Se i risultati scientifici finanziati con i soldi dei contribuenti sono “beni pubblici”, e’ utile o addirittura etico spendere miliardi per cercare una particella elementare? O per andare a visitare un satellite di Giove o cercare l’acqua su  Marte? O per osservare una galassia ai confini dell’Universo?

In altre parole, e’ utile finanziare la ricerca di base? E se sì, con che risorse? E per fare quale tipo di ricerca? La competizione e’ diventata una delle maggiori forze trainanti per la ricerca. Ma siamo sicuri che il modello competition-driven science sia davvero quello migliore? Di più, sta cambiando il concetto stesso di conoscenza? Siamo sicuri che sia ancora valido e applicabile oggi il “metodo scientifico” introdotto da Galileo più di 400 anni fa?

Le risposte a tutte queste domande non sono scontate. Più volte ce ne siamo occupati in questo blog, e ci piace dunque rilanciarle in occasione di un evento di sicuro interesse, proprio per fare un po’ di chiarezza su questo tema, che coinvolge un ambito ben più ampio di chi è coinvolto direttamente nella ricerca scientifica, ma si allarga alla più vasta comunità che finanzia direttamente la ricerca stessa.

Martedì 10 ottobre alle ore 11.45 si terrà infatti un interessante seminario di Fabrizio Fiore, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Roma. L’intervento potrà essere liberamente seguito in streaming collegandosi a questo indirizzo (dove rimarrà anche disponibile per la visione in tempi successivi).

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