E’ una delle nebulose più brillanti nel cielo. Ed è, anche, la zona di formazione stellare a noi più vicina. Parliamo della Nebulosa di Orione, che si estende per circa ventiquattro anni luce, ad una distanza da noi tale che la sua luce impiega più di un millennio per raggiungerci.

Un particolare del “viaggio” dentro la Nebulosa di Orione. Crediti: NASA, ESA, F. Summers, G. Bacon, Z. Levay, J. DePasquale, L. Frattare, M. Robberto, M. Gennaro (STScI) and R. Hurt (Caltech/IPAC)

E’ certamente uno degli oggetti più fotografati del cielo, e si è più volte guadagnato i suoi momenti di celebrità. Eppure può ancora riservarci delle sorprese. Adesso, ad esempio, possiamo finalmente goderci una esperienza ben più immersiva rispetto alla semplice osservazione delle immagini, grazie alla capacità tutta moderna di manipolazione dei dati grezzi.

Mettendo insieme informazioni acquisite dal Telescopio Spaziale Hubble e da Spitzer, l’altro telescopio nello spazio che opera in banda infrarossa, possiamo infatti imbarcarci per un vero viaggio all’interno della nebulosa. Un viaggio dove possiamo finalmente apprezzare la meravigliosa complessità di questa enorme fabbrica di stelle, con la conformazione delle diverse zone di gas tale da regalarci panorami davvero suggestivi.

Esiste dunque una complessità intrinseca dell’Universo (complessità che non di rado si tramuta una inedita percezione di bellezza) che iniziamo ad apprezzare appena ora, perché appena ora la qualità e abbondanza del dato scientifico viene a rendere possibili ricostruzioni evocative come quella che oggi proponiamo.

In un certo senso, riusciamo ad umanizzare l’Universo, perché lo conosciamo molto meglio di prima, e ci possiamo permettere – finalmente – di organizzare le conoscenze per adeguarle alla natura della percezione umana. E’ un passaggio quasi epocale che sta avvenendo, un passaggio che, in un certo senso, trasporta lo spazio cosmico in un contesto ben più familiare, consentendo una percezione più amichevole.

E questo, come ben possiamo prevedere, è appena l’inizio.

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