L’astrofisica non va mai in vacanza, potremmo dire. E magari potremmo aggiungere, neanche gli astrofisici! O piuttosto (tornando ad un più sano realismo…), a volte riescono anche a mettere insieme le due cose: come in questo frangente. Sì, perché chi scrive avra l’occasione, tra agosto e settembre, di essere ospitato per una settimana su un bel Mikado 56, per trascorrere una settimana con i vincitori del progetto L’astrofisica su Mediterranea. Una settimana da attraversare ragionando di evoluzione stellare, di  scala delle distanze, di origine e destino ultimo dell’Universo… e naturalmente, osservando le stelle. Il tutto, ospitati su di una “piattaforma” davvero d’eccezione!

MediTe2015

Per spiegarvi un po’ meglio la faccenda, vorrei percorrere con voi le parole stesse del bando di partecipazione:

“L’Astrofisica su Mediterranea” è un progetto d’introduzione all’Astrofisica patrocinato e finanziato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica in collaborazione con il Consorzio Interuniversitario per la Fisica Spaziale e il Progetto Mediterranea. Questa iniziativa di formazione è rivolta agli studenti universitari iscritti alla laurea triennale in Fisica ed Astrofisica. Protagonista e “mezzo di divulgazione” è Mediterranea, un Mikado 56, ketch di 17 metri armato a cutter (…qualsiasi cosa ciò voglia dire, NdA), che è salpato nella primavera 2014 dal porto di San Benedetto del Tronto per un lungo viaggio (5 anni) di circa 20.000 miglia in tutto il Mediterraneo (…) Saranno presentate una serie di lezioni e di esperienze sul campo che forniranno agli studenti l’opportunità di collegare i rudimenti della navigazione astronomica con i moderni sistemi di posizionamento satellitare (GPS), i concetti dell’astronomia di posizione con la moderna visione astrofisica del cosmo.”

L’idea di unire la navigazione all’astrofisica è indubbiamente stimolante. Ancora di più la possibilità, per il sottoscritto, di raccontare (e dunque inevitabilmente di raccontarsi) qualcosa del cosmo, un pochino al giorno, tentando l’avventura di (ri)scoprire insieme, la bellezza e l’unicità di quanto lo studio della volta celeste può proporre. Ovvero, di quanta meraviglia ci sia assiepata lassù nel cielo, in attesa soltanto di essere riconosciuta, di essere vista, di essere guardata. Con nuova passione, ogni volta.

Lo sappiamo bene: lo studio delle stelle, almeno in senso posizionale,  dal punto di vista storico, è stato profondamente segnato dalla necessità di punti di riferimento per la navigazione. Sarà un po’ dunque, penso, come tornare all’origine. Ma anche di più. Parlare delle cose del cielo su Mediterranea sarà un po’ capire come e perché il cielo ha (ancora e sempre) a che fare con la terra, come cielo e terra siano cioè i due poli di una equazione la quale – mi pare – assume pieno significato soltanto nella presenza attiva e bilanciata di entrambi i termini. In altri termini, cielo e terra si appoggiano l’uno all’altro, restituendosi significato a vicenda, in uno splendido circolo virtuoso. Questo tanto senso strettamente scientifico, quanto in senso filosofico e spirituale, come del resto tutte le tradizioni più antiche ci insegnano.

Bene, manca ancora una settimana alla scadenza del bando di partecipazione. Se siete per caso nella condizione di poter presentare domanda, e non soffrite (troppo) di mal di mare, vi esorto senz’altro a non perdere questa possibilità. Hai visto mai, potremmo trovarci ad approfondire questi temi in una bella chiacchierata cullati dalle onde, con le coste della Turchia che si distendono sotto un cielo fitto fitto di stelle 😉

Sarà per certo un’avventura interessante. Sarà sopratutto qualcosa nella quale il primo che avrà da imparare, senza alcun dubbio, sarò proprio io.

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