole, spesso non ha energia sufficiente per “raccontarsi” come sarebbe auspicabile. Fatti tutti i dovuti conti, al momento la lunghezza possibile delle “chiamate” tra i due varia da pochi minuti alle tre ore. L’energia di Philae rimane un fattore critico per valutare la possibilità di una comunicazione abbastanza lunga.

Il lander sulla cometa può certo operare anche con intervalli di comunicazione più brevi, ma la situazione è lungi dall’essere ideale, per i dati che possono essere scaricati effettivamente, ed anche per i comandi che possono essere inviati.

Siamo così, appesi alla speranza che ci sia campo, insomma (un po’ come in tante situazioni della nostra vita ordinaria, potremmo dire). La conversazione è del resto di grande importanza, tale da giustificare ogni tentativo. Vediamo come va 😉

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