Una cattiva idea. Assolutamente una cattiva idea. Se chiedete la mia opinione, una pessima idea. Senza esitazioni. Parola mia, di Phòs il fotone. Insomma quella (splendida) particella luminosa che vi ha già intrattenuto negli ultimi tempi con le sue avventure, le sue mirabolanti (parere spassionato) peripezie.

Abbiate pazienza, ma il mio umore non è dei migliori, in questi tristi momenti. Lo so, lo so che ho cercato nelle precedenti occasioni di mantenere un tono leggero, a volte anche spiritoso, per parlarvi delle mie imprese. Oggi però non riesco, non riesco proprio. Capirete, con queste notizie che arrivano, ma come si fa! Ma non crediate, non è mica solo un problema mio. Noi fotoni siamo tutti infuriati. E ne abbiamo tutte le ragioni.

Perché il motivo di tutta questa acredine, dite voi? Ve lo dico subito. Ecco qui, uno va bello bello su Twitter, il pomeriggio del sei di ottobre, e si trova davanti ad una cosa come questa…

Il premio Nobel per la fisica ai neutrini? Ma è uno scherzo, per caso? Qualcuno lassù tra voi umani ha pensato di giocare con i nostri sentimenti? E con quale ardire, peraltro!

No dico. Già con i neutrini c’è questa conflittualità, da tempo (e tutto per colpa loro ovviamente), ora però pure voi umani vi ci mettete. Quelli così si gasano a tal punto che nessuno li ferma più (già mi dicono che fermarli sia piuttosto complicato, a motivo della loro piccolissima sezione d’urto).

Ed è colpa vostra. Dico, ci mancava anche questa. Ci mancava il Nobel. Ma vi rendete conto? Assegnare ai neutrini il Nobel per la Fisica 2015! Quando me l’hanno raccontato non ci potevo credere. E proprio adesso, proprio nell’Anno Internazionale della Luce. Quando sotto i riflettori avremmo dovuto esserci noi, noi fotoni, e nessun altro! E poi per cosa? Per questa faccenda (saputa e risaputa) che i neutrini cambiano sapore (secondo me non sanno di nulla, e se proprio hanno qualche sapore… deve essere francamente disgustoso).

Peraltro, che fantasia, chiamarli sapori…. Solo per dire che questi neutrini, per fare gli spendidi (e dare fastidio a noi fotoni, ci giurerei), si presentano in giro in tre differenti versioni, ovvero neutrino elettronico, muonico taonico). Siccome poi non si accontentano, riescono pure a passare da una versione… ops, da un sapore ad un altro, secondo quel fenomeno chiamato oscillazione del neutrino (banale trucco da prestigiatore di serie B, secondo la mia spassionata opinione).

Al di là della fisica, comunque, non so se vi rendete conto della gravità della faccenda. Per tutti i decadimenti beta! Non sono ormai il trasformismo è stato sdoganato come atteggiamento, ma viene addirittura elogiato e premiato. Ditemi voi se la cosa ha un senso! A parte il fatto che questi qui, con il fatto che nel tragitto tra il Sole e la Terra cambiano sapore (nemmeno avevo voluto parlarvene, speravo la cosa rimanesse un po’ nascosta, ma tant’è), vi hanno fatto impazzire per decenni.

Eh sì, per decenni. Ormai ne possiamo parlare, tanto con questo fatto del Nobel la cosa è veramente arrivata alle orecchie di tutti. Il problema dei neutrini solari, lo chiamavano. Me lo ricordo bene. Vi ha tenuto intrigati per un sacco di tempo!  In poche parole, il vostro modello del Sole prevedeva un certo tasso di neutrini (purtroppo) e invece sulla Terra ne arrivavano meno di quanto vi attendevate (meno male, avrei detto io: quelli, meno sono meglio è). Ce ne è voluto di tempo, di esperimenti e congetture, per capire che la colpa non era del modello solare, ma era tutta loro. Sì, dei neutrini.

Perché loro hanno questa innata tendenza molto opportunista a cambiare sapore, e voi – lasciatemelo dire – non l’avevate capito bene (cioè, il vostro Bruno Pontecorvo l’aveva capito già negli anni ’50, a dire il vero). Che poi insomma è una cosa fondamentale, perché se cambiano sapore vuol dire – per le complesse regole della meccanica quantistica – che hanno massa. Cosa di cui voi dubitavate, fino a qualche tempo fa: per quanto mi ricordo, il vostro cosiddetto Modello Standard prevedeva proprio un neutrino senza massa. Non una previsione molto azzeccata, lasciatemelo dire.

A noi fotoni, che di massa non ne abbiamo proprio, era invece evidentissima la loro ciccia. Anzi, ci faceva ancora più impazzire il fatto che pur essendo infinitamente più pesanti di noi (si può ben dire, visto che noi non pesiamo proprio nulla…) riescono ad uscire dal Sole molto molto più velocemente. Roba da non crederci.

Il fatto che dal cambiamento di sapore deriva che abbiamo massa, non dovrebbe stupirci più di tanto. I fisici dicono che dipenda da qualche legge di conservazione per cui, se vuoi cambiare sapore (che ne so, passare dal cioccolato alla fragola…), devi avere massa (ad esempio noi fotoni siamo molto più affidabili: non avendo massa, rifuggiamo da simili cambiamenti). A me sembra molto elementare peraltro. Provaci tu a capire quale sia il gusto di una cosa senza massa! Un gelato senza massa, per esempio? Ti farebbe gola? No grazie, davvero! 

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Al “sapore” dei neutrini c’è chi – come Phòs – preferisce quello dei gelati (con massa, ovviamente…)

Beh, a parte gli scherzi, ho deciso di parlarvi perché sono veramente indignato. Per colpa di questi due umani, Takaaki Kajita Arthur B. McDonald, pioneri nello studio delle oscillazioni dei neutrini, questi ultimi ora si sono guadagnati le luci della ribalta.

Che poi, quando si parla di luci, dovremmo essere proprio noi, in ballo.

Niente, sono davvero indignato. Ora mi ritiro in un algido silenzio. Mi faccio risentire quando questa cosa mi sarà un po’ sbollita. Voi che siete attraversati da miliardi di neutrini ogni secondo, fatemi un favore. Se riuscite a schiacciarne qualcuno, non esitate: secondo la fisica è impossibile, certo. Ma a me farebbe tanto piacere…

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